“La rigenerazione non può prescindere dalla storia dei luoghi”

L'intervento della presidente dell'Ordine degli Architetti di Varese, Elena Brusa Pasquè, dopo la notizia della riqualificazione dell'area Ex Aermacchi 

Dentro l'ex Aermacchi

L’intervento della presidente dell’Ordine degli Architetti di Varese, Elena Brusa Pasquè, dopo la notizia della riqualificazione dell’area Ex Aermacchi 

La rigenerazione non può prescindere dalla storia dei luoghi. Voglio ricordare che solo ricollegandoci alla storia possiamo rigenerare un territorio. E anche qui non è mai troppo tardi ricordarlo alla proprietà visto che oggi siamo agli inizi di un percorso progettuale.

Demolire la storia per far posto ai capannoni dei centri commerciali non è l’unica soluzione. Mettiamo i centri commerciali accanto o dentro la storia, pieghiamo il commercio alla cultura e non viceversa. Lasciamo elementi di memoria dei luoghi per le generazioni future.

Non consideriamo l’area Aermacchi come una periferia di una città.
Non serve parlare di cultura se non si fa cultura.

Noi demoliamo completamente quello che all’estero sarebbe considerata un’icona da congelare e visitare come museo. Non possiamo fare un museo ma manteniamo la memoria del sito salvando la testimonianza per tutelare le due anime del luogo: quella passata e quella futura.

E’ chiaro che sia necessario trovare strumenti per fare in modo che ci sia un equilibrio economico tra le parti; questo non significa non demolire ma significa scegliere cosa sia meglio preservare.

Non ci si può preoccupare solo di fare un bel progetto, occorre un buon progetto che dia la giusta importanza al bene comune al quale può e deve convivere con la valenza storica estetica dell’intervento.

Le amministrazioni dovrebbero incentivare la qualità architettonica con strumenti quali lo sconto degli oneri, per consentire ai professionisti ed ai promotori immobiliari di riqualificare aree di qualità che mantengano un forte rapporto con il luogo.

L’enciclopedia Treccani definisce la parola rigenerazione urbana come rinascita, rinnovamento radicale, che si attua in una collettività e quindi significa ricostruzione fisica ma anche ritrovare l’anima del luogo, il suo genius loci attualizzato alla contemporaneità.

In un periodo d’intensa e profonda trasformazione come l’attuale, la cosa più sbagliata sarebbe quella di negare la nostra storia, anche se agli occhi di alcuni potrebbe apparire un rudere.

L’Italia ha questo grande pregio: aver saputo trasformare, accostare, restaurare, valorizzare e riconsegnare al futuro “La Storia”. Perché non invitare i professionisti che hanno lavorato sull’area e gli amministratori a fare una riflessione su questo tema? Io mi auguro che ci sia spazio all’ascolto di chi ha a cuore il proprio territorio, di chi lo ama e lo vuole difendere.

Il Comune ha fatto un egregio lavoro con l’arch. Gianluca Gardelli e con l’assessore Andrea Civati che hanno recentemente illustrato al pubblico l’importanza della conservazione del paesaggio, presentando un progetto di salvaguardia promosso dal Comune di Varese dove sono state censite le costruzioni ante 1953 degne di conservazione nella difesa degli archetipi architettonici della città. Sono certa che la loro sensibilità potrà essere sollecitata da questa richiesta di conservazione degli elementi iconici che ricordino ai Varesini la storia della vocazione intrinseca della città al mondo dell’aeronautica.

Ricordo che l’Aermacchi ha una lunga storia imprenditoriale che ha visto nascere e crescere il design del volo a livello internazionale, proprio in quell’area oggetto di discussione e che tutto il mondo ci riconosce.

In futuro questo luogo darà spazio a diverse attività attraverso lo sport e il commercio ma non si possono dimenticare le fondamenta da cui questi nuovi edifici sorgeranno. La rigenerazione dell’area porterà alla creazione di un nuovo fulcro urbano, valorizzato dalla memoria propria del luogo.

Non è solo un mio invito ma quello di tutta la categoria degli architetti che rappresento. Facciamo nascere questa attenzione alla memoria dei luoghi senza diminuire l’entusiasmo di chi “non-vedeva-l’ora” di rigenerare quell’area, ma invitando tutti gli Amministratori e Imprenditori a non dimenticare le nostre radici.

di
Pubblicato il 18 Novembre 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.