Il faccia a faccia tra Bianchi e Galimberti a Varese
Nella Sala Campiotti della Camera di Commercio si è svolto il confronto finale dei due candidati sindaco prima del ballottaggio
Si è svolto nella Sala Campiotti della Camera di Commercio di Varese il faccia a faccia tra Davide Galimberti e Matteo Bianchi, l’ultimo confronto elettorale prima del turno di ballottaggio. La serata, organizzata da Varesenews, è stata trasmessa in streaming sui canali Youtube e Facebook di Varesenews. Ha moderato l’incontro tra i due candidati Marco Giovannelli, direttore di Varesenews.
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Marco Giovannelli, dopo aver ringraziato i due candidati, ha esordito con una parola chiave: “consapevolezza” relativa alla bellezza dello spazio dove si vive. «Varese è un patrimonio non solo dei varesini, ma anche a livello nazionale. Questo momento con i candidati sarà condiviso con quattro persone fondamentali che tratteranno i temi di economia, sanità, sport e università».
I CANDIDATI SI PRESENTANO
Davide Galimberti. «Il confronto in presenza è una novità importante visto il periodo. Sono varesino nato e cresciuto a varese, ho fatto un’esperienza professionale nell’avvocatura importante a Milano, ma nonostante momenti particolari e quindici anni di pendolarismo, ho sempre deciso di mantenere stabile la mia residenza a varese. Le ragioni che mi portarono alla candidatura la prima volta, furono legate alla voglia di incidere rispetto ad un cambio di passo che la città doveva fare, soprattutto rispetto a tematiche che si stavano trascinando nel tempo. Per le sfide che abbiamo davanti, credo che il pragmatismo unito alla capacità di attrarre finanziamenti straordinari – pari a cento milioni di euro – che ci hanno contraddistinto siano fondamentali. Questo è un elemento che oggi ci consente di vedere tanti cantieri e dare prospettive alla città».
Matteo Bianchi: «Vedersi in presenza è importante e qualifica questo dibattito e le nostre esposizioni. Io sono residente a Morazzone, e non mi vergogno di dirlo. L’autorevolezza del comune capoluogo ha fatto sì che il sottoscritto abbia poi sviluppato amicizie ed esperienze in questa città. Quando il leader del mio partito, Salvini, il ministro varesino Giorgetti unitamente al governatore Fontana, mi hanno chiesto di candidarmi, ho pensato che se la città mi ha dato tanto, io dovevo dare altrettanto. Credo che fare il sindaco sia entusiasmante e ti dà un senso di concretezza, perché riesci a incidere nella realtà con il tuo lavoro».
URBANISTICA E PGT
Bianchi: «Credo che il Piano di governo del territorio della nostra città sia un elemento importante da prendere in mano subito. La pianificazione è un elemento che andrà a contraddistinguere Varese nel prossimo futuro e penso che le vocazioni da mettere al centro siano due: imprenditorialità e turismo. Il Pgt è importante perché non si può pensare di non usare uno strumento come questo per collegare i vari intervento, anziché fare iniziative spot. Per esempio, il piano stazioni, sviluppato dalla giunta Fontana era più ampio rispetto alla riqualificazione di piazzale Kennedy, così come l’intervento per l’area dell’ex Aermacchi. E allora bisogna chiedersi che tipo di ricadute avranno questi interventi. Credo nella vocazione manifatturiera di questo territorio e la riqualificazione della Valle Olona è importante se è al servizio della manifattura. Credo infine, che in un’ottica di innovazione, il territorio di Varese debba comprendere un’aera più vasta».
Galimberti: «Il tema della pianificazione deve essere centrale nella nuova amministrazione e perciò abbiamo previsto nei primi mesi del 2022 di approvare il nuovo piano urbanistico. La riqualificazione di un’area dismessa all’anno era la mia promessa di cinque anni fa. Oggi possiamo dire che quel numero è ampiamente superato. Poiché servono tempi tecnici per l’approvazione del Pgt, abbiamo inserito elementi incentivanti per le aziende che riqualificavano e una serie di aree sono state riqualificate con questo principio. Serve un Pgt che si basi su elementi essenziali: approvare uno strumento urbanistico con 25 articoli e flessibilità rispetto alle destinazioni. Con alcuni principi: consumo di suolo zero, applicato in questi anni e valorizzare le aree verdi, ampliando quelle della città. Le nostre realizzazioni hanno al centro il verde: questo è il modello di città che vogliamo».
