“Ex Aermacchi, progetto che ci emoziona: Varese ha bisogno di quella piscina”

Daniela Colonna Preti presidente della PolHa (120 tesserati, 15 atleti di interesse nazionale): «La città ha "fame d'acqua". Un impianto del genere sarebbe un grande dono per tutti»

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Il progetto di sistemazione della vasta area “ex Aermacchi” di Varese continua a raccogliere pareri di vario tipo, tra chi si dice entusiasta del piano presentato da alcuni imprenditori con a capo Paolo Orrigoni e chi invece avanza dubbi di vario genere. Al primo gruppo di persone – quello contento di ciò che è previsto tra via Sanvito e via Crispi – si iscrive una società sportiva cittadina dalla lunga storia e dall’obiettivo ammirevole, la PolHa.

Ovvero il club che da 38 anni si occupa di sport disabile a vario livello (basti pensare ai 35 tesserati che hanno partecipato alle Paralimpiadi tra il 1984 e il 2018) con una attività a 360 gradi, tanto da dover richiedere la affiliazione a ben otto differenti federazioni sportive. Impossibile condensare in poche righe il palmares della PolHa che attualmente ha circa 120 tesserati con 15 atleti considerati di interessa nazionale tra nuoto, sledge hockey, snowboard e atletica leggera.

Un impegno che è reso più complicato dalle difficoltà che ci sono a livello di spazi e strutture, come ricorda la presidente Daniela Colonna Preti che, pur sottolineando la vicinanza del Comune all’attività della PolHa sottolinea come siano «38 anni che facciamo fatica a garantire spazi idonei ai nostri atleti». Un problema che riguarda in particolare un settore, quello delle piscine, e per questo motivo il progetto sull’ex Aermacchi (che prevede anche un’importante area sportiva, con un’arena per il basket e una piscina olimpionica con annessi e connessi) è visto con grande interesse dalla celebre polisportiva per atleti paralimpici.

«La PolHa  – spiega Colonna Preti – è campione d’Italia di nuoto paralimpico 2018 e 2019: abbiamo vinto tutto raggiungendo un livello agonistico invidiato in tutta Italia e nel mondo. Risultati ottenuti a caro prezzo, data la carenza di spazi acqua. Varese ha “fame di acqua” e noi ne siamo un esempio perché per allenarci dobbiamo dividerci tra le piscine del Laguna Blu, della Robur e la Comunale ma anche spostarci a Jerago, Sesto Calende, Milano e Legnano dove ora lavora Federico Morlacchi. Naturalmente non siamo la sola società a farne le spese, anche se la PolHa deve fare spesso i conti con impianti adeguati solo in parte alle esigenze dei paralimpici».

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L’incredibile oro ex-aequo ai Mondiali 2019 di Federico Morlacchi e Simone Barlaam nei 100 Farfalla S9

Colonna Preti tiene a ringraziare, nel proprio discorso, i gestori di tutti gli impianti ma ricorda anche che la attuale chiusura del palaghiaccio per rifacimento e i possibili problemi alla riapertura – la vasca progettata non sarebbe idonea per tutte le attività svolte in quella “vecchia” – sta aumentando le criticità per chi vuole praticare gli sport acquatici in città. Anche per questo motivo, quanto emerge riguardo l’ex Aermacchi è di grande incoraggiamento: «Leggere che Varese in futuro potrebbe avere una specie di cittadella dello sport, con vari impianti sportivi e addirittura una vasca da 50 metri ci ha emozionato, commosso e addirittura esaltati!» prosegue la presidente della PolHa.

«Forse vediamo solo l’aspetto positivo di questa riqualificazione, la ricaduta sulla gente, sui bambini, sugli sportivi, sulle società come la nostra che ha a che fare con i disabili. Per noi questa riqualificazione sarebbe la realizzazione di un sogno, una grande opportunità per tutti, dato che immaginiamo una realtà accessibile, idonea e fruibile da tutti. E poi, in questo momento di grande negatività e di problemi legati alla pandemia con lo sport fermo forzatamente per alcuni mesi, ricevere un segnale come questo ci dà la speranza di una vera possibilità di rinascita. Un vero dono che illumina questo Natale che quest’anno sarà così difficile per tutti».

La vasca da 50 metri, in particolare, permetterebbe al club varesino di riportare in città le proprie eccellenze: basti pensare che negli anni le punte di diamante della PolHa si sono dovute spostare a Como, a Busto Arsizio (alle “Manara”) e dal 2013 a Milano dove la presenza del già citato Morlacchi (sette podi alle Paralimpiadi, sei titoli mondiali), di Arianna Talamona (due ori e tre argenti iridati) ha dato vita a un gruppo di atleti capace di sfondare anche in campo internazionale. Uno di essi, Simone Barlaam, ha vinto sette titoli iridati e polverizzato una serie di primati mondiali di categoria. Pensare che, un domani, questa situazione possa replicarsi a Varese è sufficiente ad alimentare i sogni.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Dicembre 2020
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