Pienone al Salone Estense per “Un tè con due regine”
Nell'ambito della rassegna teatrale "Parola di Donna", bel successo per lo spettacolo di mercoledì 19 febbraio
Uno spettacolo teso e insieme ironico e piacevole nell’incontro-scontro tra Peggy Guggenheim e Palma Bucarelli avvenuto, nella realtà, alla Biennale di Venezia del 1948 e ripreso al Salone Estense mercoledì 19 febbraio al quarto appuntamento della rassegna teatrale Parola di Donna 2020, che ha consolidato il successo di pubblico facendo il pienone. (Foto Facebook – Rassegna Parola di donna – Varese)
Il titolo “Un tè per due regine” consentiva di dipanare il racconto di due dominatrici assolute della scena dell’arte contemporanea in Italia e negli Stati Uniti, tra il primo ed il secondo dopoguerra del Novecento. Racconto di due geniali affascinanti donne, introdotto dall’appassionata e dotta presentazione della giornalista e critica d’arte Fabrizia Buzio Negri.
Salottiero solo all’apparenza per meglio collegare tradizione e modernità, con le due convincenti protagoniste Caterina Casini nei panni della Guggenheim e Marilù Prati in quelli della Bucarelli a contendersi il primato della promozione delle nuove forme artistiche, lo spettacolo ha fatto risaltare vita privata e pubblica di due donne che non hanno mai abdicato ad un ruolo da protagoniste assolute, in coerenza con le loro altissime capacità a confronto ed a dispetto di mondi sino ad allora dominati dai maschi.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma fu il miracolo istituzionale di Palma Bucarelli, spinto, propagato e difeso con le unghie ed i denti dal carisma, dalla determinazione e dallo charme della direttrice negli oltre 30 anni di conduzione, tra il 1941 ed il 1975, sua vera casa e modello per il sistema museale e culturale italiano. Palazzo Venier dei Leoni a Venezia fu il faro culturale con cui la città lagunare si esibiva per mano di Peggy Guggenheim nella sua perenne vitalità artistica ed umana, galleria privata e casa della proprietaria così personale per investimento concettuale, affettivo ed economico da diventare pubblica per destinazione naturale ed orgoglio espositivo.
Lo spettacolo ne ha seguito i percorsi, distinti ma spesso intrecciati, con Peggy e Palma a dialogare sovrapponendo con eleganza e pathos le vicende individuali con l’arte e la cultura dell’epoca, tra Fontana e Kandisky, Pollock e Rotcko, Argan e Monelli, Duchamp, Beckett e Cocteau, Tancredi Parmeggiani, e Giacometti di cui si contendono le opere e la primogenitura della scoperta. E superando con pari spregiudicatezza ed ardimento le tragedie della Seconda Guerra Mondiale, entrambe impegnate a salvaguardare il rispettivo patrimonio artistico sottraendolo furtivamente alle razzie e distruzioni nazifasciste, da autentiche Monument Women, mentre l’ebrea Peggy salva artisti ebrei facendoli emigrare in America e Palma arriva a fare la staffetta partigiana nella Resistenza.
Sullo sfondo le immagini delle case-gallerie, degli artisti e delle loro opere, e la fotografia ricorrente che le ritrae a prendere il tè come vecchie amiche. Applausi finali scroscianti alle interpreti ed alla regia di Francesco Suriano,per la “prima” nazionale di una drammaturgia intensa che ha colto nel segno.
La serata, riservata in particolare agli ospiti della Divisione Wealth di Banca Generali, è iniziata con un saluto e un apprezzato intervento del Deputy Area Maneger della Lombardia Massimo Morocutti.
Prossimo appuntamento tra un mese: domenica 15 marzo alle 16.30, sempre al Salone Estense, cone The jolly shoes sisters, musica jazz degli anni ’20-’40 reinterpretata da Laura Fedele e Veronica Sbergia, con intermezzi narrativi sulla storia delle canzoni che compongono il frenetico e festoso mosaico musicale dell’epoca. Biglietti presso l’Agenzia Giuliani Laudi tutti i giorni e presso il Salone Estense il giorno dello spettacolo.
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