
Un falò “green” per i monelli della Motta
E' arrivato il momento del falò: e mentre la pira è preparata solo con legni certificati o alberi di Natale, i Monelli della Motta compensano le proprie emissioni di CO2 piantando alberi nel parco del campo dei Fiori

E’ arrivato il giorno del falò: questa sera, giovedì 16, migliaia di Varesini si raduneranno in piazza della Motta davanti alla pira che comincerà a bruciare alle 21, dando il via a una festa che è sicuramente una delle più sentite in città.

Una passione che va al di là delle polemiche sull’accensione dei falò: anche perchè per l’edizione 2020 i Monelli della Motta, seguendo le disposizioni delle Autorità, non hanno ricevuto i consueti mobili vecchi donati dai varesini per il falò, ma hanno accettato solo i pinetti natalizi: tutto il resto è stato e verrà rifiutato. Una scelta fatta per seguire una norma che limita l’inquinamento che rischia di creare la legna non tracciabile.
Inoltre, l’emissione di CO2 dovuta alla combustione della pira sarà compensata piantumando con essenze autoctone il Campo dei Fiori, e più specificatamente l’Osservatorio Astronomico.
«La società astronomica Schiaparelli, che gestisce l’Osservatorio di Campo dei Fiori, ha accolto con favore l’invito dei Monelli della Motta per la disponibilità a mettere a dimora, nel parco comunale di vetta Paradiso, alcune piante, da concordare con il Parco Campo dei Fiori, a compensazione delle emissioni di CO2 derivanti dal tradizionale falò di Sant’Antonio – ha commentato Vanni Belli, Presidente della Società Astronomica – Si tratta di un piccolo ma importante gesto di rispetto per l’ambiente, e di stimolo alla riduzione del cambiamento climatico, che sosteniamo con piacere».
La scelta di piantumare l’osservatorio arriva dopo la decisione di utilizzare palloncini biodegradabili per il rito del 17 mattina, che coinvolge da anni i bambini delle scuole.
«Abbiamo già fatto un importante passo avanti sostituendo i palloncini tradizionali con quelli biodegradabili, per ridurne l’impatto sul territorio – Conferma il Presidente dei Monelli della Motta, Giuseppe Redaelli – Questa opportunità poi ci permette di procedere nella direzione giusta: il falò di Sant’Antonio è una tradizione centenaria, e quindi sentiamo come nostro dovere lasciare un mondo ai nostri figli in condizioni migliori, per i secoli a venire”.
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