Capitali coraggiosi, Stefano Guidotti nel team di P101
Il manager varesino vanta una solida esperienza nel mondo del venture capital italiano ed europeo
Stefano Guidotti diventa partner della società di venture capital P101. Un passaggio importante considerata l’esperienza italiana ed europea del manager varesino nel settore degli investimenti dei capitali “coraggiosi”.
Quarant’anni a settembre, Guidotti ha alle spalle un solido curriculum: fino all’anno scorso alla guida di MIP (Milano Investment Partners sgr spa), è stato tra i cofondatori di U-Start, uno dei principali attori di venture capital in sud Europa. L’esperienza nel settore unita alla sua sensibilità in tema di sostenibilità e climate-tech, rendono ulteriormente strategico il suo ingresso in P101 in qualità di partner.
Guidotti entra a far parte del team a supporto nella gestione di fondi esistenti e nuovi prodotti, in particolare nel consumer-tech, negli investimenti early growth, cioè quelli necessari per far decollare le startup, ma soprattutto nel purpose driven-tech.
La parola chiave di questa nuova avventura professionale è proprio purpose, cioè scopo. Guidotti è stato ispirato dalle parole della commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, secondo cui «i cinesi hanno tutti i dati e gli americani hanno tutti i soldi. Ma quando vedo cosa abbiamo in serbo per noi in Europa, vedo che abbiamo uno scopo».
Il nuovo partner di P101 è dunque il linea con i tempi. La svolta green dell’Europa e più in generale la lettura finalistica della realtà economica in chiave di sostenibilità e responsabilità e non solo di massimizzazione del profitto, segnano il passaggio dal valore ai valori. La sostenibilità economica di una startup è dunque un fine che può essere raggiunto attraverso due strumenti: la sostenibilità ambientale e sociale.
Non è dunque un caso che Guidotti sia approdato in P101. Questa sigla che sta per “Programma 101” è il nome del primo personal computer comparso sul mercato a metà degli anni Sessanta, progettato da un vero e proprio pioniere dell’informatica, l’ingegner Pier Giorgio Perotto, e prodotto in Italia dalla Olivetti.
Quando la “Programma 101” debuttò sul mercato, il visionario Adriano Olivetti – che ci aveva provato con l’Elea 9003, il primo computer a transistor – era già morto da cinque anni. Ma quel primordiale desktop, che si può ancora ammirare al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, ne raccoglieva tutta l’eredità creativa che aveva un solo scopo: esprimere i valori di verità e bellezza.
L’alleanza tra pubblico e privato salva il venture capital dalla pandemia
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