La vita sulla Terra è destinata all’estinzione? Se ne parla con il Gat
Lunedì 20 gennaio, ale 21 al Cinema Teatro Grassi, una serata sui cambiamenti climatici con il dottor Giuseppe Palumbo, grande esperto di cinematografia scientifica
Lunedì 20 gennaio, con la ripresa dopo la sosta natalizia dell’attività del Gat – Gruppo Astronomico Tradatese, inizia per gli astrofili tradatesi il 46°anno continuo di attività. Siccome, come sempre, è la stretta attualità a muovere le iniziative di questa storica associazione, la prima del 2020, dopo il grave fallimento della conferenza di Madrid sul clima, ha un argomento quasi obbligato.
E dunque si parlerà di clima lunedì 20 gennaio, alle 21 al Cinema Teatro Grassi di Tradate, in un incontro con il dottor Giuseppe Palumbo, grande esperto di cinematografia scientifica, sul tema “Vita in estinzione sul Pianeta Terra?“.
Un argomento destinato sicuramente a produrre grande scalpore e sconcerto tra il folto pubblico sempre presente a queste serate.
«In effetti si tratta di una situazione drammatica – spiega il dottor Cesare Guaita, presidente dell’associazione – fondamentalmente legata ai cambiamenti climatici che i soliti “noti” – Usa, Brasile, Australia, Paesi arabi – si ostinano a non collegare all’attività umana per egoistici interessi locali. Eppure all’inizio del 2020 il tenore di CO2 è salito a 415 ppm (parti per milione), un valore mai raggiunto nell’ultimo milione di anni e salito vertiginosamente solo negli ultimi 100 anni a causa del fatto che l’umanità produce energia utilizzando per l’80% fonti fossili non rinnovabili. Con conseguenze devastanti sul riscaldamento del pianeta e, di conseguenza, sui fenomeni climatici estremi come cicloni, inondazioni, siccità e incendi ormai sotto gli occhi di tutti. Giugno e luglio 2019 sono stati i mesi più caldi di sempre, la calotta polare ha perso in mezzo secolo il 40% del suo spessore, ogni anno scompaiono 13 milioni di ettari di foreste, il 40% delle terre coltivabili si desertifica, l’acqua dolce viene utilizzata soprattutto per la coltivazione intensiva di cereali, che poi, però, per oltre il 50% servono alla crescita del bestiame ed alla sintesi di biocarburanti. In questa situazione sono a rischio estinzione un quarto dei mammiferi, un ottavo degli uccelli, un terzo degli anfibi, tre quarti delle aree di pesca: una velocità di estinzione 1000 volte superiore ai ritmi naturali».
«Nonostante questo – prosegue Guaita – il “mito” indiscusso dei paesi più ricchi è sviluppo sempre in crescita, con consumo sempre più veloce delle risorse naturali del pianeta: solo che, se fino agli anni 70 l’umanità consumava più o meno quanto la Terra produceva, adesso, dopo mezzo secolo, consuma il doppio di quanto la Terra possa offrire. Oltretutto è solo il 20% dell’umanità a consumare l’80% delle risorse, spesso utilizzandole in maniera assurda: per esempio si spende 12 volte di più in armi che in aiuti ai paesi sottosviluppati (dove un miliardo di persone soffre la fame e non ha accesso all’acqua potabile, e muoiono 5000 persone al giorno per mancanza d’acqua). Con una conseguenza inevitabile: l’estinzione molto veloce della specie umana. Forse, però, una piccola speranza ci rimane: quella di invertire i tre strati della cosiddetta “torta sostenibile”. Attualmente questa torta ha alla base l’economia, più sopra la società, al terzo posto la biodiversità. La totalità dei climatologi ritiene invece che per la salvezza del pianeta di debba invertire l’ordine della torta mettendo alla base la biodiversità, e solo al terzo posto l’economia. Un’azione, questa, che non è purtroppo nelle mani degli scienziati ma dei politici, ma quelli veri, non quelli in malafede che si adattano ad una massima da sempre perdente : “meglio un uovo oggi che una gallina domani”.
La serata è, come sempre, ad ingresso libero.
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