Varese ricorda Zamberletti: “Un uomo di Stato che sapeva ascoltare”
Una giornata per celebrare uno dei varesini più celebri: il padre della protezione civile che con la sua attività segnò le sorti del soccorso e, soprattutto, della prevenzione del nostro paese
Un anno Varese fu protagonista dell’abbraccio che tutto lo Stato italiano tributò ad uno dei suoi più illustri concittadini: l’ex ministro, onorevole e padre della Protezione civile italiana Giuseppe Zmberletti (IL RICORDO DEL FUNERALE).
Nella basilica di san Vittore le massime cariche civili e militari, ma soprattutto tanti cittadini e volontari da ogni dove, recarono omaggio all’uomo politico che con la sua attività segnò le sorti del soccorso e, soprattutto, della prevenzione del nostro paese.
Fu proprio in quei momenti che nacque l’idea che ha portato oggi, sabato 25 gennaio, a ricordare e celebrare l’onorevole Zamberletti con una giornata di studi dal titolo “Politica, scienza e Protezione Civile” nell’aula magna dell’Università Insubria di Varese.
«Un luogo simbolo anche del fatto che nella sua attività Zamberletti si è dimostrato sempre attento alla scienza, alla ricerca e alla tecnologia», ha ricordato il professor Vincenzo Salvatore.
Ad aprire i lavori, che durante tutto l’arco della giornata si snodano in momenti di convegno e studio ma anche la posa di una targa commemorativa sulla casa natale dell’onorevole Zamberletti al Sacro Monte.
«Zamberletti amava il suo territorio ed era un convinto assertore del vero ruolo della politica – ha spiegato il sindaco di Varese Davide Galimberti -. Ha cominciato da giovane ad amare la cosa pubblica e con la sua attività è arrivato a creare una cosa che ha cambiato tutto il paese. Oggi lo celebriamo da politico di professione quale era e da varesino amante di questa città e dei suoi cittadini».
«Aveva un fortissimo senso dello stato e delle istituzioni ma anche una spiccata sensibilità e capacità di mettersi alla pari di qualsiasi suo interlocutore – ha aggiunto il prefetto di Varese Enrico Ricci -. La sua curiosità, intelligenza e capacità di ascoltare lo hanno portato a costruire qualcosa di grande».
In sala spiccavano le tute gialle dei tanti volontari della protezione civile che oggi portano avanti con la propria quotidiana testimonianza quell’intuizione che Zamberletti ebbe a partire dalle catastrofi che come uomo di stato dovette affrontare. «Questo territorio non ha mai smesso di proseguire il suo esempio – ha ricordato il presidente della Provincia Emanuele Antonelli -».
«A Zamberletti, varesino doc – ha ricordato il presidente Attilio Fontana – si deve l’intuizione della gestione delle calamità sia naturali sia legate, tema sempre più attuale, alle attività dell’uomo. Un modello di intervento e di azione basato sulla prevenzione dei rischi e la mitigazione degli effetti immediati grazie all’operatività stabile di una struttura ad hoc, qual è la Protezione civile, cui spesso si affiancano, mi piace ricordarlo, gli Alpini, per agire nell’immediato e anche nelle fasi successive, intervenendo in episodi catastrofici che, purtroppo, sono sempre più frequenti».
Un personalità, quella di Zamberletti, che il presidente del Centro Geofisico Prealpino Vanni Belli ha accostato anche a quella di Salvatore Furia: «I due hanno lavorato insieme in momenti drammatici della storia di questo paese. E insieme hanno prestato il loro servizio allo Stato».
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