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La nuova area di via Carcano a Varese guarda alla Svizzera e ai frontalieri
Conversazione con l’ingegner Gianluca Zanella, amministratore della società promotrice e proprietaria delle iniziative di demolizione della ex Fidanza e della ex Traferri
E’ stata acquisita pensando alla Svizzera e ai frontalieri l’area di via Carcano a Varese che ospitava fino a poco fa due ruderi di antiche aziende abbandonate da oltre vent’anni e che proprio in queste ore è stata completamente liberata dai detriti.
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La società che “ha preso in mano” quella grande area che si è liberata in via Carcano con le demolizioni della ex Segheria Fidanza e della Ex Traferri è infatti la Vicom, una impresa edile e di progettazione che ha ambizioni e relazioni ben oltre la città di Varese, come fanno intendere i due grandi progetti che ora ha in campo su Milano nell’ambito di “Reinventing Cities”.
I progetti di Vicom hanno infatti vinto due edizioni del bando internazionale promosso da che prevede l’alienazione di siti dismessi o degradati di Milano da destinare a progetti di rigenerazione ambientale e urbana. Quello più recente è un progetto per una zona Loreto più verde, uno dei 7 accettati per il capoluogo lombardo nell’edizione 2020.
Ma si erano già aggiudicati uno dei quattro posti relativi al primo bando, che farà rivivere in modo sostenibile le storiche Scuderie liberty dell’ ippodromo di San Siro, trasformandole in grande complesso che comprende terme e parco.
Ma che idee hanno su Varese più precisamente sull’area di via Carcano, tra Biumo e la zona delle stazioni? Ne abbiamo parlato con l’ingegner Gianluca Zanella, amministratore della società promotrice e proprietaria delle iniziative di demolizione della ex Fidanza e della ex Traferri.
![Personaggi generiche](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2020/09/personaggi-generiche-1175068.610x431.jpg)
«innanzitutto, abbiamo acquisito i due terreni in due tempi diversi: uno circa tre anni fa, quello dell’ex segheria Fidanza. Poi più recentemente abbiamo acquisito la Ex Traferri dal fallimento Fim» specifica.
Poi aggiunge: «Sono italiano ma ho intorno a me degli investitori svizzeri, che sono miei soci in questa iniziativa. Abitiamo qui vicino, a Mendrisio, e quando ci è stato proposto l’acquisto delle ex segherie Fidanza abbiamo parlato con l’amministrazione, che ci ha illustrato il loro progetto di masterplan e la loro idea di riqualificare questa zona della città che partiva dalle stazioni e racchiudeva una serie di altri immobili nella zona di Biumo. Ci abbiamo creduto, abbiamo acquistato quest’area e l’abbiamo demolita grazie agli incentivi comunali sugli oneri e sulle perequazioni, la medesima norma che abbiamo utilizzato per abbattere questo secondo immobile».
Un’occasione di risparmio, innanzitutto: l’idea più generale è arrivata con il tempo. «Avevamo acquistato questo terreno senza ancora un’idea di cosa fare: pensavamo che l’area fosse interessante, ci siamo detti “qualche cosa ci faremo” e quindi abbiamo deciso di cominciare ad acquistarla. Perché il terreno per noi è come la farina: senza di lui non si fa nulla. Poi c’è stata l’occasione di questo fallimento, e così ci siamo detti: “abbiamo l’una, abbiamo l’altra: vediamo di realizzare un progetto unitario che abbia un senso anche per la città”».
Avete già in mente, ora, che farne?
«Innanzitutto abbiamo aspettato il masterplan, perchè senza quella base era difficile anche fare delle ipotesi. Il masterplan va certamente nella nostra direzione: cioè realizzare un mix di funzioni dove al piano terra ci sono attività principalmente commerciali, legate al territorio, e la parte superiore è abitativa, magari collegata a dell’housing sociale. Non abbiamo ancora le idee molto chiare, stiamo ancora studiandolo. Poi da li, piano piano, gli architetti ci daranno delle idee più specifiche».
Qual è il criterio che vi ha fatto scegliere questi terreni e questa posizione?
«Il fatto di avere le stazioni vicine, che collegano direttamente Varese al Canton Ticino, è un plus importante per quest’area. Soprattutto sul tema abitativo può essere un elemento importante: non dimentichiamoci che sessantamila persone ogni giorno vanno in Ticino a lavorare. Il fatto di avere una stazione, per di piu riqualificata, è un elemento importante, uno degli elementi di cui stiamo tenendo conto nella nostra idea di sviluppo»
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