Attenti al lupo
Di Anna Rosa Confalonieri
C’era una casetta piccola così…
C’era una volta una casetta nel bosco… non è l’inizio di una fiaba, esisteva davvero. L’aveva vista durante una passeggiata con il gruppo scout. Scattò una foto con l’inseparabile Polaroid e gliel’aveva mostrata: quante volte avevano fantasticato di trascorrere una vacanza in un posto così!
Le propose di affittarla per il periodo estivo. Lontani dalla confusione cittadina, Carlo avrebbe terminato di scrivere il suo ultimo giallo, Anna si sarebbe dedicata agli studi sul picchio rosso e lì forse si sarebbero ritrovati. Lei accettò. Lo aveva deluso e sentiva di dovergli un ultimo tentativo di ricucire il loro matrimonio.
Era una capanna di cacciatori in disuso da diversi anni, piccola e malconcia, con un leggero odore di muffa e un cartello sulla porta con la scritta “Attenti al lupo”. Non dormivano nello stesso letto da tanto tempo e trovare due letti singoli fu un sollievo per lei. Carlo finse di non accorgersene.
Meticoloso e abitudinario, dispose fogli e penne con ordine maniacale e approntò il tavolino con la macchina da scrivere sotto la piccola finestra. Da qui osservava sua moglie che passava ore a filmare ogni cosa l’attirasse. Come sempre per Anna lo spazio di Carlo era tabù fino a quando lui non le avesse chiesto di leggere il manoscritto.
Si scambiavano poche parole durante la giornata e quel posto, che li costringeva a una vicinanza fisica costante, in realtà aumentava ogni giorno di più la distanza tra loro.
Di sera lui scriveva, Anna fumava, sola, sulla veranda. Il silenzio all’inizio fu un ristoro, poi il buio cominciò a metterle ansia. Non dormiva tranquilla e quei piccoli rumori che di giorno le tenevano compagnia, di notte diventavano sinistri. A letto tratteneva il respiro e scrutava con gli occhi socchiusi davanti a sé come per dare forma a quella sensazione di angoscia che a tratti la prendeva.
Le era sembrato più volte di sentire dei passi vicino alla capanna. “Probabilmente un animale selvatico in cerca di cibo” disse Carlo. Una sera si decise a lasciare la videocamera accesa sulla finestra, puntata sul bosco. L’indomani guardò la registrazione: Carlo, spettrale, illuminato dalla luna, la fissava attraverso il vetro, in trance, gli occhi fissi, in mano un martello.
Gli mostrò incredula la ripresa. Poi lo sguardo di Anna cadde sul foglio nella macchina da scrivere: “Attenti al lupo”. Era il titolo del romanzo. Ma non ebbe nemmeno il tempo di capire…
Ispirato a: Attenti al lupo – Lucio Dalla,1990
Racconto di Anna Rosa Confalonieri (www.ilcavedio.org)
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