La commissione paesaggio di Varese fa discutere amministrazione e professionisti

Il “caso” è scoppiato in consiglio comunale, proprio quando è arrivata all’ordine del giorno la votazione sul nuovo regolamento che riguardava la commissione

Palazzo Estense - Municipio generiche

Sembrava solo un passaggio tecnico, ma il nuovo regolamento della commissione paesaggio del Comune di Varese – il cui obiettivo è “supportare l’Amministrazione per migliorare la qualità urbanistica ed ambientale degli interventi che riguardano la città” – si è rivelata una occasione di attrito tra ordine degli Architetti e Comune di Varese.

Il “caso” è scoppiato in consiglio comunale, proprio quando è arrivata all’ordine del giorno la votazione sul nuovo regolamento che riguardava la commissione: nel momento in cui è cominciata la discussione, è stata resa nota infatti una lettera del Consiglio di Disciplina, uno degli organismi dell’Ordine Architetti di Varese, indirizzata alla giunta e a tutti i consiglieri, ma che non tutti sostengono di aver ricevuto.

Quella lettera, segnalata durante la seduta dalla consigliera Barbara Bison, invitava i colleghi a riflettere sull’adozione delle modifiche portate in discussione dall’assessore all’urbanistica Civati e questo ha creato scompiglio in consiglio: tanto da provocare il rinvio del punto alla prossima seduta, che presumibilmente sarà tra fine giugno e  inizio luglio.

I PUNTI CHE PREOCCUPANO L’ORDINE

La lettera del Consiglio di Disciplina dell’ordine, poi ribadita da una lettera formale dell’ordine degli Architetti destinata al sindaco, al presidente del consiglio comunale e a tutti i consiglieri, esprimeva «Preoccupazione per sé e per tutti gli Ordini Tecnici» innanzitutto su un punto: «nella nuova bozza del regolamento comunale recante norme per l’istituzione e disciplina della Commissione per il Paesaggio, precisamente nel primo comma dell’articolo 4 (disciplinante i casi di incompatibilità̀ e di obbligo di astensione) sarebbe stata proposta, tra le modifiche al testo vigente, la eliminazione della seguente disposizione: “i professionisti chiamati a far parte della Commissione del Paesaggio dovranno impegnarsi con atto formale a non assumere né svolgere incarichi professionali nel territorio del comune di Varese per tutto il periodo di durata in carica nella suddetta Commissione”» .

Inoltre, nella medesima nuova bozza di regolamento «Sarebbe stata inoltre proposta, tra le modifiche al testo vigente, anche la eliminazione della seguente disposizione: ”Per i progetti con livello di impatto paesistico sopra la soglia di tolleranza i sopralluoghi sono obbligatori”»

E, infine, in un altro punto della bozza che «Si potrà motivatamente dissentire dal parere formulato dalla Commissione o“ chiedere un nuovo parere ad altro esperto in materia paesaggistica”delegittimando la stessa Commissione per il Paesaggio».

LA LETTERA DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI PER INTERO

LE REAZIONI DI GIUNTA E PD

Sulla questione, dopo lo stop in consiglio comunale, è intervenuto anche il PD, che esprime il Presidente della Commissione urbanistica Domenico Marasciulo. Nella pagina facebook del partito democratico viene espressa, anche con un meme,  la loro posizione: «Posizione, peraltro, che poggia su un indirizzo di Regione Lombardia in vigore in tutti gli enti locali, in tutti gli ordini professionali e in tutte le commissioni – spiega il post di Facebook di PD Città di Varese – I problemi interni agli organi di rappresentanza non attengono all’interesse dei cittadini, per cui il Consiglio comunale è impegnato a lavorare. Per questo nella prossima seduta sarà valutata la questione e si procederà con la votazione».

la reazione del sindaco Galimberti, invece, è stata più formale: una richiesta di accesso agli atti che «Facendo seguito alla nota del consiglio di disciplina dell’Ordine degli Architetti, per completare e fornire le opportune informazioni ai componenti del consiglio comunale chiede l’accesso agli atti e la copia del regolamento del consiglio di disciplina, l’eventuale deliberazione del consiglio che ha portato alla lettera, l’eventuale verbale di seduta del consiglio di disciplina e l’eventuale deliberazione del consiglio delll’ordine, nonchè eventuali note inviate ad altre amministrazioni comunali nel corso del procedimento di approvazione di analoghi regolamenti» che vuole evidentemente verificare l’effettiva collegialità del collegio di Disciplina, presieduto dall’architetto Angelo del Corso, della decisione presa di inviare quella lettera.

