Piccolo glossario per seguire meglio le regate (e gli articoli) di canottaggio

Cosa significa "barca olimpica"? E "peso leggero"? E "due di coppia". I termini usati in questo sport non sono facili da capire per chi non è un appassionato in senso stretto. Proviamo ad aiutarvi in vista degli Europei di Varese

mondiali di canottaggio plovdiv 2018 sara bertolasi alessandra patelli

Dal 5 all’11 aprile, Varese ospiterà due manifestazioni internazionali di canottaggio concatenate l’una con l’altra: i primi tre giorni saranno dedicati alle regate di qualificazione olimpica della zona europea (QUI le spieghiamo meglio), gli ultimi tre invece ai Campionati Europei assoluti. Tutto facile da capire per chi, per lavoro o per passione, segue abitualmente la disciplina del remo, meno per tutti coloro – curiosi, appassionati di altri sport, neofiti, politici e via discorrendo – non hanno questa confidenza.

Per questo motivo vi proponiamo un piccolo vademecum che – speriamo – possa aiutare i meno esperti a districarsi tra le tante terminologie legate al canottaggio. Una disciplina molto diffusa in provincia di Varese, un territorio che nel corso degli anni ha espresso numerosi campioni capaci di salire sui podi più importanti, dalle Olimpiadi ai Mondiali, dagli Europei alla Coppa del Mondo.

IL CANOTTAGGIO E I SUOI “PARENTI”

Il canottaggio olimpico, quello che comprende le regate della Schiranna e che è più noto al pubblico, si disputa su barche a remi dotate di “carrelli” scorrevoli su cui siedono gli atleti. Questa disciplina è disputata ai Giochi Olimpici moderni fin dalla seconda edizione (1900) ed è di gran lunga la più conosciuta e praticata a livello mondiale.
In provincia di Varese molti conoscono il canottaggio a sedile fisso per il quale si usano imbarcazioni differenti e non dotate del carrello scorrevole: le gare di questa specialità si disputano sotto l’egida di una federazione diversa (FICSF) rispetto alla Federazione Italiana Canottaggio (FIC). Altro ancora è lo sport della canoa e kayak, che ha regolamenti, materiali e federazione (FICK) ben distinti.

LE SPECIALITÀ

Le discriminanti per distinguere le varie specialità del canottaggio sono le seguenti: genere degli atleti (femminile o maschile), numero di atleti di equipaggio, presenza (o meno) di un timoniere, numero di remi utilizzati da ciascun canottiere, peso dei partecipanti.

Equipaggio – Le imbarcazioni possono essere condotte da 1, 2, 4 o 8 atleti per volta. A questi si può aggiungere il timoniere; in questo caso si parla di una barca “con” (es. due con, quattro con); nel caso dell’otto, il timoniere è sempre presente (si parla solo di “otto” ed è l’unica “barca olimpica” – vedi sotto – che lo prevede).
Remi – Quando si sente il termine “di coppia” (es. due di coppia) significa che ogni atleta utilizza due remi per la vogata; il contrario (un solo remo a testa) è detto vogata “di punta”. Termini come “doppio” o “quadruplo” indicano a propria volta la vogata di coppia (es: il doppio pesi leggeri è il due di coppia pesi leggeri).
Peso – I concorrenti iscritti alle manifestazioni remiere si dividono in due grandi gruppi di peso: i “senior” e i “pesi leggeri”. Il confine tra le due categorie è appunto il peso corporeo dell’atleta ed è fissato in 72,5 Kg per gli uomini e 59 Kg per le donne: al di sopra di questa soglia si è considerati senior, al di sotto “PL”. I singoli equipaggi leggeri (escluso il singolo) devono rispettare anche il peso medio per ogni atleta che dev’essere inferiore ai 70 Kg per gli uomini e ai 57 Kg per le donne. 

elia luini lorenzo bertini canottaggio 2012
Il gaviratese Elia Luini – a sinistra nella foto – era uno specialista del “doppio” (o due di coppia) pesi leggeri maschile

BARCHE OLIMPICHE E NON OLIMPICHE

A chi capita di leggere articoli di canottaggio, sarà accaduto di imbattersi in termini quali “imbarcazione non olimpica” o al contrario “specialità olimpica”. Non tutte le specialità del canottaggio infatti vengono disputate ai Giochi: quelle che fanno parte del programma a cinque cerchi sono quindi considerate più importanti e solitamente vengono praticate da un maggior numero di atleti.
Nelle competizioni internazionali (come Mondiali, Europei e Coppa del Mondo) sono previste invece le regate di tutte le discipline riconosciute dalla FISA, la federazione mondiale del remo.
Le barche olimpiche sono attualmente: singolo (maschile e femminile), due di coppia (maschile e femminile), doppio pesi leggeri (maschile e femminile), due senza (maschile e femminile), quattro di coppia (maschile e femminile), quattro senza (maschile), otto (maschile e femminile).

LA FORMULA

Gli eventi internazionali sono strutturati sempre nello stesso modo, anche se il numero di partecipanti per ogni specialità può eventualmente allungare i tempi. I turni previsti per ogni specialità sono quattro ma in caso di poche barche iscritte, il programma viene accorciato di conseguenza. Ecco comunque i diversi turni di cui si compone una gara:
batteria (la prima regata di qualificazione: le migliori barche accedono direttamente alle semifinali)
recuperi (una seconda possibilità per chi non è andato in semifinale con le batterie. Chi viene eliminato a questo punto, è destinato a disputare le finali minori)
semifinali
finali (oltre a quella principale, si disputano anche quelle – B, C, D – di classificazione)

LE REGATE

Ogni singola regata si disputa sulla distanza dei 2.000 metri. Le imbarcazioni partono in linea (dai cosiddetti barchini di partenza) e procedono in linea retta all’interno delle corsie – delimitate da piccole boe galleggianti – che in gergo sono dette acque (es: Italia in acqua 4). Il tempo di percorrenza dipende ovviamente dalla bravura e dal numero di atleti impiegati. Gli intertempi sono misurati ai 500, ai 1.000 e ai 1.500 metri. Generalmente ogni regata è disputata da sei imbarcazioni.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Marzo 2021
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