Il blocco delle case ad affitto calmierato di Samarate e il paradosso dell’emergenza abitativa

In commissione l'assessora Alampi ha esposto il problema degli appartamenti cofinanziati da Regione in via Monte Santo. Il blocco non permette di "rispondere a una domanda esistente"

case via monte santo samarate

Si tratta delle case in via Montesanto a Samarate, su cui l’assessora ai Servizi sociali Nicoletta Alampi è intervenuta nel corso della commissione di martedì 15 febbraio, per fare il punto sulla situazione delicata dell’emergenza abitativa e della questione dei 20 appartamenti in affitto calmierato cofinanziati da Regione Lombardia nel 2012 (si parla di 1 milione 44mila e 678 euro).

«Il comune si faceva garante che gli affitti venissero attuati secondo la convenzione firmata con Regione per 14 di questi. Per gli altri 6 c’era un patto di futura vendita», ha spiegato la vicesindaca. Il patto a tre tra Comune, Regione e la società cooperativa Montevecchio ha legato il loro utilizzo a canone moderato per 30 anni.

Per essere chiari, non sono case popolari: si tratta di appartamenti in affitto calmierato che non sono allo stesso livello in termini di affitto, ma sono in una zona grigia tra edilizia residenziale e quella popolare.

Il tavolo con Regione Lombardia

A bloccare il tutto il fallimento della Montevecchio, che ha «aperto un altro scenario. Il comune si è sentito in dovere di aprire un tavolo». Con il fallimento della cooperativa, ad aprile 2018, Alampi ha chiesto un incontro con Regione per evitare che le unità abitative restassero vuote. «Regione si è proprio voluta interessare, perché ci sono in ballo soldi pubblici che rischiano di andare persi e per lasciare al Comune di Samarate questi appartamenti per dedicare all’emergenza abitativa effettiva», ha continuato.

Chiaramente la pandemia ha giocato il suo ruolo nell’impantanare ancora di più la situazione, ma ora le cose si stanno sbloccando: i sei appartamenti a futura vendita si sono sbloccati e, quindi, possono essere messi sul mercato. Il problema sono gli altri 14.

Alampi ha poi annunciato l’interesse di Aler di Gallarate, che doveva partecipare a un tavolo condiviso con Regione per capire se potesse subentrare alla cooperativa; nel frattempo, però, «il dottor Marchesano ha portato avanti il suo compito: ci ha obbligato a prendere un avvocato per tutelarci, come Regione Lombardia, perché li ha messi in vendita. Non che non li possa vendere: ovviamente chi li acquista deve subentrare all’obbligo dei 30 anni che prevede la convenzione per garanzia dell’utilizzo degli appartamenti come previsto dalla convenzione».

«C’è l’impegno del Comune per trovare una soluzione per far sì che gli appartamenti rimangano a disposizione del Comune come previsto dalla prima convenzione», ha concluso.

Il “paradosso” degli alloggi vuoti ma usufruibili

Dalla minoranza ha preso parola Paolo Bossi (commissario di Samarate città viva), sottolineando l’importanza del contributo stanziato: «Da un parte c’è il dovere di una rendicontazione, a fronte del fallimento della cooperativa; dall’altro, quello morale e politico di una risposta di fronte al paradosso di avere alloggi vuoti e, allo stesso tempo, potenzialmente usufruibili. Una domanda esistente e un’offerta che non riesce a rispondere».

Ha poi proposto di chiedere a Regione di «svincolare, almeno in parte, questi alloggi» e di riunirsi insieme ad altri comuni “vittime di fallimenti”. «C’è la necessità – ha concluso – da parte di chi vive sul territorio di rendere ragione a chi ha bisogno degli alloggi visto che stiamo assistendo a un bisogno che non riesce ad essere soddisfatto».

A chiudere la commissione il consigliere Alessio Sozzi (Movimento 5 Stelle): «Condividiamo queste proposte. Sappiamo che è un problema che riguarda non solo Samarate, quindi è importante cercare di unire le forze con altri Comuni che hanno lo stesso problema e utilizzare gli appartamento fino a quando la situazione non si sbloccherà».

 

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 23 Febbraio 2022
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