Il karaoke in carcere, una terapia che fa bene alla mente dei detenuti
Una cinquantina di detenuti si sono messi in gioco cantando, chi bene e chi male, grazie ad un'idea dello psicologo Giuseppe Amoruso. La direttrice Santandrea entusiasta
Il karaoke entra in carcere come terapia per i detenuti ed è subito un successo, tra ugole d’oro e stonature.
Oggi, mercoledì 21 luglio, la Direttrice della Casa Circondariale di Varese, Carla Santandrea, e il responsabile dell’Area pedagogica, Domenico Grieco, in collaborazione con l’Area Sanitaria della struttura per favorire ed incrementare le attività interne nella stagione estiva ha accolto la proposta dello psicologo dell’ASST Giuseppe Amoruso (che si diletta nel karaoke e nel piano bar) di effettuare insieme a due professionisti della comunità esterna, Carlo Campi (in arte “Karaoke dj music INCAS”), e Paola Bertero, un karaoke in favore dei detenuti dell’Istituto.
L’iniziativa musicale ricreativa, svoltasi in 2 sessioni per evitare assembramenti, è stata apprezzata moltissimo dai ristretti (hanno partecipato in totale quasi 50 detenuti) che hanno cantato (alcuni bravissimi) e si sono “messi in gioco”, in alcuni casi anche stonando, ma comunque partecipando attivamente all’evento.
Si ringrazia, altresì, in particolare il responsabile sanitario Domenico Capaccioni che ha offerto gli alimenti per cucinare una pizza (stesa e preparata benissimo dai detenuti) offerta a tutti i partecipanti, al termine di ogni sessione di karaoke, Sergio Incerrano, che ha cantato mostrando una gran voce, e tutto il personale di Polizia Penitenziaria oggi in servizio.
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