Sono quasi 5mila i profughi ucraini ospitati nel Varesotto

Il Consiglio Comunale di Varese ha convocato per martedì 5 aprile alle 20.45 una riunione straordinaria aperta sull'emergenza. Ecco i numeri dell'accoglienza

Generica 2020

Si è svolto anche in diretta Youtube il consiglio comunale straordinario di Varese sull’Emergenza Ucraina.

Partito alle alle 20.45 ha visto la partecipazione  di tutto il consiglio comunale e della Giunta.

Ad aprire l’incontro le parole del presidente del consiglio comunale Alberto Coen Porisini e del primo firmatario della nota che ha chiesto questo consiglio comunale straordinario, Guido Bonoldi.

Di grande importanza la testimonianza di Tetiana Zalizna, medico di Kiev, scappata dalla sua casa nei primi giorni della guerra e attualmente ospitata – dopo giorni e giorni di viaggio – insieme ai due figli e la mamma da una famiglia di Lozza, che ha raccontato in ucraino la sua storia, tradotta in italiano dalla mediatrice culturale Oksana Fedyk.

Consiglio comunale straordinario di Varese sull'Ucraina
Tatiana mentre racconta la sua storia.

CIRCA 4700 I PROFUGHI UCRAINI IN PROVINCIA DI VARESE

Dopo di lei ha parlato il nuovo Prefetto Salvatore Rosario Pasquariello, che ha fatto il punto della situazione attuale e fornito alcuni dati sulla presenza di rifugiati ucraini in Italia e nella provincia di Varese.

«Ad oggi sono arrivati 84.178 ucraini in Italia, di cui 43.434 donne e 31.983 i minori. Solo ieri ci sono stati 1078 ingressi – ha spiegato il Prefetto – Milano, Roma, Napoli e Bologna sono le città di destinazione piu richieste. In provincia di Varese sono arrivati fino ad oggi 4672 profughi, di cui 6 minori non accompagnati».

A raccontare come sono stati accolti dal punto di vista sanitario, è stato Paolo Bulgheroni, responsabile del dipartimento di Igiene e Salute Pubblica di ATS Insubria, che ha spiegato i primi passi per coloro che sono stati accolti nel territorio: per tutti i profughi arrivati tampone e prima visita nei tre hot spot di Varese all’ospedale di Circolo, di Gallarate ex caserma aeronautica, di Como in via Napoleona. «A tutti loro, considerato la piu bassa percentuale di vaccinati esistente in Ucraina, proponiamo la possibilità di fare anch ela vaccinazione anticovid» ha spiegato Bulgheroni, che ha sottolineato come una volta registrata la loro presenza e chiesto lo status di protezione umanitaria, è loro diritto avere l’assistenza sanitaria.

34 I GIOVANI STUDENTI UCRAINI  IN CITTÀ

A Varese per adesso sono 34 gli alunni provenienti dall’Ucraina ed entrati nel sistema scolastico della città: «6 sono nelle scuole paritarie, verosimilmente bimbi della scuola materna – Spiega Giuseppe Carcano, Dirigente dell’ufficio scolastico territoriale – 28 invece nei nostri istituti comprensivi, mentre tre di loro sono in istituti superiori, anzi in licei: 2 allo scientifico e uno all’artistico. Un’accoglienza che è forte dell’esperienza del centro NAI, il centro nuovi arrivati in Italia, che da 12 anni gestisce la prima alfabetizzazione dei bimbi stranieri che arrivano a Varese».

IL LAVORO DELLA RETE DI ASSISTENZA E VOLONTARIATO

Dopo le istituzioni hanno fatto il punto della situazione le associazioni di cura e volontariato.

Efficientissimo il lavoro di accoglienza – e anche quello di report, essendosi presentati con delle slides esplicative –  della Caritas varesina, che finora ha messo a disposizione 15 appartamenti autonomi a Varese grazie all’aiuto di privati e parrocchie e altri 7 fuori Varese, mentre altri 9 appartamenti sono in fase di ristrutturazione, per un totale di 51 persone accolte. «Se 51 siamo riuscite a ospitarle, altre 50 sono in lista d’attesa – ha spiegato don Marco Casale , responsabile della Caritas Varesina – Abbiamo in realtà già la disponibilità di 25 camere in condivisione, che potrebbero ospitare fino a 54 persone. Ma questa la lasciamo come ultima ipotesi perchè crea delle difficoltà con il tempo, sia per gli ospitanti che per gli ospiti».

Delle 51 persone accolte «22 sono donne, 18 sono minori e uno è un uomo – elenca Casale – Ed è da segnalare anche 8 persone che hanno scelto di tornare a casa. O al fianco dei mariti in Ucraina, o semplicemente più vicini a casa, in Polonia, dove la rete di accoglienza è davvero straordinaria».

Luca dal Ben, direttore generale della cooperativa Ballafon (Che a Varese è un Cas, centro di accoglienza straordinaria che fa riferimento alla Prefettura), ha dato i numeri più generali della sua accoglienza, dove l’Ucraina è solo una delle 27 nazionalità con cui la cooperativa interagisce attualmente: «Al momento abbiamo dato ospitalità nelle nostre case a 259 persone totali, di cui 65 minori, 54 dei quali hanno meno di 10 anni – ha spiegato Dal Ben – Di questi, gli ucraini che abbiamo ospitato sono 22, di cui 12 minori».

Angelo Michele Bianchi, della Croce Rossa Varese, ha spiegato come la Croce Rossa di Varese, attualmente, stia facendo un grande lavoro di supporto alla Croce Rossa, nazionale, inviando sanitari e autisti verso i paesi in guerra per portare farmaci e assistenza.

Mentre il presidente della cooperativa Intrecci Oliviero Motta ha spiegato che: «La nostra è una accoglienza legata al nostro ruolo di Sai-Sprad, ma anche civica, dove si può fare autoinserimento, sotto segnalazione di privati e comuni per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale. E per questo siamo pronti a farlo»

“NESSUNO RESTERÀ SOLO SE CONTINUEREMO CON QUESTA RETE DI ACCOGLIENZA”

I risultati raggiunti finora sono stati messi in rete sin dai primi giorni: «Stiamo facendo tutto il possibile e stiamo domandandoci cosa si può fare ancora, visto che la situazione è in continua evoluzione, grazie anche alla straordinaria reazione della rete che si è creata tra istituzioni e volontariato – ha commentato l’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari – Nessuno sarà lasciato solo, grazie a questa rete».

«Questo è un metodo che andrebbe applicato anche in altre occasioni – ha concluso il sindaco Davide Galimberti – Quella rete cha abbiamo rappresentato questa sera rende più solide le comunità e garantisce maggior democrazia. L’auspicio è che questo metodo valga anche in futuro, quando le situazioni di guerra saranno diverse e non saranno a pochi chilometri da qui».

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Aprile 2022
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