
Seduta sul cofano della volante a Varese, il sindacato: “Forze dell’ordine sacre e inviolabili”
Il fatto avvenuto lo scorso 9 aprile ha destato preoccupazione fra gli operatori. Coisp Varese plaude alla “professionalità estrema degli agenti" che non hanno ceduto alle provocazioni

Gli agenti che lo scorso 9 aprile hanno dovuto fronteggiare una situazione difficile, con una ragazza che si è seduta sul cofano dell’auto di servizio, hanno ricevuto il plauso pubblico di Luigi Fonzo e Andrea Albizzati, della segreteria provinciale COISP Varese.

Gli agenti, si legge in una nota, “non hanno ceduto alle puerili provocazioni di una giovane, che con atteggiamento provocatorio, per impedire la ripartenza della vettura, dapprima si è indebitamente seduta sul cofano della stessa e successivamente, nel momento in cui si è resa conto che la sua azione non poteva continuare, si è permessa di dare un calcio al paraurti danneggiandone la targa, dimostrando sprezzo delle regole sancite dal codice penale (per cui è stata opportunamente deferita all’A.G.competente) ed anche un atteggiamento fuori dal contesto della civile convivenza“.
Scrivono Fonzo e Albizzati: «Le autovetture e le divise della Polizia di Stato, come dei Carabinieri e delle altre Forze dell’ordine sono “sacre ed inviolabili”, perché rappresentano valori e virtù sanciti indissolubilmente dal nostro ordinamento. Vedere una ragazzina dare un calcio od oltraggiare questi simboli è fortemente diseducativo».
Dalla segreteria provinciale COISP Varese rivolgono «quindi un plauso ai colleghi della Squadra Volante della Questura di Varese per aver operato con professionalità estrema senza cedere alla provocazione ricevuta nel corso di momento operativo delicato come un accompagnamento in auto e, contestualmente, auspichiamo che la giovane possa comprendere che dare un calcio alla macchina della Polizia, danneggiarla e ostacolare comunque un servizio è di per se intollerabile oltre che illecito».
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Purtroppo l’unico deterrente per sanzionare certi comportamenti vandalisti non servono “prediche” ai responsabili ma toccarli nel portafoglio loro o, se minorenni, dei genitori. Secondo me questo è l’unico orecchio che possono sentire mentre tutto il resto li lascia indifferenti.