Il cortile d’onore di palazzo Estense intitolato a Enrico Bonfanti, primo sindaco di Varese dopo la Liberazione
L’Amministrazione comunale di Varese dedicherà al primo sindaco nominato dopo la seconda guerra mondiale il cortile d'onore. In attesa della conclusione delle procedure, prevista una targa commemorativa
L’Amministrazione comunale di Varese, accogliendo la proposta della sezione varesina dell’Istituto Calogero Marrone, dedicherà a Enrico Bonfanti il cortile d’onore di palazzo Estense, un luogo in città che abbia maggiore visibilità rispetto al vicolo fino ad oggi a lui dedicato nel cuore del centro storico di Sant’Ambrogio.
Per intitolargli il cortile d’onore è stata messa in atto la complessa procedura burocratico amministrativa, che si concluderà solamente tra qualche mese. Nel frattempo nel luogo individuato è stato inaugurato un cartello commemorativo con una sintesi dell’avventurosa esperienza umana e politica di Bonfanti, nato a Varese nel 1901 e qui morto nel 1964.
Originario del quartiere di Giubiano, Bonfanti lavorava come operaio verniciatore al Calzaturificio di Varese, dove iniziò la sua attività politica proprio negli anni tumultuosi dell’avvento del fascismo.
Iscritto al Partito Comunista, non tardò a finire nelle maglie della polizia del regime per il suo impegno di responsabile politico sindacale. Nel 1927, arrestato per cospirazione e attività sovversiva, fu condannato a cinque anni di carcere che scontò in diverse città italiane. Rifiutò la grazia che era stata richiesta dalla madre e per la quale si erano espressi favorevolmente anche la polizia e i carabinieri di Varese.
A fine detenzione un ulteriore processo politico lo inviò al confino a Ventotene. Esule in Svizzera e in Francia fu volontario nella guerra di Spagna contro le truppe franchiste a fianco delle Brigate Internazionali. Negli anni della guerra finì internato in Francia e in Belgio. In seguito, istradato in Italia, fu nuovamente arrestato e mandato al confino.
Dopo l’8 settembre tornò a Varese per unirsi ai partigiani della 121a Brigata Garibaldi Walter Marcobi, e dopo la Liberazione fu nominato sindaco della città dal Comitato Liberazione Nazionale dell’Alta Italia: aveva 44 anni e ricoprì tale incarico fino al marzo 1946.
Fece approvare dal Consiglio comunale la riabilitazione di Calogero Marrone, già capufficio dell’Anagrafe varesina che nel 1944, durante l’occupazione tedesca, era stato sospeso dal servizio dal Podestà Cappelletti per aver collaborato con la rete di aiuto agli ebrei in fuga verso la Svizzera. Arrestato e inviato al lager di Dachau, Marrone vi morì due mesi prima della Liberazione.
Esistono poche immagini di Bonfanti, uomo minuto dall’aspetto semplice, che divenne sindaco per volontà unanime degli antifascisti varesini che avevano contribuito alla Liberazione dell’Italia superando le tante diversità ideologiche.
Una delle poche fotografie esistenti lo ritrae il 23 luglio del 1945, giorno in cui la città di Varese accolse il colonnello Usa Charles Poletti, italo americano di madre varesina, punta di diamante degli Alleati in Italia, per conferirgli la cittadinanza onoraria. Dopo l’esperienza amministrativa Bonfanti si ritirò dalla vita politica attiva.
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