I consigli per l’escursione sicura: “Occhio al meteo e alle fake news”
Luca Boldrini responsabile del Soccorso Alpino spiega i rischi delle uscite in montagna
Ieri morti due anziani, un varesino nel Lecchese e un coetaneo – 82 anni – che in Canton Ticino è caduto durante un’escursione da 100 metri.
Sempre ieri, venerdì, il ritrovamento del corpo del camminatore comasco travolto dalle acque di un torrente nelle montagne del Luinese.
Cosa sta succedendo in montagna?
Da anni il Cnsas, il soccorso alpino elabora e propone un decalogo per affrontare itinerari e sentieri che è in realtà il decalogo dei nonni che dicevano che per mare e in montagna non si deve andar da soli, e tante altre regole tradotte in due parole: buon senso.
Ma chi vuole giustamente riappropriarsi del contatto con la natura e vivere ore nei boschi e sulle montagne deve fare i conti anche con altro: il cambiamento climatico in atto. Non siamo di fronte a uno slogan, ma alla realtà che sta presentandoci il conto proprio in questi giorni.
La pensa così Luca Boldrini, responsabile della stazione Cnsas di Varese, il nostro Soccorso Alpino, incontrato dopo una settimana difficile di ricerche impegnative per il ritrovamento del corpo del cercatore di funghi disperso da sabato scorso.
«Sono importantissime le regole di sempre che riguardano forma fisica, giusta attrezzatura e conoscenza del territorio, ma oramai è fondamentale fare i conti con fenomeni mai visti prima d’ora. Per questo la precisione del meteo, le previsioni e i modelli predittivi vanno considerati alla stregua degli altri accorgimenti. Non si deve partire se non si conosce che tempo farà, e gli strumenti, sia pure sempre condizionati da molte variabili, ci sono». Ma attenzione alle fake news, che si spingono fino a qui.
«Bisogna prestare molta attenzione alle previsioni che vanno continuamente confrontate fra più fonti», spiega Boldrini, regalando un prezioso consiglio che va a braccetto con la professione dell’informare.
«E una corretta valutazione delle previsioni deve tenere conto sempre dell’imprevedibilità dei “tempi di ritorno“ degli eventi, della possibilità cioè che avvenimenti anche di portata eccezionale si possano ripetere in un periodo anche breve».
Un po’ come ragionare con orizzonti cambiati, che non sono più quelli a cui siamo abituati. Di esempi ne ha un’infinità: dalle portate dei fiumi che esorbitano dagli argini in un attimo alla pioggia mai vista a memoria d’uomo, fino a fenomeni preoccupanti che lasciano traccia sul terreno: «In più di un’occasione durante l’avvicinamento in zone colpite da forti precipitazioni assistiamo a erosioni di terreno mai viste, con l’acqua che scava per due, tre metri».
Situazioni con cui i soccorritori devono fare i conti, tanto che i tecnici del Cnsas spesso si preparano a dover affrontare scenari in cui occorre muoversi con più materiale per ricostruire sempre più di frequente vie e passaggi spesso cancellati dagli elementi. Scenari che fanno cambiare “hardware“ di questa attività, come i materiali e gli ancoraggi di soccorso da impiegare.
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