Il don che racconta Fabrizio De Andrè agli studenti di Luino
“Parole in prestito” è stato il tema dell'incontro fra Salvatore Miscio e i ragazzi dell'ISIS “Città di Luino - Carlo Volonté
«L’adolescenza è il tempo in cui si affinano le competenze della ricerca», queste le parole con le quali sabato 29 maggio in video conferenza, presso l’ISIS “Città di Luino – Carlo Volonté”, Don
Salvatore Miscio, autore del libro “Dio del cielo vienimi a cercare- Faber uomo in ricerca”, ha
esordito nella sua lezione su Fabrizio De André.
Un incontro che si inserisce come tappa finale di un percorso didattico e formativo sull’analisi del
testo poetico svolto dalla prof.ssa Chiara Grifa nelle sue classi del primo biennio.
«Don Salvatore Miscio, un prete in ricerca, ha condiviso dei passi nell’itinerario della sua ricerca
personale, passi messi accanto ad altri compagni di strada, per ricordarci che siamo segnali
stradali, siamo segni portatori di realtà. E gli adolescenti sono coloro che guardano la realtà con il
coraggio di smarginarla attraverso i sogni, tessendo coraggiose trame. Don Salvatore ama parlare
di competenze, quelle specifiche dell’adolescenza, come il conflitto. Imparare dal conflitto vuol
dire assumere la competenza del cercare, chi non entra in conflitto difficilmente sperimenterà
altro», spiega la prof.ssa Grifa.
Nel cantautore genovese le competenze tipiche dell’adolescenza caratterizzano in modo unico le sue poesie, le cui parole, figlie di un vocabolario emotivo nuovo, conducono il lettore verso
qualcosa di più grande e consacrano De André come il cantautore della realtà per eccellenza, che
si lascia andare alla pietà che “non cede al rancore”.
Poeta degli ultimi, capace di immergersi nei vicoli della “Città vecchia” e invitare il lettore a non giudicare da buon borghese, a non perfezionare l’arte della valutazione, ma dell’incontro con i
vinti, che sono i futuri vincitori.
Tale incontro è stato un regalo che la prof.ssa Grifa ha voluto fare ai suoi alunni, un regalo che
racchiude un percorso didattico, letterario e umano nel quale non si è mai perso il senso della
ricerca e della passione «l’unica categoria che può permettere ai nostri giovani l’avvento di una
nuova primavera», continua la prof.ssa Chiara Grifi.
Un cammino impreziosito da letture importanti come il romanzo di Leonardo Sciascia “Il giorno della civetta” nel quale le parole dello scrittore siciliano, al pari del cantautore genovese, mettono in guardia i lettori dal rischio del perbenismo, e invitano a cercare nuove strade, nuovi percorsi, in nome della realtà, sempre più impellente e viva.
«Credo che questo sia il senso e l’epilogo più bello di un anno scolastico travagliato e inusuale, un ringraziamento particolare alla dirigenza del nostro istituto, dove quotidianamente e silentemente professori animati di passione e dedizione si impegnano tutti i giorni ad accompagnare i nostri ragazzi nella lettura e nella comprensione del grande libro del mondo», conclude la prof.ssa Grifi.
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