La musica è vita, ma con la musica non sempre si riesce a campare
I lavoratori dello spettacolo non hanno un sistema articolato di diritti. L'iniziativa Varese Land Rock 'n' Roll è un segnale della comunità nei loro confronti
«La musica è vita». Lo slogan utilizzato dagli organizzatori di Varese land of Rock ‘n’ Roll, nel pieno della pandemia, assume un duplice significato: da una parte la musica è una componente fondamentale della nostra esistenza – perché tutti abbiamo una colonna sonora -, dall’altra per tante persone è il modo per mantenersi economicamente. (nella foto Lorenzo Bertocchini in tour)
Gli artisti e in generale i lavoratori dello spettacolo sono stati tra le categorie più penalizzate dal coronavirus. Un pò perché poco contrattualizzati, un po’ perché da sempre abituati a vivere in una precarietà immanente. E così in molti allo scoppiare della pandemia si sono ritrovati senza reti e paracaduti, nella condizione di non poter mettere insieme il pranzo con la cena. Hanno ottenuto in extremis il riconoscimento dei 600 euro, perché il sindacato ha intercettato al volo e con fatica la loro richiesta di aiuto.
Poco tempo fa la Cgil di Varese, in particolare la categoria Slc, ha organizzato un convegno dedicato a questi lavoratori. Ne è venuto fuori un quadro complesso, caratterizzato da tanti “assoli” e da poca azione collettiva. Il segretario nazionale della Slc Emanuela Bizi, che si è battuta tenacemente nella trattativa con il Governo per estendere quella misura ai lavoratori dello spettacolo, ha parlato chiaramente di «rapporto malato dei lavoratori con le imprese».
Gli artisti fanno fatica a riconoscersi come lavoratori “normali” e tendono, nonostante facciano parte di una comunità che esprime gli stessi bisogni, a considerarsi come singoli. «A questi lavoratori – ha spiegato Bizi – manca una dimensione collettiva e se non si parte dal lavoro che li unisce, come categoria e non come singoli individui, è difficile uscirne».
La pandemia nell’affossare ogni loro possibilità di lavoro è stata paradossalmente anche il riflettore che ha messo in luce la loro reale condizione. In altri paesi, come per esempio la Francia, esiste da tempo un sistema ben articolato di tutele, mentre in Italia un sistema di diritti per questi lavoratori è ancora tutto da costruire. Secondo la Cgil, andrebbe superata la contrapposizione tra autonomo e subordinato e si dovrebbe inserire un ammortizzatore sociale di continuità piuttosto che un’indennità di disoccupazione.
L’iniziativa di Varese Land Rock ‘n’ Roll, organizzata dal promoter Pino Tuscano e Fiorenzo Croci, dell’associazione cult Il Cavedio, in partenariato con l’amministrazione comunale, ha come missione principale quella di dare spazio e offrire possibilità ai suoi artisti, in questo momento disoccupati.
È un piccolo punto di luce in una fase buia della storia, è vero. Ma è importante che quel punto resti acceso almeno nella comunità di appartenenza di questi lavoratori che rischiano di essere messi in coda alle mille priorità del Paese.
Nessuno si deve sentire escluso, soprattutto in questo momento, perché il rock and roll è qui per restare (Rock and roll is here to stay). Parola di Neil Young.
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