Palaghiaccio, crescono i timori delle società. Sui social l’appello: “Salviamo questi sport”
Silvia Gandini (Ice Sport Varese): «Le società hanno bisogno di conoscere le tempistiche di costruzione della pista all'antistadio. Altrimenti si rischia di disperdere un grande patrimonio. Troviamo insieme una soluzione». Il Comune pensa a un indennizzo per i club
C’è chi si è posizionato in cortile, chi in casa, chi in giardino. Chi indossa il body da gara e chi la maglia giallonera dei Mastini. Chi sceglie Facebook e chi rilancia su Instagram. Chi ricorda tempi passati a zigzagare sul ghiaccio e chi ha davanti a sé il futuro di queste discipline. A legare questa “compagnia” di persone che stanno da diversi giorni pubblicando le proprie foto sui social network è la preoccupazione per la sorte del PalAlbani: come noto, la struttura sportiva – che sarà completamente ristrutturata – è stata chiusa con molti mesi di anticipo secondo le previsioni in seguito a un sopralluogo dei Vigili del Fuoco che hanno accertato una serie di problematiche non di poco conto.
Una situazione inattesa che ha costretto il Comune – proprietario della struttura – a cercare soluzioni alternative in accordo con le società che usufruivano del palaghiaccio. La scelta è caduta, almeno nelle intenzioni, sulla costruzione di una pista provvisoria nell’area dell’antistadio del “Franco Ossola”, anche se per realizzarla servono investimenti e tempo.
LA CAMPAGNA SOCIAL
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e per tenere alta l’attenzione su questa situazione, è quindi nata una campagna social riassunta principalmente dalla pagina Facebook “Salviamo il pattinaggio su ghiaccio a Varese“, quella in cui sono pubblicate le immagini di cui parlavamo all’inizio dell’articolo. «Il pattinaggio e l’hockey su ghiaccio sono discipline particolari, che non si possono improvvisare su altri campi da gioco: per allenarsi e giocare serve una pista ghiacciata e purtroppo in questo momento a Varese non c’è» spiega Silvia Gandini, ex atleta, fisioterapista della Ice Sport Varese, tra le responsabili dell’iniziativa.
«Il grosso rischio che stiamo correndo in questo momento è quello di perdere un grande bacino d’utenza, formatosi in tanti anni di impegno e di passione. Varese ha la fortuna di avere un palazzo del ghiaccio che in tante altre città non esiste: grazie a esso, qui si sono create una storia e una cultura relative agli sport “del freddo” assenti altrove. Ora siamo preoccupati, perché se le società non riuscissero a proseguire nella loro attività tutto questo andrebbe disperso». Gandini fa riferimento ai tre club di pattinaggio (Ice Sport Varese, Varese Ghiaccio e Pattinatori Ghiaccio Varese), alle formazioni di hockey (Mastini e Killer Bees) e alla squadra paralimpica di sledge hockey, l’Armata Brancaleone coordinata dalla PolHa. La campagna social sta evitando i toni polemici: «L’unica cosa che ci preme è trovare una soluzione tutti insieme – prosegue Gandini – Sappiamo che il Comune si sta muovendo, però le società hanno bisogno di ricevere informazioni chiare e definitive sulle tempistiche. Squadre e atleti possono anche pensare di doversi spostare a Milano o Chiasso o altrove per un periodo, magari diminuendo il numero di allenamenti o trovando altre soluzioni, però avremo bisogno di sapere quando la pista all’antistadio sarà pronta per programmare gli spostamenti e i relativi costi. Non dimentichiamo che gli sport del ghiaccio coinvolgono anche giovani e giovanissimi: a Varese si allena anche la campionessa italiana juniores Ginevra Negrello che è in Nazionale e ha grandi velleità, però deve giustamente conciliare lo sport con la scuola. Lei è un esempio, ma questa cosa vale per tantissime persone».
LE MOSSE DEL COMUNE: RIMBORSI E PISTA PROVVISORIA A “LUNGO TERMINE”
A Palazzo Estense, intanto, si continua a pensare alla pista provvisoria dell’antistadio, un progetto sostenibile anche per il fatto che in quell’area sono già presenti una serie di utenze necessarie per la nuova struttura. In attesa che sul tavolo del sindaco Galimberti e dei suoi collaboratori arrivino tutti i preventivi per capire quali saranno le spese totali, in Comune sta prendendo piede un’altra idea: quella di garantire alla nuova pista un futuro ben più lungo e meno provvisorio rispetto a quello ipotizzato inizialmente (due o tre anni, in attesa di avere il nuovo PalAlbani a pieno regime). Il “PalaAntiStadio” – buttiamo lì il nome per intenderci – potrebbe diventare una seconda pista cittadina, consentendo così di ammortizzare i costi su un periodo di tempo più lungo e offrendo agli appassionati un secondo luogo dove allenarsi e giocare.
Per far fronte alle difficoltà immediate, l’altra soluzione che è al vaglio è quella di concedere un sostegno economico alle società costrette a emigrare per allenarsi in questa prima parte di stagione 2020-21. Anche se all’orizzonte c’è un altro problema, quelle delle “ore ghiaccio”, visto che gli impianti di questo genere sono davvero pochi (oltre a Milano ci sono Como e Sesto San Giovanni in Lombardia e ovviamente quelli ticinesi con costi più elevati e problematiche legate al Covid-19) e risultano già oberati con le società locali.
Insomma, la situazione è di difficile risoluzione: sarà ora necessario accelerare il più possibile per l’antistadio ben sapendo che dal momento in cui sarà dato il “via libera” a quando si potrà utilizzare l’impianto serviranno all’incirca tre mesi.
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