“Indice”, il misuratore dell’intensità del contagio firmato Liuc business school
È stato elaborato dal team del professor Massimiliano Serati e misura quotidianamente e in termini percentuali l’evoluzione del contagio effettivo da coronavirus
Nel pieno dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, gli italiani sono stati inondati da cifre, statistiche, dati e previsioni che spesso hanno alimentato un clima di confusione generale e l’ansia delle persone scatenata da una malattia di cui si conosceva ben poco. (foto sopra, da destra: Massimiliano Serati e Andrea Venegoni)
Alla fine di marzo, forse perché stanco di sentire la litania quotidiana di numeri che poco dicevano sul reale avanzamento del contagio, il professor Massimiliano Serati, coadiuvato dai ricercatori Andrea Venegoni e Fausto Pacicco, della Divisione ricerca applicata & advisory della Liuc Business School, ha iniziato a pensare a un indice diverso, basato su un modello econometrico. E così è stato elaborato “Indice“, acronimo che sta per: indice intensità contagio effettivo da Covid-19.
«All’inizio l’interesse di tutti – spiega Serati – era orientato a sapere quando ci sarebbero stati il picco e la decrescita, ma poco o nulla si sapeva della situazione reale del contagio e come questo si muoveva. In letteratura c’è l’idea che quando non puoi misurare un fenomeno ma hai una serie di proxy per approssimarlo, puoi provare a estrarre il fattore latente che accomuna tutte le proxy. Quindi abbiamo preso i dati ufficiali relativi contagi, tra cui il numero dei tamponi, i decessi, la densità di popolazione, e abbiamo estratto il fattore comune latente che per noi è il contagio».
L’indice elaborato dal team di Serati non estrae un numero che abbia un senso per la metrica comune. «Siamo rimasti fuori volutamente da quella rappresentazione – continua il docente – perché vogliamo intercettare gli andamenti e sapere se il contagio è in aumento o in diminuzione».
Per capire che cosa sono le proxy, si puo’ fare questo esempio: se vogliamo sapere quanto è ricca una persona, senza conoscere i numeri del suo conto corrente o il suo stato patrimoniale possiamo usare alcuni dati che ci avvicinano a quella conoscenza. È utile dunque sapere dove va in vacanza, che macchina possiede, se ha una seconda casa o una barca. «Nessun dato ufficiale da solo funziona bene – sottolinea Serati – ma incrociandoli bene con altri dati di contesto abbiamo un modello a fattori dinamici che consente di estrarre la componente latente. Quando anche noi nella prima fase, a marzo, puntavamo a un modello previsivo avevamo una curva. Oggi quelle previsioni non interessano più e otteniamo un indicatore in base cento».
L’indice monitora, giorno dopo giorno, come si muove il contagio in Europa, in Italia, in Lombardia, in Svizzera ed Emilia Romagna. Oltre alle percentuali, c’è un utile e intuitivo cruscotto con una lancetta che indica l’intensità del contagio attraverso tre colori: rossa (alta), gialla (media) e verde (bassa). I risultati vengono pubblicati quotidianamente sulla pagina Facebook della Liuc Business School e sono a disposizione di tutti.
«Oggi siamo usciti dalla fascia rossa e ci troviamo in una zona al confine tra il rosso e il giallo – conclude Serati -. Si assiste a una lenta riduzione del contagio ma siamo ancora molto al di qua della zona di tranquillità».
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