A Varese il freddo non ferma la passione: la Eolo Cdf Climb fa il pieno all’inaugurazione
Oltre 150 gli amatori che hanno partecipato alla prima pedalata collettiva sul percorso permanente che collega lo stadio al Campo dei Fiori. Una ulteriore proposta di una città sempre più attenta al turismo sportivo
Se qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che lo sport è prima di tutto passione, l’immagine fissata questa mattina a Masnago è destinata a fugarli tutti. Non ci sono più di 5 gradi a Varese nel momento del taglio del nastro della Eolo Cdf Climb, il percorso che collega lo stadio con il belvedere del Campo dei Fiori e nonostante la temperatura polare e la montagna innevata, accanto a Ivan Basso sono almeno 150 (anche qualcuno in più) gli amatori del pedale pronti a coprire in gruppo il tracciato di 10,5 chilometri tanto caro ai ciclisti del Varesotto.
Il plotone di appassionati ha atteso pazientemente la conclusione delle “operazioni di inaugurazione” che si sono svolte all’interno del “Franco Ossola”, ovvero i discorsi ufficiali, le foto di rito e lo schieramento al di sotto dell’arco di partenza, poi hanno preso il via verso la salita, su una strada ripulita poco dopo l’alba dai residui dei fiocchi caduti nella notte. Con Basso, anche due corridori della sua Eolo-Kometa, Fancellu e Montoli (più Ravasi in borghese per un problema fisico) ma a pedalare sono arrivati anche due grandi ex del ciclismo varesino come Noemi Cantele e Stefano Zanini.
L’apertura di un tracciato permanente, ideato dal patron della Elmec Rinado Ballerio, ha messo d’accordo un po’ tutte le istituzioni varesine. Accanto allo stesso Ballerio sono arrivati infatti sia il sindaco Davide Galimberti, sia i presidenti di Camera di Commercio e Parco Campo dei Fiori, Fabio Lunghi e Giuseppe Barra, oltre a Renzo Oldani, numero uno della “Binda” che si è occupata dell’organizzazione della pedalata con i suoi uomini specializzati nell’allestimento di tutto ciò riguarda gli eventi ciclistici. Una unità di intenti nel nome dello sport e del turismo: non è un mistero Varese e la sua provincia si stiano da anni proponendo come centro per le discipline all’aperto, che siano su strada, sull’acqua o nel cielo.
Dare vita a un tracciato permanente indicato con totem di partenza e arrivo, potenziato dai cartelli chilometrici e dalla riga azzurra sull’asfalto, vuole essere una ulteriore possibilità per gli amanti delle due ruote a pedali o dei runner. Il Campo dei Fiori è un percorso con la sua storia, visto che è considerata una “salita test” che i professionisti utilizzano per prepararsi alle grandi corse e per questo motivo rappresenta una attrattiva importante anche per gli amatori italiani e stranieri.
Una “nicchia” numericamente importante che da queste parti può trovare tante proposte a disposizione e, negli ultimi anni, una rete di accoglienza (basti pensare agli alberghi attrezzati per ricoverare, lavare e aggiustare le biciclette) adatta a questo tipo di turismo. E chissà che prima o poi la speranza espressa da Basso – far diventare il Campo dei Fiori sede di un arrivo di tappa del Giro d’Italia come accadde nel 1957 (vittoria di Sabbadin con Charly Gaul in maglia rosa) – possa diventare realtà: sarebbe la consacrazione definitiva anche per questa iniziativa.
La Eolo CdF Climb mette tutti d’accordo: “Un’altra occasione per lo sport a Varese”
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