Metamorfosi urbana: dalla casa del sole al palazzo delle tasse di Varese
La diciannovesima tappa della rubrica di Fausto Bonoldi racconta la vocazione precedente a quella di palazzo delle tasse per l'edificio di via Frattini: era una colonia elioterapica
Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
Metamorfosi urbana, diciannovesima puntata: dalla casa del sole al palazzo delle tasse
Il mastodontico palazzo degli Uffici finanziari di via Frattini fu costruito tra la fine degli Anni Sessanta e l’inizio degli Anni Settanta nell’area del Gaggianello dove un tempo sorgeva la Colonia elioterapica.
La struttura adibita a ospitare a turno durante le vacanze estive cinquecento ragazzi varesini fu costruita nel 1934, in soli sei mesi, su un terreno di 10mila metri quadrati ceduto a prezzo di favore da Edoardo Chiesa, al tempo titolare della Birreria Poretti.
L’edificio della colonia fu progettato dall’Ufficio tecnico del Comune diretto dall’ingegner Alberto Alliaud secondo i canoni di un sobrio monumentalismo: al centro il grande salone, di otto metri di altezza, con il lato frontale aperto, destinato alla refezione; ai lati due corpi più bassi e curvilinei con i servizi, l’infermeria, la direzione e l’abitazione del custode.
La non invasiva struttura lasciava vedere, tra gli alberi del parco, la villa in origine Esengrini e oggi nota come Villa Montalbano dal nome del colle bostese su cui sorge. L’elegante edificio progettato dall’architetto Emilio Alemagna lo si può intravedere ancor oggi ma da un punto più avanzato della via Frattini.
E a proposito di uffici finanziari aggiungiamo che un progetto, redatto dagli ingegneri Alliaud e Antonino Mazzoni alla fine degli Anni Venti, che prevedeva la costruzione della “casa delle tasse” in via Dandolo, rimase nei cassetti dell’Amministrazione comunale.
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