No safety?Stop work: se il lavoratore avverte un rischio ha il diritto di fermarsi
Cgil, Cisl e Uil inizieranno ad incontrare fin da subito le istituzioni e le controparti del territorio. "Bisogna assumere nuovi ispettori del lavoro, sancire la formazione come diritto universale e attuare una riforma seria delle politiche attive del lavoro"
Quella giocata da Cgil, Cisl dei Laghi e Uil è solo la partita d’andata. Una volta fatto il giro dei tavoli istituzionali e aver sentito le controparti ci sarà anche quella di ritorno. In gioco c’è un trofeo che sembra da anni irraggiungibile, la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, ma questa volta il sindacato è determinato a far passare la propria piattaforma che include una serie di innovazioni che potrebbero incidere su questa tragica realtà.
Dall’assemblea territoriale con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) che si è tenuta al Circolo Cooperativa di viale Belforte a Varese, coordinato da Marco Contessa, responsabile del dipartimento sicurezza della Cisl dei Laghi, a cui hanno partecipato Stefania Filetti, segretaria della Cgil, Antonio Massafra, segretario della Uil, e numerose rls e rlst che operano sul territorio, sono emersi molti spunti.
IL NUMERO DEGLI INFORTUNI È TROPPO ALTO
«In una fase di ripresa aumentano gli infortuni gravi e mortali, ma è da anni che il sindacato a livello nazionale denuncia un progressivo disimpegno da parte dello Stato: ci vogliono più controlli e più formazione». Stefania Filetti parte da una considerazione che alla luce dei numeri è difficile da confutare. I due infortuni mortali avvenuti recentemente in provincia di Varese, senza dimenticare la morte dell’operaio di Albizzate deceduto a Torino, sono solo la parte più dolorosa di una piaga che nel 2020, in provincia di Varese, ha generato ben 10.047 infortuni sul lavoro, tanti sono quelli denunciati all’Inail. «Ogni anno, dal 2015 al 2019, sono morti più di mille lavoratori a causa degli infortuni – ha sottolineato la segretaria della Cgil -, persone che escono per lavorare senza fare più ritorno a casa. A cui si aggiungono gli infortuni gravi, anch’essi in aumento, e le malattie professionali».
ANCHE L’IMPRENDITORE VA FORMATO SULLA SICUREZZA
Le rls e rlst presenti all’assemblea hanno fatto un quadro della situazione molto preciso nei settori di appartenenza. Uno dei punti fondamentali è la nuova piattaforma nazionale che sembra soddisfare le esigenze di innovazione, a partire dal ruolo del medico competente che «potrebbe spezzare quell’inevitabile sudditanza che c’è con l’imprenditore», titolare dell’effettivo potere decisionale sulle iniziative idonee da prendere per neutralizzare le situazioni di rischio. Quindi anche il datore di lavoro va formato e a proposito di formazione il sindacato chiede un doppio aumento: quantitativo, cioè delle ore dedicate, e qualitativo, ovvero delle modalità di erogazione. Ma la parte più interessante riguarda il cosiddetto “No safety? stop work” ( se non sei sicuro fermati). Se dunque il lavoratore è consapevole che esiste un pericolo, si ha il diritto -dovere di fermarsi. Per esempio se viene messo a lavorare su un macchinario datato e non conforme.
LE RLST NON SONO CONSULENTI DEL DATORE DI LAVORO
Alcune Rlst, sigla che sta per rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, utilizzate in quelle aziende che non hanno un rls, in particolare nel commercio, nell’edilizia e in genere nell’artigianato, hanno invece denunciato l’anomala condizione che vivono («Ci sentiamo un pò avulsi dal sistema»), in quanto spesso vengono scambiati per consulenti dell’imprenditore. Etichetta difficile da togliere perché le rlst con i lavoratori hanno per ovvi motivi «un rapporto superficiale e temporaneo».
UN TAVOLO PROVINCIALE E UN ASSESSORE ALLA PARTITA NEI COMUNI
Le conclusioni dell’assemblea affidate al segretario della Uil, Antonio Massafra, hanno espresso una linea d’azione comune del sindacato che appare molto determinato a dare corso fin da subito alle proposte emerse durante i lavori «Già da oggi pomeriggio abbiamo incontri con le controparti e le istituzioni del territorio. Ecco perché abbiamo voluto ascoltarvi» ha esordito il segretario della Uil provinciale. E per ricordare che si fa sul serio, Massafra ha evocato la pressione fatta a mezzo stampa, durante l’emergenza Covid, ai vertici dell’Ats per avere i dati reali sul contagio nelle rsa della provincia.
Massafra propone l’istituzione di un assessorato alla sicurezza sul lavoro in ognuno dei 138 comuni della provincia di Varese. «Noi manderemo un messaggio forte – ha concluso il segretario della Uil – perché sulla sicurezza e la vita delle persone non di deve abbassare la guardia. Bisogna assumere nuovi ispettori del lavoro, sancire la formazione come diritto universale e attuare una riforma seria delle politiche attive del lavoro. Fare investimenti massicci in formazione e prevenzione deve essere una scelta politica di questo Paese».
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