Da Varese ad un atollo alle Maldive: nuova avventura per Giacomo Ratto, il portiere giramondo
Dopo Svizzera, Malta, Mongolia, Isole Fiji, Nicaragua, Islanda, l’estremo difensore 36enne di Calcinate del Pesce ha trovato un ingaggio nella Seconda Divisione del Paese asiatico, all’Eydhafushi, sull’atollo di Baa
Una nuova avventura, questa volta su un atollo in mezzo al mare delle Maldive, per il portiere giramondo Giacomo Ratto. Dopo Malta, l’estremo difensore 36enne ha trovato un ingaggio nella Seconda Divisione del Paese asiatico, all’Eydhafushi, sull’atollo di Baa. Un’occasione nata per caso e colta al volo dal varesino di Calcinate del Pesce, cresciuto nel Bosto.
Dopo Svizzera, Malta, Mongolia, Isole Fiji, Nicaragua, Islanda, alternate a brevi incursioni sui campi di Panama, Grecia e Zimbabwe, adesso l’esperienza in una delle mete turistiche più ambite del mondo.
«Me l’ha proposto un agente egiziano che avevo contattato su Facebook qualche tempo fa, Ahmed Rashwan. Il club cercava un portiere, ci siamo parlati, abbiamo trovato un accordo ed eccomi qui. Per me è una ripartenza, dopo aver giocato infortunato le ultime partite a Malta e l’operazione al ginocchio gli stimoli non dico che fossero spariti del tutto, ma un po’ sì. Avevo un accordo con una squadra austriaca, ma è saltato all’ultimo momento, ero un po’ scoraggiato, ma adesso mi è tornata la passione, qui è il posto perfetto per ricominciare: ho un mese di contratto, mi serve per rimettermi in forma e per fare una nuova esperienza, oltre che tornare a giocare».
«La squadra è in Seconda Divisione, giochiamo il gruppo A per salire in Premier League. Il club è molto professionale, l’allenatore, Mohamed Athif, è molto bravo, lo scorso anno ha vinto il titolo di miglior allenatore in Premier League – racconta Ratto -. In squadra ci sono ragazzi giovani di talento, gli stranieri oltre a me sono due, egiziani, un esterno e un centrocampista. Mi hanno accolto tutti alla grandissima, in squadra e in società. Il team è ambizioso, hanno lo stadio nuovo in costruzione, c’è una grande organizzazione. Mi auguro di fare bene: la fase a gironi parte il 3 ottobre e finisce il 13, le prime due si qualificano per poi giocare per la promozione. La prima amichevole è andata bene, non ho preso gol e mi sono divertito molto».
«La vita su un atollo alle Maldive è diversa da tutte le esperienze che ho fatto in passato. È il primo Paese musulmano dove gioco, ci sono leggi diverse e bisogna abituarsi, ma mi trovo bene. Una cosa che mi ha colpito subito è la chiamata dell’Imam per la preghiera, non l’avevo mai sentita e devo dire che ha qualcosa di mistico, sicuramente è un momento di forte impatto -. Spiega ancora il portiere giramondo —. Sull’atollo abitano 3000 persone in tutto, ci sono caffetterie, due ristoranti, dei market. È molto diverso da dove sono stato prima, è strano, ma coinvolgente. Nel tempo libero giochiamo a Fifa coi compagni, andiamo in giro. Il mare è una cosa stupenda, potete immaginarlo. Il tramonto anche è meraviglioso, ha dei colori mai visti prima. Amo fare foto, è un’altra mia passione: ne scatto tante, al mare, ai volti, ai panorami. Mi sto trovando davvero bene, sento vicina la gente. In aeroporto da subito mi hanno accolto quando hanno visto che venivo qui per giocare a calcio: il pallone qui è sentito, dove gioco sono cresciuti i giocatori più talentuosi delle Maldive. Quasi tutti sanno parole qualche parola di italiano, per i turisti che vengono nei resort: ho conosciuto una persona che lavorava per la Valtur, parla perfettamente la nostra lingua e mi ha mostrato le foto con i calciatori che venivano qui in vacanza. Mangio cibo locale a colazione, pranzo e cena: riso, pesce, curry, pollo, tutto molto piccante. Mi manca la colazione all’italiana, caffè e brioches, o le mie fette biscottate con la marmellata. Nei resort si trovano, qui no…».
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