
Cianci (Uil Polizia): “Varese: quello che avremmo detto in tempi normali”
Francesco Cianci, segretario provinciale Uil polizia, ricorda l'anniversario della legge 121 del 1 aprile 1981 e le questioni rimaste irrisolte nel comparto sicurezza

Francesco Cianci, segretario provinciale Uil polizia, nonostante il Coronavirus e l’emergenza sanitaria ha voluto ricordare l’anniversario della legge 121 del 1 aprile 1981 che segnò un passaggio epocale con la smilitarizzazione della Polizia. Di seguito il comunicato stampa.

Per tutti gli operatori della Polizia di Stato quella di oggi è una data importante, perché il 1 aprile 1981 veniva varata la Legge 121, che ha smilitarizzato la Polizia di Stato e con grande modernità ha strutturato quell’assetto democratico delle Forze di Polizia che ancor oggi presidia la collettività e le istituzioni. In tempi normali, anche quest’anno la Uil -Polizia/Varese avrebbe quindi commemorato questa ricorrenza tracciando il quadro delle questioni più rilevanti nell’attualità del comparto sicurezza. Ad esempio avremmo evidenziato il grave disappunto del personale delle Questure, cioè di quegli operatori che pur costituendo l’architrave del sistema della sicurezza in Italia, sono destinatari di una retribuzione penalizzante rispetto a quella dei loro colleghi dei settori complementari.
Rinnovandosi irrisolte da anni, e colpendo proprio coloro che sono chiamati a farsi carico di maggiori sacrifici e di più gravi rischi, queste disparità hanno creato gravi danni e disaffezioni nel tessuto stesso delle Questure. Quindi avremmo pubblicamente richiamato la distorsione del sistema delle progressioni attuata in questi anni dai ministeri del comparto sicurezza, diventato così autoreferenziale che nel chiuso del proprio ufficio qualsiasi dirigente viene considerato un supermanager (e come tale viene retribuito) in danno di tutti coloro che ogni giorno in strada e nei territori garantiscono la sicurezza e contrastano il crimine. Ma in questi tempi, in cui il Paese è in guerra contro un nemico invisibile che sta facendo così tante vittime nelle nostre città e nei nostri paesi, vogliamo solo esprimere la nostra solidarietà ed il nostro ringraziamento chi si trova a combatterlo in prima linea. Una prima linea che si snoda dai medici di famiglia alle residenze assistite, dai presìdi territoriali alle comunità ospedaliere fino alle reti assistenziali, e che investe direttamente tutte le persone che vi lavorano, i medici, gli infermieri, i soccorritori, il personale amministrativo, gli operatori tecnici e logistici, gli addetti alle pulizie ed i sanificatori. Certo, bisogna anche ricordare che se questa battaglia oggi si può combattere è perché negli anni scorsi i sindacati della sicurezza (a cominciare dalla Uil-Polizia), della sanità, e della scuola, si sono saputi mobilitare per proteggere le strutture pubbliche dai progetti di privatizzazione selvaggia di questi settori, altrimenti oggi gli ospedali non potrebbero fare argine all’epidemia, e saremmo totalmente privi di difese!
In questa giornata insomma, proprio perché è per noi così importante, vogliamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti loro, che con coraggio e ostinazione ogni giorno combattono questa battaglia, affiancati dall’altra prima linea costituita dagli operai delle catene di produzione e dagli addetti alla distribuzione, settori altrettanto necessari per assicurare le necessità primarie collettive. E soprattutto, vogliamo esprimere il nostro cordoglio alle molte famiglie in cui sono entrate la malattia, la sofferenza e la morte.
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