Il tumore al pancreas che ha colpito Fedez: “Più raro ma meno aggressivo”
Il dottor Sergio Segato, Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia dell'ospedale di Varese spiega il tipo di tumore, i sintomi, l'incidenza e le terapie del tumore al pancreas che ha colpito il popolare cantante
È uscito dall’ospedale ed è rientrato a casa il popolare cantante Fedez che aveva annunciato sui social la malattia. Ricoverato all’ospedale San Raffaele è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico per rimuovere la parte ammalata.
Che incidenza ha questo tipo di tumore, quali i sintomi e quali le terapie? Lo abbiamo chiesto al dottor Sergio Segato, Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia all’ospedale di Varese.
Che incidenza ha questa patologia tumorale?
È un tumore neuroendocrino del pancreas. È molto più raro e diverso da quello più conosciuto e diffuso di origine epiteliale. Colpisce la componente endocrina del pancreas e la sua evoluzione è meno aggressiva con prognosi, in genere, più favorevole.
Quali i sintomi?
Purtroppo non dà sintomi. Solo una piccola percentuale di casi ha una componente di famigliarità che permette di monitorare la situazione. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, la scoperta è accidentale, durante indagini ed esami fatti per altre ragioni. Per esempio, con un’ecografia che evidenzia il nodulo pancreatico. Oppure, trattandosi di un tumore neuroendocrino, se si evidenzia una produzione anomala di ormoni.
Lei ha parlato di tumore raro, ma quale l’incidenza?
È poco diffuso, si parla di circa 3000 casi all’anno. Sembrerebbe colpire di più i maschi giovani.
Quale la terapia migliore?
Se lesione è piccola e localizzata, l’intervento chirurgico può essere risolutivo con un’asportazione totale. Nel caso di Fedez, occorrerebbero maggiori informazioni sull’indagine istologica ma, in termini generali, credo che si possa essere ottimisti.
Nel caso, invece, di un intervento tardivo, dove la patologia è in stato avanzato e il nodulo grosso non è asportabile, ci sono terapie farmacologiche che, pur non risolvendo la situazione, rallentano l’evoluzione della malattia.
Lei ha parlato di tumori del pancreas più aggressivi. Per questi ci sono indicazioni da dare per favorire la diagnosi precoce?
Purtroppo non ci sono indicazioni nemmeno per le altre tipologie cancerogene del pancreas.A parte i rarissimi casi di famigliarità, in genere la malattia si scopre quando emergono i sintomi: come il tumore che si sviluppa alla testa del pancreas che, crescendo, ostruisce il passaggio della bile e quindi la persona diventa itterica, con colorito giallastro.
Oggi, però, esiste un più ampio ventaglio di trattamenti alternativi all’intervento. Ci sono le terapie neo adiuvanti, quelle chemioterapiche o radioterapiche. Successivamente si procede con la resezione chirurgica. Diciamo che ci sono approcci differenti che riescono a rallentare la progressione ma, in generale, l’evoluzione della malattia è infausta.
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