In crescita turismo alternativo e cultura, per il terziario della provincia di Varese ora la sfida è diventare più giovane
I risultati del report semestrale di Spazio Indagine, l’osservatorio sul terziario della provincia di Varese voluto dagli enti bilaterali del Turismo e del Commercio della Provincia
Il 2021 è stato un anno di ripresa per il sistema economico e sociale della provincia di Varese, stando all’andamento dei primi sei mesi per il settore del terziario del turismo e del commercio.
A dirlo il report semestrale di Spazio Indagine, l’osservatorio sul terziario della provincia di Varese voluto dagli enti bilaterali del Turismo e del Commercio realizzato da EconLab Research Network e presentato questa mattina, 16 dicembre 2021, da Alessandro Minello, economista e docente a Venezia e fondatore della società di elaborazione dei dati, insieme ai presidenti dell’ente Bilaterale del Turismo Alessandro Castiglioni e il presidente dell’ente Bilaterale del Commercio Giuseppe D’Acquaro.
LE IMPRESE DELLA PROVINCIA TORNANO A CRESCERE
I dati del primo semestre 2021, che la EconLab rileva dall’archivio Infocamere, indicano un consolidamento dei principali macrosettori economici della provincia, con una crescita complessiva di 978 unità locali (+1,3% rispetto al 31 dicembre 2020), i due terzi delle quali (66,9%) relative al terziario. «Un settore che continua a dimostrare la propria vivacità anche se all’interno di un quadro economico sfiancato e in continua evoluzione – spiega Minello – Che dal 2017 al 2020 ha subìto una contrazione del -3,7%, con un bilancio negativo pesante: sono 2.856 le attività in meno da allora».
Al 30 giugno però la provincia di Varese conta un totale di 51.209 unità locali terziarie, un dato in crescita dell’1,3 per cento rispetto al 2020, che le permette di mantenere il quinto posto in regione per numerosità di imprese del settore dopo Milano, Brescia, Bergamoe Monza e Brianza.
La maggior parte delle 654 nuove realtà imprenditoriali si concentra nella parte centro-meridionale della provincia, tra l’Area varesina, di Gallarate – Malpensa e quella di Busto Arsizio – Seprio) ed è costituita per due terzi (66,7%) da sedi principali d’impresa, in aumento del +1,1% dal 31 dicembre 2020.
Nei primi sei mesi del 2021 la crescita del terziario è sostenuta principalmente dalle attività dei servizi (+505 pari al +1,9%), che si conferma come il comparto più consistente e resiliente dell’economia provinciale: «Al 30 giugno 2021, rappresenta ben il 34,9% delle imprese complessive locali (quota superiore al 30,2% dell’industria), dimostrando una singolare capacità di adattamento alle esigenze di un mercato in continua evoluzione» spiega il docente.
Buona la tenuta del turismo (+91 pari al +1,6%), la cui ripresa si era già intravista nel corso del 2020: il tasso di crescita registrato all’interno del territorio è tra l’altro superiore alla media regionale (+1,3%).
«La vera novità di questo 2021, tuttavia, è costituita da un aumento inaspettato, ma quando mai atteso, degli esercizi commerciali (+58 pari al +0,3%) – spiega Minello – Il comparto, protagonista di una prolungata crisi che, solo dal 2017 al 2020 ha evidenziato un bilancio negativo di ben -1.176 unità locali (-5,9%), tra il mese di gennaio e di giugno è tornato a manifestare segnali di crescita, aprendo uno spiraglio di luce verso il futuro».
GLI IMPRENDITORI AUMENTANO MA INVECCHIANO
Un altro indicatore positivo emerso riguarda il sostanzioso incremento avvenuto all’interno della classe imprenditoriale della provincia: sono 428 le nuove figure professionali emerse nel primo semestre 2021 tra soci, titolari e amministratori di aziende, lo 0,7% in più. Un risultato che va a sommato ai 174 imprenditori in più del 2020.
Ma, nonostante l’ottimo bilancio, la classe imprenditoriale continua a invecchiare: nel corso dei primi sei mesi dell’anno, l’analisi mostra un’ulteriore riduzione della presenza di imprenditori delle fasce under 50 (-5,4% per i giovani con meno di 30 anni; -3,2% per gli adulti tra i 30 e i 49 anni) e un ennesimo incremento di quelle più alte (+3,2% per gli adulti tra i 50 e i 69 anni; +3,9% per gli over 70), in modo particolare nella parte centro-settentrionale del territorio. Il numero di ultrasettantenni presenti nella provincia (9.064 imprenditori pari al 14,6%) è più del triplo di quello degli under 30 (2.742 imprenditori pari al 4,4%)*.
NEL COMMERCIO, VINCE IL DETTAGLIO
Al 30 giugno 2021, il comparto del commercio è il vero protagonista di questo primo semestre dell’anno, durante il quale viene registrato un inaspettato aumento delle attività (+58 pari al +0,3%). All’interno di questo dato più generale però emergono due andamenti contrapposti: da un lato, l’importante crescita degli esercizi al dettaglio (+100 pari al +1,1%); dall’altro, il calo accentuato di quelli all’ingrosso (-62 pari a -0,9%).
IL COMMERCIO ON LINE NON PUO’ ESSERE PIU IGNORATO
Ad incidere in modo determinante sul risultato positivo del settore è tuttavia il “Commercio online” (+91 pari al +21,7%), «Un fenomeno in continua espansione nell’ultimo decennio, favorito ulteriormente dalle contingenze della crisi pandemica, e che ormai non può più essere ignorato, nè considerato come un concorrente del commercio fisico» ha sottolineato Minello.
