Troppe piante pericolanti sulla statale del Lago Maggiore, il prefetto di Varese scrive ad Anas
In una lettera al gestore della lacuale Salvatore Rosario Pasquariello raccoglie la voce di preoccupazione dei sindaci di Maccagno, Tronzano e Luino
Una passione che dura quattro stagioni: d’inverno con vento e neve (anche poca) e ghiaccio, che piega i fusti e li spezza. D’estate, e in ogni altro momento dell’anno dove l’imprevedibilità è a regola: l’acqua quando scende a «bombe» piega i rami verdi come quelli già morti che campeggiano sul lato Est della statale 394, la lacuale, tanto per intenderci il lato di monte.
Gli ultimi episodi solo qualche settimana fa: strada chiusa, con rischio d’interdire pure la circolazione ferroviaria di caratura internazionale, pure dedita al trasporto di merci con annessi e connessi (sostanze pericolose, infiammabili, chimiche ecc…).
I sindaci, da soli, sono i primi chiamati ad affrontare le criticità, poi certamente aiutati da protezione civile di livelli istituzionali superiori, ma sempre col «cerino in mano» quando il fattaccio succede.
Così i primi cittadini di Maccagno con Pino e Veddasca, Luino e Tronzano Lago Mggiore (Fabio Passera, Enrico Bianchi e Antonio Palmieri), ultima propaggine d’Italia prima del Canton Ticino hanno acceso il pc e scritto alla prefettura che ha rapidamente raccolto l’sos chiedendo conto ad Anas della «mancata manutenzione ordinaria della vegetazione ai bordi della ss394 tra Luino e Zenna (confine di Stato ndr), e di conseguente pregiudizio alla viabilità ogniqualvolta di fronte a condizioni metereologiche avverse, si rendano necessari interventi straordinari con chiusura della strada».
Stesse parole utilizzate dal prefetto di Varese Salvatore Rosario Pasquariello in una missiva appena inviata ad Anas avente oggetto la segnalazione dei sindaci.
La richiesta ad Anas è di «fornire notizie in merito alle iniziative che si vogliono intraprendere».
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Finalmente leggo “hanno acceso il pc” anziché il solito “hanno preso carta e penna”; un “bravo” al giornalista.