TRAFFICO E MOBILITÀ
Galimberti: «Che varese sia interessata da un problema di traffico, è sotto gli occhi di tutti. Come risolverlo? Un’area in particolare è interessata e l’accessibilità è importante: quanto tempo spendiamo per l’uscita dall’autostrada? Sono iniziati i lavori una settimana fa, parliamo di meno di 3 milioni di euro, questo intervento è solo una parte e serve ad alleggerire il traffico nei quartieri dell’asse di viale Borri e comprende il completamento della nuova Esselunga e via Selene. È una svolta significativa perché alleggeriranno traffico e tempi di almeno il 70 per cento. Un investimento significativo è il miglioramento del trasporto pubblico locale, l’obbiettivo è creare una serie di linee dedicate in alcune zone della città e realizzare davanti alle stazioni un parcheggio per accogliere auto e allargare il centro cittadino».
Bianchi: «Il tema della mobilità e dei parcheggi è un tema primario per Varese, per rendere la città più accessibile. Alcuni lavori vanno portati avanti e quindi alcuni investimenti dal nostro punto di vista vanno completati. Va però completamente rivisto il piano parcheggi, che è frutto di una lotta ideologica. Se non garantiamo l’accessibilità alla città, avremo un futuro con poche auto,certo, ma con il rischio di una desertificazione. Questo è un aspetto che va corretto, sviluppando nuovi sistemi di trasporti. Per esempio servono trasporti su rotaia che a Varese sono abbandonati da anni, cosa che un tempo invece ci contraddistingueva. Questi sono elementi che possono risolvere accessibilità e al contempo creare attrattività per una città che deve essere più dinamica».
LE DOMANDE DEGLI ESPERTI
SANITÀ
Aurelio Filippini, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Varese: «Che cosa ritenete che l’amministrazione possa fare per agevolare l’arrivo di nuovi infermieri?
Bianchi: «È una domanda importante e attuale. La risposta va concentrata sul ruolo dei comuni, che avranno una centralità su questi temi migliore rispetto al passato. Credo che un sindaco attento debba interessarsi a tutto ciò che avviene sul territorio, anche se non è di sua stretta competenza. Dobbiamo dare risposte adeguate alle esigenze del territorio e la sanità è una di queste. Si deve investire nell’ospedale Del Ponte in tema di ricerca per mettere al centro le esigenze del bambino e dei ragazzi. Un investimento di questa portata stimola l’arrivo a Varese di nuovo personale e nuova attività per gli ospedali. Questo argomento si intreccia con il sociale e le fragilità dei nostri territori. Se si vogliono intercettare i bisogni della città, si deve sviluppare un lavoro con l’associazionismo cittadino».
Galimberti: «La carenza di infermieri è un dato storico, perché abbiamo la concorrenza della Svizzera. La soluzione non può che essere affidata alla competenza dell’università che ha corsi in questo settore specifico. Dobbiamo essere sempre di più città universitaria per far fronte alle richieste. Usciamo da una pandemia, abbiamo capito quali sono le carenze e le inefficienze del sistema sanitario. Son contento che i comuni saranno chiamati a stabilire una serie di regole e pianificazioni in questo campo. Questa è l’epoca in cui possiamo creare nuove strutture per l’assistenza sanitaria e mettere al primo posto la sanità vuol dire occuparsi seriamente di una serie di servizi, consapevoli che le linee guida sulla sanità del futuro individuano come luogo di cura la propria casa».
UNIVERSITÀ
Maria Pierro, professore ordinario di economia all’Università dell’Insubria: «Quali sono le iniziative che vi impegnate fin da subito a realizzare per l’ateneo nei prossimi cinque anni?»