Interpellato da Varesenews l’assessore all’urbanistica Andrea Civati sull’argomento si è limitato a precisare invece le motivazioni per cui sono stai effettuati i cambiamenti al regolamento della commissione: «La finalità del regolamento è di uniformare il comune di Varese agli altri comuni lombardi che hanno lo stesso tipo di norme – spiega Andrea Civati – Penso a Busto Arsizio, Gallarate, Saronno ma anche Como e Pavia, che presentano norme analoghe a quelle proposte, le quali mirano a garantire trasparenza, semplicità e efficienza nei passaggi amministrativi».

L’INTERVENTO DELL’ATTUALE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO

Alla già accesa discussione si è aggiunta infine un’altra voce: quella dell’attuale presidente della commissione paesaggio, ora in scadenza, Laura Giannetti, che, tra l’altro è stata anche presidente dell’Ordine degli Architetti a Varese (Ma ora non è più iscritta all’ordine provinciale, ndr).

Gianetti ha inviato una lettera aperta con “alcune riflessioni sull’argomento” con questa motivazione: «Non volevo che il mio silenzio venisse male interpretato, così invio alcune mie riflessioni generali su tale ruolo, che svolgo anche attualmente nella commissione del paesaggio di Varese come Presidente».

Questa la sua lettera:

“Le Commissioni per il Paesaggio sono organi tecnico – consultivi del Comune , lavorano mettendo in campo una comprovata esperienza multidisciplinare dei componenti, esperienza che viene valutata nei curricula dagli uffici preposti. Pensiamo fortemente che la presenza all’interno di una Commissione di professionisti esperti e qualificati possa essere garanzia per le valutazioni espresse sulla coerenza degli interventi in progetto con i principi, le norme e i vincoli degli strumenti paesaggistici vigenti .
La Commissione esprime dunque giudizi e valutazioni complesse ai fini di una tutela complessiva del territorio e con un senso profondo di rispetto ed amore per la materia , esprimendosi con forte senso etico e professionale. Nessun componente di una Commissione deve trovarsi in imbarazzo nel redigere un giudizio, questo penso sia una sottovalutazione dell’integrità dei componenti delle tante Commissioni che con abnegazione portano la loro esperienza disinteressata alla costruzione di una idea virtuosa delle nostre città e del paesaggio.
Vivere il retropensiero  che colleghi Architetti, di grande esperienza e con adeguati curricula possano non essere in grado di giudicare con adeguato distacco dalle dinamiche professionali, progetti di colleghi a loro vicini o di componenti della commissione stessa è riduttivo della categoria.
Leggere che i Commissari, se avessero la possibilità di presentare anche i propri progetti potrebbero esercitare questa attività per interesse provoca un certo stupore .
Stupisce perché il Comune, nella selezione dei candidati, sceglie in autonomia e stupisce anche il fatto che proprio l’Ordine degli Architetti spesso fornisce ai comuni una terna di nominativi dei propri iscritti per la selezione.  E’ quindi importante riportare l’attenzione al portato di integrità personale e all’etica professionale che contraddistingue i componenti delle tante Commissioni.
La normativa non esclude che all’ interno della Commissione possano venire  valutati progetti redatti da componenti  della Commissione stessa. Capita in tutte le Commissioni delle maggiori città della provincia; è sufficiente che i componenti, con eventuali conflitti di interesse, abbandonino la seduta per il tempo richiesto dalla valutazione. Il corretto inserimento nel contesto di un buon progetto  è normalmente subito evidente e l’eventualità che  un buon progetto venga respinto è altamente improbabile al di là del presentatore del progetto, identità normalmente schermata dalla recente introduzione della presentazione digitale degli elaborati.
Al fine di preservare l’autonomia degli organi . è importante lasciare che l’Amministrazione Comunale esprima in base alle proprie scelte politiche la valutazione di decidere se inserire la norma restrittiva che obblighi  i componenti dall’astenersi dalla presentazione di progetti nel comune dove presta la propria professionalità nelle varie commissioni o meno.
Gli architetti in primis, ma credo ogni professionista che abbia la capacità di esprimere un giudizio essenzialmente tecnico, non avrà nessun problema ad assolvere al proprio ruolo.
Nella mia vita professionale molte volte ho partecipato a Commissioni e raramente mi sono trovata nella condizione di vedere un buon progetto mortificato.
Auspicherei che il lavoro delle Commissioni, teso alla valorizzazione del nostro paesaggio, non venisse valutato dalle lenti distorte di un pregiudizio.
Ricordiamo inoltre che il giudizio della Commissione è consultivo e può essere valutato dal giudizio del Dirigente responsabile del procedimento il quale potrebbe avvalersi di altri professionisti esterni alla Commissione, nel caso di situazioni controverse, che diano pareri ulteriori a sostegno della sua scelta finale”.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Giugno 2022
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