Varese Basketball, l’unione fa la forza. “Insieme le qualità e i valori di Robur e Pallacanestro”

Palazzo Estense ha tenuto a battesimo lo storico accordo tra le due principali società cittadine. Scola: «Vogliamo che tutti i ragazzi abbiano uno spazio per giocare a basket». Tre squadre senior (A, B e D), almeno dieci giovanili e un grande settore minibasket compresi nell'accordo

Accordo pallacanestro Varese Robur Et Fides 2022

A Palazzo Estense esiste una elegante “Sala Matrimoni” ma per celebrare un’unione (sportiva) così speciale sono state addirittura aperte le porte del Salone Estense, il luogo dei consigli comunali e quindi delle decisioni strategiche per la città. All’altare pagano del basket si sono accostate due realtà che in tanti anni si sono prese e scornate, annusate e respinte, avvicinate e sfiorate e che finalmente si sono dette “sì”. Pallacanestro Varese e Robur et Fides hanno celebrato la nascita di Varese Basketball, un unico spazio che nelle intenzioni biancorosse e gialloblu dovrà formare un grande polo giovanile con numeri elevati sia nel settore minibasket sia in quello del vivaio.

Come in ogni matrimonio civile, a celebrare le nozze è stato il sindaco Davide Galimberti, ma a rubare l’occhio è stato forse più di tutti il “testimone” che si è fermato per pochi minuti ma che non è voluto mancare. Aldo Ossola è forse il simbolo perfetto per coniugare lo spirito storico delle due società, avendo giocato in entrambe. Una strada percorsa da tanti altri (Dino Meneghin, Cecco Vescovi e poi via via sino a giungere al presente con Virginio e Librizzi) nel corso degli ultimi settant’anni.

«Parliamo di accordo storico ma è un formalismo: nella realtà credo che chi mi ha preceduto, e cito tra gli altri mio padre, ha sempre avuto un rapporto trasparente con la Pallacanestro Varese. Con i Borghi, i Gualco, i Bulgheroni non c’erano mai stati problemi» spiega Tommaso Trombetta, presidente della Robur solitamente silente ma autore oggi dell’intervento più lungo e articolato. Le rivalità sul campo, soprattutto giovanile (ma si contano anche sei derby in Serie A, tutti vinti dalla Ignis) ci sono sempre state, inutile negarlo, ma il discorso di Trombetta va a un piano superiore e lì si mantiene. «Questo accordo ha lasciato a tutti le proprie peculiarità e i punti di forza delle due compagini: a noi interessa unire qualità e valori. La Robur ha sempre avuto determinati valori e nella Pallacanestro abbiamo trovato una sponda per proseguire in questo discorso: vogliamo formare uomini a tutto tondo, dal bambino al professionista, mettendo in campo valori tecnici e umani. E non vogliamo lasciare indietro nessuno: l’accordo in realtà è a tre, comprende anche la Associazione Sportiva Campus, proprio per creare il maggior spazio possibile e dare a tutti la possibilità di giocare».

A coordinare buona parte delle operazioni congiunte è un altro ex giocatore delle due sponde, Max Ferraiuolo, che conferma la volontà di ampliare i numeri il più possibile. Attualmente tra i due minibasket e i due settori giovanili ci sono oltre 500 tesserati ma l’idea è di crescere sempre di più. «Abbiamo trovato le persone giuste sui due lati e dopo mesi intensi di lavoro dico con orgoglio che ce l’abbiamo fatta. Siamo arrivati a scrivere “Varese Basketball” sulle magliette con i loghi delle due società e in questo modo torneremo a essere un punto di riferimento per tutto il territorio».

Resta aperta la questione di una serie di giocatori che sono attualmente tesserati per l’Academy Varese Pallacanestro, tanto che alcuni gruppi (in particolare gli under 17 campioni d’Italia) sono di fatto divisi in due. «Ai ragazzi tesserati da Pallacanestro Varese abbiamo lasciato decidere cosa fare e hanno già chiesto di venire con noi. Per quelli dell’Academy la decisione sarà loro: noi abbiamo dato disponibilità ad accogliere tutti coloro che vogliono giocare a pallacanestro. Questa è l’essenza dell’accordo, non lasciare nessuno indietro, senza basket» è la posizione di Luis Scola, il cui “governo” ha portato all’alleanza storica di oggi. Il campione argentino ha poi confermato l’importanza di avere figure che possano sviluppare i giocatori a ogni livello, dal bambino al veterano: «Io stesso, anche negli ultimi 3-4 anni di carriera, ho lavorato su questo aspetto: quindi avremo un responsabile generale (dovrebbe trattarsi dell’argentino Herman Mandole ndr) e di altre figure simili nel vivaio».

L’accordo metterà sotto un unico ombrello le tre squadre senior, oltre dieci formazioni giovanili e tutto il settore minibasket. Oltre alla Openjobmetis in Serie A ci sarà quindi una Serie B marchiata Campus (e non più Robur, per motivi di agilità burocratica) che vedrà confermato lo staff (coach Donati e Manetta) con Marco Allegretti e forse Matteo Maruca a fare da veterani in un gruppo di cui dovrebbero fare parte i vari Virginio, Trentini e Sorrentino ma pure i tricolori U17 Zhao, Bottelli e Golino. Il terzo team senior sarà la Robur in Serie D. 
Per quanto riguarda le giovanili d’elite le fasce più alte (19, 17 e 15) saranno a marchio Pallacanestro mentre le due in uscita dal minibasket (14 e 13) avranno quello della Robur o del Campus.

Campus che – ma qui parliamo come impianto – diventerà progressivamente la casa unica del progetto Varese Basketball con la Openjobmetis che potrebbe spostare in via Pirandello anche una serie di sedute di allenamento. E chissà che al palazzetto non trovi invece un po’ di spazio il minibasket: pensate a quanto può essere bello, per un bambino, calcare ogni settimana il parquet di Serie A.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Luglio 2022
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