Mille colori nelle strade del Varese Pride
Il corteo di rivendicazione della libertà individuale si è svolto per la settima volta nel pomeriggio di domenica, con la consueta dose di divertita provocazione e messaggi politici. L'edizione di quest'anno è dedicata a Cloe Bianco, la professoressa transgender
Dopo due anni di pandemia è tornato il corteo del Varese Pride: un fiume colorato ha invaso le strade del centro cittadino partendo da via Sacco, concentramento del corteo che è passato dal centro città fino ad approdare, intorno alle 18 in piazza Repubblica.
Corteo ovviamente colorato, con coppie di ogni genere e generazioni a braccetto (genitori con bambini, ragazzi e qualche veterano), nel segno del rispetto e della valorizzazione di ogni amore possibile e con un dato significativo rispetto al passato: la preponderanza di giovani e giovanissimi, non solo nelle rappresentanze organizzate degli studenti – in particolare quelle dell’Università dell’Insubria, della rete degli studenti medi e dell’unione degli studenti – ma anche in gruppi non organizzati, con il solo scopo di esserci e manifestare per dei diritti che sono molto sentiti.
Varese è uno dei 48 comuni italiani che ha ospitato, nel mese di giugno, una parata del Pride: la settimana nella città giardino ha il patrocinio del Comune di Varese, dell’Università dell’Insubria e dell’Ambasciata del Canada.
LA PARATA DEDICATA A CLOE, LE PAROLE DI AUTORITA’ E TESTIMONI
Una rivendicazione di libertà, anche con la consueta dose di divertita provocazione. E nello spirito di Stonewall e di Camden Town, anche presenza politica, tra bandiere dell’Ucraina (la cui resistenza è spesso identificata come battaglia libertaria) e slogan contro il fascismo. Ai Pride di Karkiv e Kyiv infatti è stato dedicato dal palco il pride varesino, che è collegato alla rete dei pride europeo: «In quelle città il corteo non ci sarà quest’anno, perchè sono impegnati a difendere la loro terra: ma noi li rappresentiamo da qui, con le loro bandiere» ha spiegato il presidente di Arcigay Varese Giovanni Boschini dal palco.
«Il Varese Pride è un momento di rivendicazione, di visibilità – ha aggiunto Giovanni Boschini – e di coraggio, perché sicuramente molte persone LGBT vivono costantemente nel coraggio di doversi esporre».
Proprio per questo, la manifestazione di quest’anno è dedicata a Cloe Bianco, la professoressa transgender: «che recentemente si è suicidata in quanto al lavoro non poteva fare la professoressa liberamente. Essere liberi ed essere visibile è il messaggio che vogliamo mandare è che noi ci siamo e non ci nascondiamo».
Sul palco anche il segretario nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni: «E’ un messaggio forte e chiaro alla politica e alle istituzioni di questo paese e a tutta l’Italia: le persone LGBT e le persone libere non hanno alcuna intenzione di fare un passo indietro: continuerannoo a riempire le piazze per essere visti e ascoltati.Non saremo un paese civile finchè non ci sarà più paura. Il nostro paese continua a non fare leggi e a perpetrare ingiustizie».
E, in rappresentanza del comune di Varese, l’assessore alle pari opportunità Rossella Dimaggio: «Da questo palco ho sentito parlare di accettazione, ma io dico ci vuole condivisione: si accetta ciò che si è costretti ad accettare. In politica invece occorre condividere:condividere la lotta pwer i diritti di tutti»
I COMMENTI DEI RAGAZZI
Erano circa mille le persone che hanno sfilato: «Siamo qui per essere liberi e, una volta ogni tanto, essere noi stessi», raccontano due partecipanti. Mentre una giovanissima ha aggiunto: «Sono venuta al Pride per sentirmi parte di una comunità e la vicinanza delle persone»e «Voglio sentirmi libera e compresa».
Scendere in piazza vuol dire anche manifestare per i propri diritti civili: «Noi siamo qua per dimostrare la nostra presenza: vogliamo dei diritti, vogliamo essere parte di una società, vogliamo una legge contro l’omobilesbotransfobia. Vogliamo essere riconosciuti come tutti quanti, crediamo sia importante far sentire la propria voce e la propria presenza», spiegano altri ragazzi.
Dal palco, anche Olimpia, rappresentante della rete studenti medi, che ha ricordato che sono già state approvate tre “carriere alias” in provincia (Si tratta della procedura che permette ai ragazzi trasgender di usare il nome da loro scelto sui documenti della scuola o università che si frequenta). «Noi siamo in piazza per lottare per chi come Cloe si uccide per l’indifferenza che uccide., l’indifferenza di un assessore all’istruzione che dice che tutto ciò che ha detto lo ripeterebbe. Questa non è l’istruzione che vogliamo. Noi vogliamo poter vivere le nostre scuole ed essere accettati».
FOLLA ALLA NIGHT PRIDE
Dopo la conclusione in piazza Repubblica, la serata è proseguita in piazza Monte Grappa con la Varese Pride Night: una serata con DJ set di Cuso DJ che ha coinvolto migliaia di ragazzi.
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