Galimberti: «Il tema università riguarda un bacino ampio che nel territorio interessa migliaia di studenti e non solo Varese. È importante arricchire il territorio di laboratori e infrastrutture ed è per questo motivo che abbiamo deciso di insediare all’interno di Biumo, quartiere storico, il nuovo campus che ospiterà un centinaio di studenti. Per avvicinare e creare un mix funzionale di situazioni che si realizzano in un quartiere centrale della città. Parallelamente abbiamo la necessità di terminare i lavori alla Caserma Garibaldi, anche in prospettiva dell’università. C’è poi il tema del campus di Bizzozero e Bustecche, il recupero di spazi già esistenti per riconvertirli e utilizzarli come appartamenti per studenti».
Bianchi: «Mi sono posto la domanda se Varese sia o non sia una città universitaria. Io credo che lo sia, ma non viene considerata tale. E questo aspetto è legato al fatto che l’università è considerata un corpo estraneo. Quindi dobbiamo chiederci come creare dinamismo ed è chiaro che il tema dei campus, in questo senso, è importante. Devono essere creati collegamenti tra campus e il centro della città, un tema che va inserito nel Pgt per il futuro dell’università. Bisogna progettare una pianificazione che preveda la possibilità di riconvertire aree private per utilizzo universitario. Nella nostra visione c’è voglia di far avanzare anche il centro verso comparti urbani abbandonati, come per esempio piazza Repubblica. Un’ipotesi praticabile, come campus per gli studenti, è l’ex istituto agrario ».
TURISMO
Marco Giovannelli: «È pensabile un ostello della gioventù a Varese?»
Bianchi: «Il tema del turismo è uno degli elementi che contraddistinguono la nostra visione della città, in quanto il nostro territorio ha bellezze naturali uniche. Il turismo slow deve essere connesso alle opportunità che possiamo offrire e grazie alla connettività che l’aeroporto di Malpensa ci permette di avere. L’ostello credo che sia una suggestione non banale, che può far crescere la nostra città e l’intero territorio che offre bellezze conosciute più all’estero che da noi. Dobbiamo essere consapevoli di tutto questo e cercare di valorizzare le nostre capacità di offrire attrattività. Pensiamo solo a quanto può offrire il Sacro Monte. L’attenzione alle piccole cose e all’accessibilità non può essere nascosta, bisogna affrontare la questione, parlando anche di parcheggi e mezzi di trasporto».
Galimberti: «La nostra città è quella con maggiore capacità di connessione della Lombardia. Sono connessioni costruite e pensate con altre prospettive ambiziose, per servire al meglio le nostre aziende e rendere veloci gli spostamenti. Il fatto che il territorio sia particolarmente ricco di aspetti ambientali e naturalistici e il turismo sia proiettato sempre di più ad evidenziare queste peculiarità, rende strategiche le infrastrutture. Il turismo può rappresentare un’opportunità economica ecco perché per attrattività dico sì all’ostello, sì a più bed and breakfast, sì ad attività di produzione grazie alla vetrina delle Olimpiadi invernali 2026 con marketing del territorio varesino. Gli eventi sportivi di livello sul territorio, il turismo ambientale e culturale ci sono e rappresentano una grande opportunità».
GIOVANI
Per il gruppo YAAAS, Ilaria Notari: «Rispetto alle necessità di quando eravate voi adolescenti, come sono cambiate dopo il Covid per i giovani di oggi e quali sono le vostre idee e proposte in merito?
Galimberti: «È indubbio che abbiamo necessità che soprattutto nei contesti urbani aumentino i giovani, bisogna inserire e potenziare una serie di attività che li rendano attrattivi. L’adolescenza in periodo di pandemia vive un’epoca diversa rispetto al passato, anche più recente, i comportamenti e le abitudini sono cambiati. Nessuno di noi immaginava di poter vedere una partita di calcio dell’oratorio via zoom, questo però è accaduto. È indubbio che il ruolo associativo dello sport e del mondo dell’educazione, nella nostra città ricco e vivace, è il motivo per cui abbiamo introdotto la gratuità degli impianti sportivi. Al centro giovanile in via Como, per incontro e sviluppo di creatività nei mondi dei giovani, ci hanno lavorato tanto diverse associazioni e molti ragazzi vogliono mettersi in gioco. Oppure pensiamo a “ghe sem”, ragazzi volontari per aiutare il centro vaccinale. Penso che il potenziamento di queste energie sparse sul territorio debbano essere valorizzate dal comune che fa dei giovani una prospettiva di crescita civica e città inclusiva».
