CiaoComo.it, dalla radio al web: l’evoluzione dell’informazione nel capoluogo lariano
Marco Romualdi, storico direttore della radio CiaoComo e del quotidiano online CiaoComo.it ci racconta il suo giornale, fondato nel 2001 e cresciuto in simbiosi con l'emittente
In occasione dell’edizione 2022 di Festival Glocal, VareseNews ha deciso di fare una ricognizione sulla stampa locale lombarda, intervistando i direttori di diverse testate impegnate nel racconto delle comunità e dei territori
Marco Romualdi, 57 anni, è il direttore storico di CiaoComo.it, quotidiano nato nel 2001 prima come pagina informativa a supporto dell’omonima radio, e dopo qualche anno diventato un vero e proprio giornale online. Marco, dopo altre esperienze in campo giornalistico, ha legato la sua attività professionale a queste due testate che dirige da molti anni. Con lui una squadra di sei giornalisti e collaboratori che coprono la città e il territorio provinciale.
Come sta andando CiaoComo.it?
Decisamente bene, sono soddisfatto di come sta andando, soprattutto in questi ultimi anni. Dalla pandemia in poi, che è stata uno spartiacque, siamo sempre cresciuti in maniera importante. E lo abbiamo fatto andando molto in giro sul territorio: dagli incidenti a tutti i fatti di cronaca, ma anche seguendo manifestazioni sportive e culturali con costanza e spesso in presa diretta.
Perché il giornalismo locale è una risorsa?
Lo è perché riusciamo a valorizzare pienamente quelle che sono le nostre belle realtà che a volte vengono dimenticate e comunque non considerate dai grandi media. Il nostro valore aggiunto è quello di riuscire a valorizzare quello che abbiamo, persone, personaggi, manifestazioni, luoghi, cultura, tradizioni. Ed è la gente stessa, adesso, a segnalarci eventi e manifestazioni, cosa che fino a qualche anno fa non accadeva. Ora c’è molta interattività e credo che in questo i social network ci abbiano agevolato molto. La gente partecipa, segnala, anche in presa diretta.
Quale limite, invece, sta vivendo il giornalismo locale?
Non vedo limiti. La cosa più importante è il riconoscimento da parte delle persone e non ci sono dei limiti, anzi degli attestati spesso anche importanti. C’è un limite economico, semmai. Noi retiamo a galla ma perché abbiamo un ottimo ufficio commerciale e riusciamo ad agganciare anche tanti clienti anche nelle istituzioni. Di sicuro non è facile, nemmeno per noi che abbiamo abbinata anche la radio, che esiste da 45 anni ed è un’emittente storica del territorio, nata come radio, proseguita fino ad oggi come radio ed evoluta con il web.
Qual è, nel tuo giornale, la relazione tra il locale e il globale?
Noi ci concentriamo molto sul locale, il nostro target è diventato questo. C’è qualche interazione, chiaro. Ad esempio adesso abbiamo ministri comaschi nel governo e li seguiremo, però siamo legati in modo indissolubile al territorio, così come Varesenews che per noi è sempre stato un riferimento.
Come vivete il rapporto con la vostra comunità di riferimento?
C’è molta, moltissima interazione, una relazione veramente forte e che è sempre cresciuta e continua a rimanere alta. Abbiamo molte segnalazioni, tanto scambio con i lettori, e questo è dovuto anche alla scelta di andare molto in giro, di essere presenti non solo nella cronaca, ma anche seguendo le elezioni con un grande rapporto con la gente. Fondamentale, perché ci dà il polso di quello che facciamo.
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