Più grande, aperta e tecnologica: progetto da 7 milioni per la scuola Galilei

Presentato ai genitori il progetto per ampliare e rendere efficiente, aperta al territorio informatizzata e funzionale all'outdoor education la scuola elementare di Avigno

eventi bambini

Più aule, tecnologicamente avanzate, flessibili e ciascuna con ampio spazio esterno, in un edificio completamente ristrutturato per essere efficiente dal punto di vista energetico e funzionale alle nuove esigenze didattiche. Questo il senso del nuovo progetto per la riqualificazione della primaria Galilei ad Avigno, ancora più ambizioso rispetto a quello presentato inizialmente per accedere ai fondi del PNRR.

L’idea è stata presentata dall’Amministrazione comunale al quartiere, e in particolare alle famiglie dei piccoli alunni e alle insegnanti, in una partecipata serata di settimana scorsa proposta in ottica di co-progettare gli spazi della città insieme alle persone che li vivono. Il progetto sarà candidato nei prossimi giorni per un bando di Regione Lombardia per un finanziamento di circa 7 milioni di euro.

«Abbiamo preferito questa linea di finanziamento regionale al PNRR perché consente un intervento più strutturato, incluso l’ampliamento della scuola nell’ottica di aprirla al territorio, perché sia viva anche negli orari extrascolastici – spiega Andrea Civati, assessore ai Lavori pubblici – Il progetto è ambizioso e punta a fare della Galilei uno dei poli attrattivi della città».

La scuola sarà ampliata sfruttando parte del cortile in ghiaia attualmente adibito a parcheggio e con un’ampia balconata, di almeno due metri e mezzo di profondità, perché ogni aula abbia anche uno spazio all’aperto per la didattica.
La scuola conterà 15 aule (ora sono 10), altamente informatizzate e con porte scorrevoli tra loro per permettere di ampliare lo spazio e avere momenti di didattica condivisa.
La palestra sarà ristrutturata e dotata di spogliatoi per essere utilizzata anche dalle associazioni sportive.

«L’idea è quella di una scuola luminosa e circolare, aperta all’esterno e alle relazioni con il territorio, con spazi funzionali a una didattica contemporanea che interagisce con il territorio – spiega Rossella Dimaggio, assessora ai servizi educativi – Chiudere le scuole su se stesse significa rendere inutilizzabile un patrimonio relazionale che invece deve essere a servizio della comunità, dell’educazione e della didattica. Se c’è una cosa buona che ci ha insegnato questa pandemia è che l’educazione outdoor si può fare anche qui».

La filosofia è la stessa che anima il progetto per il polo scolastico di San Fermo (già finanziato), sia come idea di scuola aperta al territorio, sia come metodo di condivisione della progettazione con le diverse anime del territorio. Da qui l’incontro di settimana scorsa che precede la presentazione del progetto e che ha visto la partecipazione di preside, insegnanti e genitori: «Siamo stati rassicurati sull’organizzazione delle attività scolastica dei bambini nel periodo di cantiere che durerà uno o due anni – dicono – in generale prevale l’entusiasmo per una scuola innovativa per i nostri figli».

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Pubblicato il 07 Marzo 2022
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