
Bottigliate alla gola fuori dalla stazione di Varese: “Maltrattava il mio cane”
I fatti risalgono al mese di gennaio: a processo un 34enne di origine libica che si azzuffò più volte con un uomo poi finito al pronto soccorso con una ferita alla gola

In tribunale a Varese una vicenda che arricchisce le cronache legate al sottobosco di microcriminalità nella zona delle stazioni cittadine e che riguarda un litigio violento finito con un uomo in ospedale e l’altro in manette, dopo l’intervento della Polizia, con l’accusa di tentato omicidio.

Questa mattina, martedì 5 aprile, dinanzi al collegio di Varese infatti si è celebrata la prima udienza per un processo che vede imputato con la pesante accusa un cittadino di origini libiche classe 1987. I fatti da quanto appreso a margine dell’aula risalgono allo scorso gennaio quando fuori dalle stazioni del capoluogo le forze dell’ordine sono state chiamate per un violento litigio. A terra, ferito alla gola un uomo di origini nigeriane di 43 anni.
Il 118 inviò sul posto ambulanza e automedica che medicarono e portarono in pronto soccorso il ferito giunto in codice verde. Per l’aggressore, ora ai domiciliari, è scattato l’arresto in flagranza di reato per tentato omicidio per il quale si è discussa la rapidissima prima udienza di oggi, dove è avvenuta la costituzione delle parti e il rinvio al 3 maggio quando verranno sentiti gli agenti delle volanti intervenuti e un dipendente del Carrefour. Perché l’ora di violenza consumatasi la sera del 13 gennaio 2022 è cominciata nei pressi della stazione delle Ferrovie Nord a Varese verso le 21 per continuare nel parcheggio del supermercato.
La lite secondo una prima ricostruzione sarebbe iniziata per via dell’atteggiamento della vittima nei riguardi del cane dell’imputato a sua detta maltrattato prima a parole, poi a calci. Per questo già nella zona della stazione sarebbe maturata la prima zuffa con l’imputato finito a terra dopo spintoni ricevuti sembra anche da altre persone. Poi il bisticcio si sposta davanti al Carrefour: vino, birra, forse altre sostanze e ancora parole grosse, intemperanze sempre per il cane e che ancora finiscono alle mani. Qui le telecamere avrebbero ripreso l’imputato raccogliere da un cassonetto una bottiglia per picchiarla sulla testa del 45enne per poi far cadere a terra il corpo contundente.
Il ferito è stato trovato dagli agenti con una ferita lacero contusa alla gola; scattarono così le manette ai polsi del sospettato, finito in galera – dice oggi – per aver difeso il suo cane. «Quelli raccolti sono tutti elementi che andranno valutati e discussi in dibattimento, come la reale intenzione del mio assistito di togliere la vita ad un’altra persona. A mio avviso anche per il codice colore dell’arrivo in pronto soccorso e per la tenuità dei giorni di prognosi, il reato potrebbe venire riqualificato in lesioni», ha specificato il difensore dell’imputato, l’avvocato Sandro Damiani. E il cane? «È stato affidato al canile e il mio assistito in carcere, seguito dagli psicologi, continua a chiedere dell’animale».
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