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Angelucci (Uniascom): “La zona rossa può infliggere il colpo finale all’abbigliamento e calzature”
Il presidente provinciale di Federmoda e di Uniascom, lancia l’allarme: «Il nuovo provvedimento compromette la stagione dei saldi. Anche nella nostra provincia migliaia di posti di lavoro a rischio»
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«La zona rossa rischia di infliggere il colpo finale al settore dell’abbigliamento e delle calzature». L’allarme lanciato da Confcommercio a livello regionale risuona forte anche in provincia di Varese: «I provvedimenti di questi mesi hanno gettato in una crisi senza precedenti i pubblici esercizi. Ora il nuovo giro di vite andrà ad infierire anche su tutte le altre attività commerciali che già sono state massacrate dal lockdown di novembre e dalle le chiusure di dicembre. Un provvedimento feroce quello assunto ieri dal ministro Speranza, nel pieno della stagione dei saldi, che nella nostra regione sarà completamente compromessa».
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NEL VARESOTTO DIECIMILA POSTI DI LAVORO A RISCHIO
Giorgio Angelucci, presidente di Uniascom provincia di Varese e di Federmoda provincia di Varese non usa mezzi termini. Il suo pensiero va al settore moda, che sul nostro territorio conta oltre 3.000 attività (quelle lombarda sono 34.000) e dà occupazione a oltre 10.000 addetti. «Stanno mettendo a grave rischio – sottolinea Angelucci – il futuro di migliaia e migliaia di famiglie. Come sostiene il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti, le due settimane di zone rossa rischiano davvero di essere la pietra tombale per molte attività: abbigliamento e calzature, ma anche casalinghi, pelletterie e valigerie».
SUBITO RISTORI ADEGUATI ALLE PERDITE REGISTRATE
Il numero uno provinciale di Federmoda sottolinea con rammarico l’ennesimo “assist” da parte del Governo «al commercio online». «A maggior ragione – conclude Angelucci – se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci, sostanziali e adeguati alle perdite registrate, il sistema rischia di crollare. Così come la vita di tanti centri storici e delle città stesse. Devono farci riaprire al più presto, i nostri negozi sono sicuri».
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