Cgil, Cisl e Uil chiedono notizie sui parcheggi al Del Ponte: “A cosa serve l’indagine conoscitiva?”

Dopo la notizia dell'indagine dell'azienda ospedaliera di Varese, il sindacato torna a chiedere risposte urgenti. Secondo la Cgil l'iniziativa è propedeutica a futuri interventi di edilizia sanitaria nella zona e non ai problemi del personale

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Avevano protestato, indetto presidi, raccolto firme, chiesto risposte a un problema urgente. Ma nessuno ha mai risposto alle sollecitazione. I sindacati confederali Cgil Cisl e Uil da anni pongono il tema dei parcheggi fuori dall’ospedale Del Ponte di varese ma anche in via Monte Rosa dove c’è la sede del distretto che presto diventerà casa di comunità.

« Nonostante le nostre azioni – spiega Gianna Moretto segretario provinciale Cgil FP a nome della triadenessuno ci ha mai degnati di una risposta. E ora scopriamo dalla stampa che l’azienda Sette Laghi sta facendo un sondaggio esplorativo per capire le disponibilità di parcheggi attorno ali presidio di Giubiano. Come mai si sta facendo questa ricognizione? Forse che ci si è resi conto dell’urgenza e della gravità della situazione?».

Il tema è quello del diritto dei lavoratori del Del Ponte ad avere condizioni di posteggio analoghe ai colleghi che lavorano al Circolo che possono godere di una convenzione a costi agevolati: « Invece per questi dipendenti non esiste nulla. E i costi sono eccessivi. Senza poi entrare nel merito della fruibilità di questo ospedale da parte di donne gravide o persone con handicap che non trovano più nemmeno uno spazio agevole dove scendere dall’auto. La nuova piazza Biroldi ha tolto una trentina di posteggi e lo spazio antistante l’entrata costringe gli automobilisti a manovre complicate per uscire dallo spazio davanti all’ingresso».

Gianna Moretto non comprende l’azione della Sette Laghi: « Dal bando non si comprendono i motivi che hanno determinato tale indagine conoscitiva. Noi pensiamo che non sia stata determinata dalla necessità di risolvere il problema del parcheggio per i dipendenti dell’Ospedale del Ponte. Più volte l’Azienda ha affermato il completo disinteresse per la risoluzione del problema nonostante le continue richieste e sollecitazioni delle organizzazioni sindacali. L’iniziativa della ASST a nostro parere è propedeutica a futuri interventi di edilizia sanitaria nella zona, che nulla hanno a che fare con la risoluzione dei problemi del personale».

Il sindacato chiede risposte anche sull’altra area critica a Varese, quella dove sorge la sede del Distretto e che in autunno diventerà casa della comunità: « La Casa della Comunità che dovrà essere creata in viale Monterosa congloberà tutti i servizi sanitari territoriali, compresi quelli che attualmente si trovano in via Ottorino Rossi, aumentando il numero degli accessi in quella zona. E’ evidente che il problema dei parcheggi diventerà ancora più drammatico. La questione potremmo dire che è lapalissiana, ma registriamo un silenzio che pare assordante da parte delle istituzioni coinvolte. Noi non ci stancheremo mai di dire che la Casa della Comunità in viale Monterosa è una sorta di disastro annunciato e nel contempo fortemente voluto dalle istituzioni sanitarie».

Gianna Moretto si dice perplessa anche sulla futura organizzazione della sanità territoriale: «Il DM 77/2022 ha stabilito gli standard organizzativi a cui le Regione devono riferirsi per la riorganizzazione della rete territoriale. Ad esempio è previsto un infermiere di famiglia ogni 3000 abitanti. Se consideriamo che la popolazione che afferisce alla ASST dei Sette Laghi è di circa 450.000 abitanti, dovrebbero esserci almeno 150 infermieri di famiglia per dare corso alla riorganizzazione delle rete territoriale. Tali forze sono presenti ? Non ci pare. In questa situazione l’Azienda racconta ai sanitari coinvolti che non avranno una sede definita di lavoro, ma potranno essere spostati in qualsiasi sede della ASST dei Sette Laghi. Siamo al nomadismo sanitario. Siamo passati dall’infermiere di famiglia all’infermiere sempre in macchina (la sua si intende, non quella aziendale) per spostarsi da una sede all’altra a copertura dell’ennesimo buco di organico. Ancora una volta assistiamo ad annunci dal vago sapore propagandistico da parte dell’Azienda. Si inaugurano Case della Comunità negli stessi luoghi in cui vi erano le sedi dei distretti sanitari senza che nulla sia cambiato nella sostanza dei servizi offerti. Cambiano i cartelli all’entrata degli edifici. Nulla più».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Agosto 2022
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