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Accordi con i privati e nuovi pozzi per l’acqua: così Varese si prepara alle prossime siccità
Per fronteggiare le prossime siccità a Varese si cercano nuove fonti per l'acquedotto: avviati studi idrogeologici per cercare nuova acqua e accordi con i privati che hanno già pozzi a disposizione
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«Questa siccità, tutto sommato, è stata superata ma la situazione non è affatto bella e siamo davvero preoccupati». Sono le parole dell’amministratore delegato di Le Reti Pierpaolo Torelli, la società che si occupa degli acquedotti di 34 comuni della Provincia di Varese.
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Negli uffici dell’azienda, infatti, se da un lato si tira il fiato per aver scollinato una stagione estiva senza piogge dall’altro si addensano le nubi -solo metaforiche purtroppo- della prossima. Il calcolo è meramente matematico. «Sulla Provincia di Varese sono caduti da inizio anno ad oggi tra i 600 e 700 millimetri di pioggia. In media in un anno ne cadono 1.500 e questo significa che o cade metà della pioggia che dovrebbe cadere in un anno in soli due mesi oppure chiuderemo il 2022 con un severo deficit idrico». Se così fosse il rischio potrebbe essere quello di non avere sufficiente risorsa idrica per il prossimo anno, riportando il calendario al 2003 «quando in diversi comuni gli acquedotti sono rimasti senza acqua».
E proprio per prepararsi allo scenario peggiore Le Reti si sta già muovendo. «A Varese stiamo cercando ad esempio di potenziare i pozzi di prelievo dell’acqua -continua Torelli-. Abbiamo iniziato i contatti con i privati che hanno già a disposizione dei pozzi da attivare in casi di emergenza e nel frattempo abbiamo iniziato alcuni studi idrogeologici per cercare nuova acqua».
In prospettiva dovranno anche essere potenziate le integrazioni per acquedotti, in modo da riuscire a portare con più facilità l’acqua da dove c’è a dove potrebbe scarseggiare. «Noi abbiamo già parecchie dorsali attive per unire i comuni in questo mutuo soccorso e dovremo continuare ad investire in questa direzione».
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