Bianca Pitzorno vince il Premio Chiara 2021
Il romanzo "Sortilegi" (Bompiani) ha vinto la XXXIII edizione del Premio Chiara con 58 voti dalla giuria. Secondo classificato Carlo Lucarelli e terzo Antonio Franchini
Bianca Pitzorno ha vinto il Premio Chiara 2021: è stata premiata dalla giuria (composta da 150 lettori) con 58 voti su 142 schede spogliate. L’autrice ha partecipato con Sortilegi edito da Bompiani: la premiazione, condotta dal giornalista Vittorio Colombo e da Bambi Lazzati, è avvenuta oggi pomeriggio, domenica 17 ottobre, nella sala napoleonica di Ville Ponti a Varese.
Secondo classificato con 46 voti Carlo Lucarelli, con la raccolta L’incredibile prima di colazione (Solferino), e terzo con 38 voti Antonio Franchini con Il vecchio lottatore e altri racconti postemingueiani (NNeditore).
«Grazie a chi mi ha votato e ai miei due compagni d’avventura – ha detto la scrittrice – Grazie alla passione e all’impegno di Bambi Lazzati nel portare avanti il premio».
Il momento dello spoglio dei votiIl premio è giunto alla trentatreesima edizione, uno storico traguardo per cui il presidente dell’associazione Amici di Premio Chiara, Romano Oldrini, ha voluto ringraziare i promotori del premio, primo fra tutti Federico Roncoroni, discendente dello scrittore scomparso quest’anno.
Sortilegi e “le streghe moderne”
Sortilegi è una silloge di tre racconti – uno più lungo e gli altri due brevi – che attingono alla realtà storica, spesso molto lontana, e sono legati tra di loro dal fil rouge del sortilegio. Pitzorno tratta dei temi molto attuali come il rifiuto, il peccato della bellezza e di una comunità che, spaventata, cerca il capro espiatorio contro cui scagliarsi violentemente. L’idea del primo racconto, La strega, «è nata negli anni Novanta», ha raccontato alla gremita platea, «quando Piero Ventura si è inventato la storia di una ragazza sopravvissuta alla peste manzoniana in Toscana, che si convince che tutti siano morti e che lei sia l’unica rimasta».
Così, la protagonista del racconto di Pitzorno, Caterina, vive in solitudine nella casa di famiglia ma – ha avvisato la scrittrice – non è una ragazzina come Robinson Crusoe: «Caterina viene aiutata dalla natura, non viene abbandonata. Poi questo aiuto viene interpretato come un intervento del demonio». «Negli anni ho rielaborato la storia chiedendomi come la ragazza se la sia cavata da sola», servendosi di numerosi studi fatti da Pitzorno negli anni sugli enfants sauvages, elaborando un vero e proprio studio sulla solitudine. Gli altri due racconti, Maledizione e Profumo, sono incentrati sulla potenza della parola.
Ma chi sono le streghe di oggi? «Tutti quelli che noi riteniamo pericolosi: gli omosessuali, i transgender, gli immigrati; tutti quelli che minacciano l’equilibrio di una società che difficilmente riesce a tenersi in piedi».
La premiazioneGli altri finalisti al Premio Chiara
Antonio Franchini ne Il vecchio lottatore indaga il senso della vita e della morte, rivelando le fragilità e le paure dell’uomo contemporaneo: «Agonia e agone hanno la stessa radice – ha raccontato lo scrittore – ma il mio unico orizzonte non è quello della lotta». Infatti, più che la dimensione della vittoria viene esplorata dalla penna di Franchini la sconfitta, insieme alla caduta e al dolore: «Lottare è un’esperienza traumatica – anche intesa in maniera metaforica come la vita -, una volta che si impara a cadere, il dramma è più gestibile».
Pitzorno con Franchini e LucarelliErnest Hemingway è il narratore di riferimento di Franchini, non solo per i temi affrontati nei racconti e nei romanzi, ma già a partire dal titolo di uno dei racconti che ricorda molto Il vecchio e il mare: «I fiumi mi cono molto cari perché rappresenta quello che mi manca, visto che io sono nato vicino al mare. Sono concentrati, esattamente come il racconto. Il mare per me è come il romanzo. Quando vado al fiume ho la sensazione di di cogliere tutto ciò che mi circonda, esattamente come quando scrivo un racconto».
Con i racconti scritti in taglio giornalistico de L’incredibile prima di colazione, Carlo Lucarelli è uscito dalle tematiche e dalle ambientazioni tipiche dei suoi romanzi gialli e polizieschi. «Ho sempre cercato di raccontare storie vere – ha spiegato Lucarelli – ma questa volta ho scritto tante storie normali che capitano a me e che possono capitare tutti, cercando di raccontarle in un modo che non sempre svela tutto».
I commenti delle autorità
Giacomo Mazzarino, dirigente della Camera di Commercio di Varese, si è complimentato per la vittoria e per la folta partecipazione: «Complimenti a tuti quelli che hanno partecipato al premio, giovani e scrittori affermati».
«La Fondazione Comunitaria del Varesotto promuovere la cultura ambito provinciale e il Premio Chiara è un fiore all’occhiello per questa città e per questo territorio», ha affermato Maurizio Ampollini, presidente della Fondazione che è partner del premio letterario.
Per Manuele Bertoli, consigliere si stato della Repubblica del Canton Ticino, è un piacere «assistere a questo momento di premiazione: è la seconda volta da quanto sono in carica. Sono grato al Premio Chiara di esistere da così tante stagioni, racconti capaci di restituire situazioni e personaggi e contesti in poche righe e in un tempo indefinito». Bertoli ha poi sottolineato l’importanza di un premio che leghi indissolubilmente Italia e Svizzera: «Un’amicizia sottolineata anche dal lago. Il Premio Chiara unisce questi due paesi, anche sotto il profilo culturale, ed è importante che le radici storiche di questa amicizia si consolidino in tutti i settori».
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