Pnrr e Olimpiadi fanno gola alle mafie. I costruttori: “Prevenire le infiltrazioni”

All'incontro di Ance a Varese parla il prefetto Filippo Dispenza: "Denunciare i condizionamenti criminali per evitare danni maggiori all'intero sistema"

ANCE varese generica

«Quando ci presenteremo davanti a Dio non ci verrà chiesto quanto siamo stati credenti ma quanto siamo stati credibili». Queste parole sono di Rosario Livatino, il giudice ragazzino, soprannome che il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, diede al magistrato per la sua giovane età. Livatino venne ucciso dalla mafia agrigentina il 21 settembre del 1990, a soli 38 anni. Fu un’esecuzione feroce, come solo sanno esserlo quelle mafiose, consumata sulla statale 640 che da Canicattì porta ad Agrigento. 
(foto da sinistra: il prefetto Filippo Dispenza, Alberto Rimoldi, vicepresidente di Ance Varese, Salvatore Giuseppe Ciarcià viceprefetto di Varese)

A pronunciare quelle parole è stato il prefetto Filippo Dispenza durante l’incontro “Infiltrazioni criminali? Protocollo Legalità di Ance” organizzato dall’associazione costruttori di Varese. 
Il messaggio di Dispenza, che ha una storia straordinaria nella lotta alla criminalità organizzata a livello internazionale, è arrivato forte e chiaro ai tanti presenti nella sede di via Cavour: «Di fronte alla criminalità ogni cittadino ha il dovere di collaborare e nessuno può sentirsi escluso. Delegare tutto allo Stato è un’ipocrisia e non denunciare significa abdicare al nostro ruolo di cittadini».

L’ECONOMIA INQUINATA RUBA IL FUTURO AI GIOVANI

Le mafie hanno interessi trasversali che innervano e inquinano l’intero ecosistema con effetti deleteri per la collettività. «L’economia viene ingannata – ha spiegato Dispenza – perché la corruzione nella pubblica amministrazione e negli appalti pubblici non fa altro che aumentare a dismisura i costi delle opere pubbliche, arricchendo sempre i soliti. L’economia inquinata costa di più e ruba il futuro ai giovani».

Le mafie arrivano sempre dove ci sono i soldi e con il Pnrr e le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina ne arriveranno tanti, anche in provincia di Varese. I movimenti sono già iniziati e non sono passati inosservati alle forze dell’ordine, come ha raccontato in videoconferenza il presidente dell’Ance di Sondrio, Sergio Piazza, che è stato convocato dal comandante della Guardia di Finanza per un incontro. «Non esistono isole felici – ha detto Piazza – E anche se noi non avevamo avuto sentori evidenti, abbiamo saputo che la criminalità organizzata, in particolare la ‘ndrangheta, si sta già preparando in vista dei finanziamenti che arriveranno per i giochi olimpici».
Per contrastare il fenomeno, l’Ance nazionale ha sottoscritto con il ministero degli Interni un protocollo di legalità, in base al quale le imprese associate possono acquisire la documentazione antimafia per i propri subappaltatori e fornitori nei settori maggiormente esposti al rischio di infiltrazioni mafiose, tramite consultazione delle white list, dell’anagrafe antimafia ovvero della banca dati unica antimafia. Ora le singole territoriali dovranno deliberare l’adesione al protocollo.

BISOGNA PREVENIRE

La collaborazione degli imprenditori e dei cittadini è dunque fondamentale per battere la criminalità organizzata. A questo proposito Dispenza e il viceprefetto di Varese Salvatore Giuseppe Ciarcià hanno ricordato alcuni casi eclatanti in cui lo sguardo ritorto dei cittadini ha permesso l’impunità ai criminali. Negli anni ’70 i capi mafia siciliani si riunivano nel fondo di Verbumcaudo a Polizzi in provincia di Palermo, un borgo di quattromila anime, arroccato sulle Madonie e quasi irraggiungibile in automobile, tanto inaccessibile che i boss per arrivarci usavano gli elicotteri. 
«È possibile che nessuno vedesse e sentisse?» Si è chiesto, senza retorica, Dispenza.
Il fondo di 150 ettari, che apparteneva a Michele Greco, capo della cupola mafiosa siciliana, è stato confiscato e assegnato ad alcune cooperative sociali che producono e danno lavoro buono e giusto.
Il non voler vedere per convenienza o per paura non è solo una prerogativa degli italiani, anzi. Le molteplici operazioni nazionali ed internazionali per la cattura dei boss latitanti di ‘ndrangheta, mafia e camorra, a cui Dispenza ha partecipato, dimostrano invece che è un atteggiamento diffuso a tutte le latitudini e in tutti i settori.
«Il prefetto Carlo Mosca sosteneva che il sistema italiano di sicurezza è di prevenzione – ha concluso Dispenza – .Pertanto quando c’è un condizionamento ambientale va denunciato subito per evitare danni maggiori all’intero sistema».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 30 Marzo 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.