L’11 gennaio del 1999 morì Fabrizio De Andrè, foto e aneddoti del suo legame con Varese
L'anniversario della sua morte viene ricordato dal mondo della cultura e da molti fan. Diversi i legami che il cantautore di Genova ha stretto con Varese, eccone alcuni
L’11 gennaio del 1999 moriva Fabrizio De André. Come ogni anno, l’anniversario della sua morte, viene ricordato da coloro che l’hanno amato per la sua arte, le sue canzoni, il suo pensiero. Un uomo che ha lasciato una grande eredità artistica, ancora oggi ricordata, apprezzata e amata da coloro che non hanno mai rinunciato a cantare le sue parole. Anche Varese ha molti legami con il cantautore di Genova. Fan, operatori del settore musicale e artistico, lo hanno sempre ricordato con grande affetto, stima e qualche curiosità. Negli anni abbiamo raccolto le voci di coloro che per motivi diversi hanno intrecciato la loro strada con quella del cantautore.
Tra tutti ricordiamo il musicista della PFM, Flavio Premoli. Varesino di nascita, lo abbiamo intervistato in occasione della partenza del tour del 2019 che lo avrebbe portato in giro per tutta Italia con la Premiata Forneria Marconi e proprio in omaggio a De Andrè. In quella intervista, Premoli racconta il rapporto con il cantautore, spesso difficile, ma dalla grande umanità. I litigi, le riappacificazioni, ma anche l’intensa collaborazione artistica: «Era una persona molto particolare: tanto ti faceva incazzare, tanto era capace di farsi amare». E continua: «Ricordo che una volta litigammo per un si bemolle e ci mandammo a quel paese. Nel giro di poco però, trovai una sua bellissima lettere di scuse per me. Era un uomo così».
Isabel Lima, fotografa di origine brasiliana e varesina di adozione, invece, è l’autrice della fotografia che è stata scelta per la copertina dell’album Anime Salve. «Venni contattata telefonicamente dall’Agenzia “Moda Moda” di Milano e da allora è stato tutto un grande mistero. Avevano notato una mia foto, un ritratto di una bambina, e volevano sapere di me, del mio lavoro, senza però dirmi a chi interessava e per che tipo di lavoro», racconta in una intervista realizzata in occasione dei 18 anni dalla scomparsa del cantautore. Poi, svelato il mistero, l’incontro con De Andrè: «A metà strada, scendendo per questa scala quasi buia che sembrava un tunnel, mi è venuto incontro per primo il suono del bandoneón, la musica, un pezzo di “Anime salve”. Entrai in questa grande sala piena di apparecchiature varie, luce bassa, e sulla destra, nell’angolo, ho avvistato il fumo della sigaretta. In piedi, con la testa in giù, con lo sguardo lontano, viaggiava dentro alla sua musica. Era lui, Fabrizio D’Andrè. Alla fine della canzone, di questo magico momento mi hanno presentato Emilia Pignatelli, la ragazza responsabile Art-director della copertina di “Anime Salve“».
Miguel Dell’Acqua, promoter del Varesotto che in più occasioni ha lavorato con l’artista ricorda invece: «Uno dei ricordi che ho di lui risale ad un concerto che avevo organizzato a Legnano, al Teatro Galleria, nel ’95 o ’96: il palcoscenico era pronto e stavamo aspettando di aprire le porte al pubblico. In teatro c’eravamo solo io, lui e il fonico; De André chiese un piatto di pasta al burro e al formaggio e si mise a mangiarlo seduto in platea. E’ una fotografia di lui che mi fa sorridere, è un bel ricordo».
Un altro legame con la città di Varese ce lo ha consegnato la mostra del 2009 al Palazzo Ducale di Genova, organizzata per il decennale della morte. È lì che è stato esposto uno dei pochi manifesti dedicati ai concerti del cantautore e dove si trovava quello del 30 gennaio 1976 al Palazzetto dello sport di Masnago. Il concerto del Palazzetto era un’occasione particolare perché serviva per una sottoscrizione del “Quotidiano dei lavoratori”, organizzato dal Circolo “La comune” di Varese e il concerto non poteva che essere “Storia di un impiegato”, disco registrato nel 1973 per l’etichetta Produttori associati. Ingresso più sottoscrizione costava 1.500 lire.
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