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Negozi che resistono ad Amazon: “Si può con tecnologia, qualità e conoscenza del territorio”
I colossi del commercio online hanno già inferto un colpo pesante ai piccoli negozianti. Il tema al centro dell'incontro organizzato da Confcommercio Ascom Varese
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In Italia solamente il 7.3% delle vendite avviene in rete. Tuttavia, i colossi del commercio online hanno già inferto un colpo pesante ai piccoli negozianti, e la situazione è peggiore nei paesi in cui questo dato supera il 20%, dove già si parla di “apocalisse del retail”.
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Nonostante tutto, i negozi possono contare su alcune caratteristiche uniche che, se sfruttate appieno, possono mantenere la piccola distribuzione ancora competitiva. Di questo si è parlato lunedì 17 febbraio durante il convegno “Come un negozio può competere con i giganti dell’online” organizzato da Confcommercio Varese.
«Ogni nostra azienda – commenta Giorgio Angelucci, presidente di Confcommercio Ascom Varese – deve diventare un’eccellenza. Deve sviluppare delle caratteristiche che le permettano di emergere e di distinguersi, perché solo così i piccoli commercianti potranno difendersi dai colossi del web».
Per il cliente la scelta tra commercio on line e negozio è una questione che va oltre la semplice differenza di prezzo. L’acquisto è un momento delicato e l’esperienza stessa dell’acquisto in un negozio reale ha un valore che il commerciante può sfruttare per far crescere la sua attività. A questo si aggiunge la qualità del servizio, la disponibilità nell’assistenza e la costruzione di un senso di fiducia tra cliente e venditore, che solo un punto vendita fisico può garantire.
«Per continuare a essere competitivo – fa sapere Mattia Valassina, presidente del Gruppo giovani imprenditori Confcommercio Varese – il commerciate deve prima di tutto volerlo. È infatti fondamentale avere il coraggio di cambiare abitudini e impegnarsi nel migliorare il servizio, l’aspetto del negozio e l’empatia verso il cliente».
Per compiere questo salto i commercianti possono contare sulla tecnologia. «La tecnologia – afferma Alessandro Buzzi, esperto di marketing di “Komunicando” e docente dell’Università dell’Insubria – ha dato la possibilità anche alle piccole e medie imprese di ottenere visibilità». Il cliente vuole però essere compreso e ha bisogno di fidarsi di chi gli vende un prodotto. Questo i commercianti lo sanno bene e conoscono anche quali strategie adottare. «Bisogna prendere queste strategie – spiega Fulvio Julita, esperto di marketing digitale e narrazione d’impresa di Plume – e spostarle nei canali online. Siti web e social network sono ottimi mezzi per raccontare i prodotti e l’esperienza della propria azienda ai clienti».
«Attraverso l’e-commerce – racconta Marco Cattaneo, titolare della “Csy & son” di Azzio – siamo riusciti ad attirare clienti oltre i confini del nostro comune. Col tempo abbiamo attirato clienti non solo da tutta Italia, ma anche da Francia, Germania, Spagna e Qatar. Grazie alla nostra piattaforma siamo anche stati contattati da due importanti fornitori dal Giappone».
Ma la tecnologia non è l’unico elemento utile all’azienda. È anche necessario conoscere bene il territorio dove si lavora. «Nel giro di dieci anni – fa sapere Fausto Bianchi, titolare di Moda e Modi di Cantello – abbiamo raddoppiato il nostro fatturato. Ci siamo accorti che la Svizzera era un mercato con molte possibilità. Perciò abbiamo aperto due negozi a Lugano e comprato spazi pubblicitari sulle reti elvetiche per far conoscere il nostro punto vendita di Cantello. Abbiamo assunto una ragazza perché sapeva parlare il dialetto ticinese e da sola realizza un fattorato di circa 500.000 euro l’anno».
Nella partita tra colossi dell’online e piccola distribuzione anche la politica gioca un ruolo importante. «Le istituzioni – dichiara Valassina – aiuterebbero molto le piccole attività se non cambiassero così velocemente le regole. Più importante ancora sarebbe garantire che in tutta l’Unione Europea si rispettino le stesse regole e che si applichi una tassazione uguale in ogni stato».
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