Cinghiali, Coldiretti: “A Varese situazione grave“
Dopo l’incidente mortale nella vicina provincia di Novara l'associazione rimarca la pericolosità del fenomeno sul territorio
“Un fatto gravissimo accaduto a due passi dalla nostra provincia. Ecco cosa comporta avere i cinghiali praticamente all’uscio di casa: un rischio inaccettabile per la sicurezza pubblica che impone, anche sul territorio, di tenere alta la guardia e di intervenire una volta per tutte per risolvere il problema”.
Così Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, interviene dopo l’ennesimo grave incidente, questa volta addirittura mortale, verificatosi la notte scorsa nel tratto dell’autostrada A26, nella vicina provincia di Novara e provocato dallo scontro di un’autovettura con due grossi cinghiali che stavano attraversando la carreggiata.
Un urto violentissimo e l’auto è finita fuori strada con due passeggeri morti ed il terzo ferito.
La preoccupazione per la sicurezza dei cittadini che si riflette anche sul territorio della provincia prealpina, anch’essa invasa dai selvatici: “Gli incidenti provocati da questi animali si susseguono a ripetizione anche da noi, finora non mortali ma, come abbiamo drammaticamente visto, il rischio è più che concreto. Non possiamo arrivare al punto di pensare che la salvaguardia della fauna selvatica incontrollata superi il valore di una vita umana”.
In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici, la cui proliferazione sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche nella nostra provincia.
“Già nel lockdown, con lo stop alla caccia di selezione e con meno gente a presidiare i territori, si era verificata una vera invasione della fauna selvatica nelle nostre campagne fino addirittura alle porte delle città e sulle strade principali della provincia di Varese. Oltre alla sicurezza dei cittadini, l’invasione incontrollata dei selvatici mette in gioco i raccolti, frutto del lavoro dei nostri imprenditori che, nonostante le difficoltà, non si sono mai fermati e hanno continuato a produrre cibo anche durante i mesi di lockdown”.
Sono urgenti, quindi, misure di contenimento “per evitare incidenti mortali, come quello odierno, per garantire i raccolti e per non lasciar morire i pascoli”. Un allarme condiviso dagli stessi cittadini: oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.
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