Maxi truffa ai danni del Comune di Induno Olona, cade l’accusa di abuso d’ufficio per il sindaco Cavallin
Il sindaco di Induno Olona annuncia che gli è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari per la maxi truffa ai danni del Comune che nel novembre 2019 portò all'arresto de responsabile dell'ufficio tecnico comunale
Il sindaco Marco Cavallin annuncia la chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Varese per la maxi truffa ai danni del Comune di Induno Olona che nel novembre 2019 portò all’arresto di tre persone, tra cui il responsabile dell’ufficio manutenzioni comunale.
«In relazione alle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Comune nel novembre 2019, ritengo doveroso e corretto, come ho sempre fatto, aggiornarvi sulla mia situazione personale – scrive Cavallin in un messaggio ai suoi concittadini – Pochi giorni fa mi è stato notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari, da parte della Procura della Repubblica di Varese. Dopo lunghe e dettagliatissime indagini, la Procura della Repubblica ha escluso ipotesi di qualsivoglia mia corresponsabilità nei gravi reati che alcuni hanno commesso a danno del nostro Comune, chiedendo al Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione di questa ipotesi di reato».
Cavallin, che dal novembre 2019 non è ancora stato ascoltato dagli inquirenti, era indagato per abuso d’ufficio (l’ipotesi di reato per cui è stata chiesta l’archiviazione) e per omessa denuncia: «Nel documento apprendo tuttavia che mi viene invece contestato di non avere sporto denuncia nei confronti del dipendente comunale reo, secondo la medesima Autorità, di avere commesso quei reati – spiega il sindaco – Nel rispetto della riservatezza che deve accompagnare le indagini giudiziarie, tengo a precisare la mia totale estraneità a quest’accusa. Finalmente adesso avrò la possibilità di presentare la mia versione dei fatti, confidando sempre nel lavoro della magistratura».
Anche se l’omessa denuncia è un’ipotesi di reato di minore gravità, sanzionato con una multa, Cavallin ribadisce la sua totale estraneità a tutta la vicenda: «Per quanto l’ipotesi rimasta, contemplata dall’art. 361 del Codice penale, sia sanzionata con una una multa da 30 a 516 euro, è fondamentale per me che sia chiaro ed inequivoco che la mia serenità, deriva dall’assoluta certezza di non avere nessuna responsabilità in questa vicenda. Anche se si tratta di un contestazione, per così dire, minore, nessuna ombra, anche lieve può rimanere in ordine alla mia correttezza e sono certo di poter dimostrare in modo cristallino quanto ho appena detto».
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Che brutta consuetudine quella di assolvere amministratori pubblici dopo averli indagati e dopo qualche anno. Nel frattempo i malcapitati, anche se in buona fede, non hanno trascorso anni felici. Fiducia nella magistratura sempre (guai se negli ultimi 40 anni non ci fosse stata) ma un po’ meno fiducia nei lazzaroni.