Bianchi: «È evidente che rispetto a quando io ero adolescente il contesto giovanile è cambiato. La rivoluzione digitale ha fatto venire meno il senso di comunità e la condivisione che nel passato erano più marcate. L’amministrazione comunale deve voler bene ai giovani e per questo cercare di sviluppare situazioni affinché i ragazzi abbiano elementi e riferimenti da seguire. Bisogna progettare insieme a parrocchie e oratori, sviluppando il tema dello sport, in uno scenario in cui è venuto meno per gli adolescenti, creando non pochi problemi. A causa della pandemia abbiamo una società destrutturata, e se per giovani intendiamo anche coloro che escono dal mondo della scuola e cominciano a pensare all’attività lavorativa del loro futuro, allora l’amministrazione ha il dovere di aiutarli».
SPORT
Renzo Oldani, presidente della società sportiva Alfredo Binda e organizzatore della gara ciclistica Tre Valli Varesine: «Lo sport coinvolge turismo, commercio e tante altre cose. Vorrei sapere come la nuova giunta affronterà la comunicazione al di fuori di Varese, quali saranno le strategie di promozione del territorio e come migliorerà gli impianti sportivi?»
Bianchi: «Credo che lo sport incarni totalmente l’elemento dell’importanza del marketing territoriale. Varese è conosciuta per il basket e partendo da questo esempio fino alle recenti Tre Valli varesine, è evidente che lo sport può portare il nome di Varese in giro per il mondo. Il tema dello sport è da costruire insieme al mondo delle associazioni ed è anche legato ai grandi eventi che il nostro territorio ha ospitato e ospiterà, a quelli connessi e vicini a varese, come le prossime olimpiadi invernali, sono opportunità che devono avere presa permanente nella nostra città. Noi purtroppo con una serie di eventi non siamo riusciti a cogliere tutto questo. Dobbiamo migliorare. Sono stati fatti investimenti e altri andranno fatti, ad esempio per lo stadio di Varese, per realizzare un impianto polivalente che possa ospitare anche eventi di natura culturale e artistica. Credo che solo tramite impianti adeguati e moderni genitori e ragazzi possano sviluppare un ambiente sano».
Galimberti: «Parto da una ricerca recente del “Sole 24ore”, che indica il territorio della provincia Varese come realtà più interessante sotto il profilo sportivo, sia per quanto riguarda eventi e associazionismo sia per l’impiantistica. Molto è stato fatto per investimenti sui grandi eventi: nel ciclismo, con le gran fondo, ma penso al canottaggio che ha ospitato il primissimo evento internazionale dopo la pandemia. Questo segna una capacità di fare sistema attorno allo sport e crea un elemento di traino per la promozione di tutto il territorio. Serve un investimento economico condiviso da comune, regione e aziende per fare sistema con una regia per la promozione. Nell’impiantistica è stato fatto molto, manca lo stadio per il quale serve un progetto sportivo più ampio».
ECONOMIA
Paolo Ambrosetti, imprenditore: «Qual è la vostra strategia per far tornare florida la città dal punto di vista economico? Due nomi, uno a testa, per il prossimo assessore alle attività produttive».
Galimberti: «Prima di nominare un assessore, bisogna votare, ma la scelta avverrà secondo i principi legati alla competenza. Il tema dello sviluppo e del benessere diffuso del piano nazionale contiene una serie di linee e punti su cui Varese deve prestare attenzione. Questo è il motivo per cui anche un anno fa abbiamo partecipato a un bando che individuava venti progetti innovativi per creare nuovi brand e siamo rientrati tra queste venti città con un progetto per arricchire la trasformazione legata al green, facendo in modo che si formino persone in questo campo. È un ambito sempre più significativo, settore dove si può puntare a una serie di finanziamenti. Il tema dell’impresa rappresenta la vera ricchezza, uno degli elementi caratterizzanti in città, una delle opportunità sulle quali dovremo investire».