Dal 31 dicembre 2017 al semestre in analisi, le attività impegnate nella vendita al dettaglio attraverso Internet sono incrementate di 246 unità locali, con un tasso di sviluppo del +93,2%. Più della metà di queste si è costituita nel corso dell’ultimo anno e mezzo (+169 pari al +49,6% da inizio 2020 al 30 giugno 2021), ovvero dal primo lockdown.
IL RITORNO DEI SUPERMERCATINI
«Nel corso della prima metà del 2021 si assiste ad un altro fenomeno singolare – è stato inoltre sottolineato – L’aumento degli “Esercizi non specializzati” (+15 pari al +1,5%), dopo la graduale flessione avvenuta dal 2017 al 2020 (-62 pari al -6,0%). Nel complesso della categoria si parla di ipermercati, supermercati, discount, grandi magazzini ed empori, ma in questo specifico contesto il maggior aumento riguarda i minimercati fino ai 400mq di superficie».
Continuano a calare, per contro, gli “Esercizi specializzati” (-16 pari al -0,3%), ovvero quelli qualificati alla vendita di determinati beni, il cui trend negativo degli ultimi quattro anni ha portato ad una loro progressiva riduzione generalizzata.
CRESCONO I LOCALI, MA DIMINUISCONO I BAR
Il tessuto imprenditoriale del territorio per quanto riguarda il settore turistico nel primo semestre è in espansione (+91 pari al +1,6%), raggiungendo un totale di 5.934 unità locali attive, principalmente distribuite tra l’Area varesina, di Gallarate – Malpensa e di Busto Arsizio – Seprio, che da sole raccolgono il 68,1% delle attività emergenti nel semestre. L’incremento percentuale più importante però si registra nei comuni sul Lago Maggiore (+2,2%), dove c’è la concentrazione più elevata di esercizi turistici rispetto alla media provinciale.
Il settore più rappresentativo del territorio è quello della “Ristorazione” (88,5% delle attività turistiche), composto per la maggior parte da imprese provenienti dall’Area varesina e di Gallarate – Malpensa. In particolare, è la categoria dei “Bar e ristoranti” (84,4% delle attività di ristorazione) ad evidenziare in termini assoluti il bilancio più elevato di fine periodo: 68 unità locali in più, con una crescita del 1,6% rispetto al 2020.
Al suo interno però emergono due tendenze opposte: da un lato, un importante incremento delle attività di “Ristorazione con somministrazione” (+4,2%): ristoranti, pizzerie, fast-food, rosticcerie con disponibilità di «posti a sedere» e birrerie, pub, enoteche dotati di «cucina interna», nonchè “Gelaterie e pasticcerie” (+3,4%). Mentre per bar ed altri esercizi simili senza una cucina, la diminuzione dei locali continua in maniera consistente (-3,4%).
TURISMO IN CRESCITA MA CALANO GLI ALBERGHI
Anche in questa prima parte del 2021 si evidenzia lo stesso fenomeno che ha caratterizzato il sistema di accoglienza turistica provinciale negli anni precedenti e che sembra destinato a consolidarsi all’interno del territorio: risultano cioè nuovamente in aumento (+6,9% con punte del +10,6% nel Lago Maggiore) le “Strutture complementari” – nello specifico gli affittacamere per brevi soggiorni, gli alloggi (case e appartamenti) per vacanze, i B&B e i residence – che sono state protagoniste di una crescita esponenziale tra il 2017 e il 2020 (+27,9%), ma manifestano l’ennesimo bilancio negativo (-3,1%) le Strutture alberghiere più tradizionali, cioè alberghi, resort, motel, aparthotel (hotel&residence) e pensioni, che sono in flessione costante tra il 2017 e il 2020 (-6,9%).
TRA I SERVIZI SPICCA LA BUONA PERFORMANCE DELLA CULTURA
Il comparto dei servizi si è dimostrato determinante per la crescita del settore terziario: sono 548 le unità locali che aggiunge al tessuto economico dal 2017 al 2020, con una crescita complessiva del +2,1%. E il primo semestre 2021 registra un ulteriore incremento del tessuto imprenditoriale (+505 pari al +1,8%), che porta il comparto a raggiungere le 26.607 localizzazioni in provincia di Varese, il 52,0% delle imprese terziarie presenti nel territorio.
A crescere di più sono i “Servizi alle imprese” (+201 pari al +2,9%), che in corrispondenza dell’avvento della crisi pandemica hanno subìto una vera e propria accelerazione: «in particolare dal 2020, si è osservata una crescita improvvisa dei servizi di supporto imprenditoriale (gestionale, direzionale, amministrativo, etc.), giustificata probabilmente da un maggior disorientamento delle aziende, di fronte all’evoluzione dei mercati locali e internazionali nel corso dell’ultimo anno e mezzo» spiega il rapporto.
Ma danno buoni risultati le “Attività artistiche e culturali” (+7 pari al +3,0%): in particolar modo si parla di artisti individuali (scrittura, pittura, scultura) e di noleggio di strutture e attrezzature per manifestazioni e spettacoli. Un settore in aumento costante dal 2017 al 2020 (+6,0%), nonostante il minor peso all’interno del comparto.
Torna inoltre a crescere il settore della “Sanità e servizi sociali” (+43 pari al +3,8%) nel suo complesso – spinto da un aumento delle stesse specializzazioni (studi medici, laboratori di analisi e strutture di assistenza sociale verso anziani, disabili e soggetti non autosufficienti) che ne avevano determinato la temporanea flessione del 2020 (-1,2% dopo un triennio in salita)
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