“Dispositivi di sicurezza, prima introvabili e ora a prezzi proibitivi”
La Presidente de Il Ponte del Sorriso denuncia un aumento spropositato dei prezzi di mascherine, camici e guanti ancora oggi indispensabili negli ospedali

Dispositivi di protezione prima introvabili e ora molto costosi. Il problema, che coinvolge diverse categorie, resta cruciale per la sanità. Gli ospedali hanno fatto conto su donazioni ma ora, anche per le associazioni diventa difficilissimo continuare a sostenere chi cura.
La lettera della Presidente de Il Ponte del Sorriso onlus Emanuela Crivellaro
A metà marzo abbiamo avviato una campagna raccolta fondi “Salviamo chi salva!” per aiutare i nostri ospedali ad affrontare l’emergenza.
Fin dal primo momento era apparsa chiara la difficoltà per tutte le strutture sanitarie a reperire i dispositivi di protezione individuale per il personale.
Ci siamo dunque dati da fare con impegno e fatica, setacciando ogni negozio, ogni piccolo rivenditore che potesse disporre di tute o camici protettivi. E per fortuna che le mascherine FFP2, parecchie migliaia, eravamo riusciti ad importarle direttamente dalla Cina!
Credevamo che la situazione fosse temporanea, di qualche giorno o un paio di settimane, il tempo che chi ha il dovere di risolvere questo problema riuscisse ad organizzarsi.
Invece no! Tute, camici e guanti, senza i quali non è possibile nemmeno avvicinarsi ad un malato o sospetto malato COVID19, ancora non arrivano con regolarità.
Se non vi fossero stati cittadini e associazioni che hanno provveduto ai rifornimenti, cosa sarebbe successo?
A distanza di un mese e mezzo è sempre peggio. Perché per le strutture sanitarie il materiale è ancora un miraggio che non si sa quando diventa reale e per noi associazioni, scovarlo è diventato difficilissimo. Qualcosa per la verità si trova ma, problema su problema, a prezzi proibitivi. Negli ultimi giorni le tute, che solo la scorsa settimana abbiamo comprato a 6/7 euro, oggi vengono proposte a 20 euro, camici idrorepellenti, che abbiamo pagato poco più di un euro, oggi costano 5,50 euro. E’ la legge del libero mercato, ci ha risposto la Guardia di Finanza. Eh già, la famosa legge della domanda e dell’offerta. O forse della speculazione?
Sta di fatto che tutto è quadruplicato se non di più, rendendo impossibile far fronte alle migliaia di capi di cui necessitano gli ospedali.
Di chi è la colpa? Chi deve preoccuparsi di proteggere il personale sanitario, ma anche i cittadini? Lo Stato, la Regione, la Protezione Civile Nazionale? Ognuno nel proprio ambito, tutti e tre insieme o qualche altra sconosciuta entità istituzionale?
Ci piacerebbe saperlo di chi è la responsabilità e perché, dopo due mesi dall’inizio del disastro, siamo ancora daccapo.
Ma soprattutto, cosa succederà domani? Chi salverà chi salva?
Lo chiediamo con forza ai nostri politici, curiosi di vedere se e chi risponde.
Emanuela Crivellaro
Il Ponte del Sorriso
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