Bianchi: «Prima si deve vincere e poi si definisce la squadra. Credo che si possa anche pensare a qualcuno di esterno, un tecnico autorevole per perseguire gli obiettivi di cui ha bisogno la città di Varese. Crescere, fare impresa a partire dai commercianti, rivedere la fiscalità che assecondi la crescita, sono obiettivi concreti. Penso anche alla necessità di avere un assessore all’innovazione che metta al centro il processo innovativo in grado di creare un percorso comune tra comuni e aziende all’avanguardia. Bisogna riportare al centro i comuni quale parte attiva della crescita e utilizzare in modo strategico il piano di resilienza».
SICUREZZA
Qual è la situazione a Varese oggi e quali sono i piani per il futuro città?
Bianchi: «Il tema sociale a Varese deve essere sviluppato insieme alle associazioni. Varese ha una struttura particolare, policentrica, risultato di una storia di aggregazioni. Deve esserci un’attenzione adeguata ai quartieri e ciò che accade al loro interno, perché un quartiere vivo tiene lontano fenomeni particolari. Dobbiamo riacquisire spazi urbani e incentivare un dinamismo che porti vivacità e apertura. È importante avere un presidio di polizia locale nei quartieri e iniziare dall’attenzione alle piccole cose, alle strade, e a tutto ciò che genera fenomeni di degrado e dare ascolto al bisogno delle persone perbene che chiedono maggiore sicurezza»
Galimberti: « Un ringraziamento alle forze dell’ordine che operano in questo ambito esteso del sociale. Il lavoro che è stato fatto di coordinamento è un lavoro intenso che ha portato a una riduzione costante di tutti i reati. La nostra città gode di un livello di sicurezza più che adeguato, merito anche di quella attività sociale di supporto svolta dai servizi sociali, dal sistema del mondo educativo e dal terzo settore in generale. Ho apprezzato che Matteo Bianchi abbia riconosciuto il fatto che il tema dell’accoglienza e dell’inclusione a Varese sia ben gestito. Piazza Repubblica prevede un processo di riqualificazione attraverso il ripensamento di tutto il sistema, dalla cultura al commerciale».
CULTURA E DICHIARAZIONE FINALE
Bianchi: «È il momento di creare un teatro. E mentre si cerca una sua collocazione, l’Apollonio deve continuare a esercitare la sua funzione. La riqualificazione del Politeama deve avere una funzione collegata soprattutto alle associazioni, ma prima di tutto va riqualificata piazza XX Settembre.
Perché votarci? C’è una omogeneità dal punto di vista valoriale: noi mettiamo al centro famiglia, persona, impresa e sicurezza che fungono da comune denominatore e hanno trovato consenso alla nostra offerta politica, che vuole essere concreta e basata sulle competenze. Fare il sindaco credo che sia il lavoro più bello del mondo. L’ho già fatto per un piccolo paese e vorrei farlo anche per Varese. Un’esperienza che ti dà molto non solo sul piano politico, ma anche su quello personale».
Galimberti: «Sulla cultura ho un’opinione diversa per il teatro, finalmente potremo avere un teatro cittadino e non provvisorio. Ora ci sono le condizioni economiche per avere un teatro per fare eventi. Insieme a questo sono convinto che le cultura debba essere portata nei nostri rioni, per avere momenti culturali elevati e far rivivere i quartieri. Il polo culturale al suo interno, oltre alla Caserma Garibaldi, prevede l’arrivo dell’Archivio del moderno che ospita i più grandi designer italiani e architetti internazionali».
«Perché votarmi? perché abbiamo sfide epocali, dobbiamo fare arrivare risorse straordinarie e per questo servono competenza, certezza e metodo. In soli cinque anni abbiamo portato a casa molte risorse e così vogliamo continuare per cambiare la città attraverso queste risorse che sono significative. Costruzione e prosecuzione dei grandi progetti. Saper fare bene per la comunità e non per un leader politico esterno».
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Mannaggia…che trio!!! Hahahahahaha…quasi meglio di Aldo, Giovanni e Giacomo!