I primi due bimbi ucraini in fuga dalla guerra ospitati nelle scuole di Varese
Sono due gemelli di 9 anni: l'amministrazione comunale si è messa in modo per garantire loro la continuità educativa, e nella mattina del 2 marzo sono entrati nella loro nuova classe
I primi bimbi in fuga dalla guerra in Ucraina sono arrivati a Varese, e l’amministrazione comunale si è messa in modo per garantire loro la continuità educativa, con una accoglienza nel migliore dei modi.
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«Da questa mattina i primi due gemellini ospitati da un nostro concittadino varesino inizieranno la scuola e per loro è stato preparato subito un benvenuto dai nuovi compagni – scrive il sindaco Davide Galimberti sui social – Il Comune si è immediatamente attivato per creare quella rete di accoglienza in stretta sinergia con tutte le realtà che stanno operando. Varese c’è».
I due piccoli, due fratelli gemelli di 9 anni, sono entrati questa mattina in una delle scuole primarie di Varese, secondo un percorso di accoglienza che è comune a tutti gli arrivi di bambini non italiani in città: «Dopo la segnalazione, che mi è stata fatta ieri ho preso subito i contatti con i presidi delle scuole più vicine a dove avrebbero dimorato, poi ho preso contatti con l’associazione di aiuto agli Ucraini Anna Sofia, poi abbiamo proceduto all’iscrizione: praticamente in 24 ore – ha spiegato l’assessora Rossella Dimaggio – L’iscrizione ha seguito la prassi con cui accogliamo i bambini stranieri: si chiama “Iscrizione con riserva” e per il primo periodo prevede l’iscrizione alla loro classe anagrafica e la frequentazione del centro NAI, dove si apprendono i primi rudimenti della lingua italiana, per permettere loro di comunicare. I bambini frequenteranno quindi alla mattina anche il centro NAI, che darà loro infarinatura di lingua italiana».
A scuola: «Abbiamo avuto una bella accoglienza: i bimbi della classe si sono presentati tutti con bandierine dell’Ucraina fatte a mano, è stata una cosa commovente. Noi comunque eravamo preparati: ci eravamo visti domenica insieme alle principali associazioni di accoglienza proprio per prevedere questi momenti».
Momenti che si susseguiranno, e nel tempo avranno bisogno di ulteriore organizzazione: è ormai chiaro che dall’Ucraina, se la situazione precipita, arriveranno principalmente donne e bambini «Lo comprendiamo, ma noi comunque, come comune e come scuole, siamo pronti comunque: perchè la scuola è un diritto sovranazionale e la pace si costruisce a scuola».
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