“Serve un rinnovamento della Chiesa cattolica”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del nostro lettore Emilio Vanoni che ci scrive per esprimere il proprio pensiero sulla necessità di un rinnovamento all'interno della Chiesa cattolica

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera del nostro lettore Emilio Vanoni che ci scrive per esprimere il proprio pensiero sulla necessità di un rinnovamento all’interno della Chiesa cattolica.

Egr. Direttore,
Nei giorni scorsi alla Cascina Contina di Rosate si é tenuta l’Assemblea Nazionale di NSC (Noi Siamo Chiesa) un piccolo gruppo di persone che da anni vuole essere l’anima
critica della Chiesa, ma che ha un grande ambizione: riformare la Chiesa, un progetto portato avanti forse per la prima volta da papa Giovanni XXIII e poi da tutti gli altri papi che si sono susseguiti, senza riuscirvi.

Presentata così sembrerebbe un piccolo gruppo di persone animate da una grande utopia, senza un sano realismo. Da questo punto di vista anche il primo gruppo di apostoli,
prima 12 e poi 72, erano poche persone, ma l’intento era lo stesso. Gli argomenti trattati sono stati tanti, compreso la situazione dalle varie Chiese del continente Europeo sul tema del Sinodo Universale della Chiesa Cattolica, dove ormai un po’ tutti, vescovi compresi, oggi parlano liberamente per il superamento del celibato obbligatorio e del sacerdozio femminile.

Certo con questo, non si può affermare che la riforma sia dietro l’angolo, ma almeno si é iniziato a parlarne. D’altra parte tutti sanno che nel cammino di riforma, la Chiesa va sempre con i piedi di piombo. Basti pensare che ci volle il Concilio Vaticano II per mettere in pratica le riforme che 500 anni prima Martin Lutero aveva varato come quello di mettere al centro la Parola di Dio, di poter leggere la Bibbia autonomamente in italiano liberamente. E’ noto infatti che per i primi duemila anni anche il Vangelo, era, per la Chiesa un libro proibito, messo cioè all’indice per tutto il Popolo di Dio, esclusa la casta sacerdotale. Ma se scrivo queste righe, non é solo per ribadire cose note, ma una denuncia molto semplice. Mentre c’é una grande parte della Chiesa che guarda al futuro, c’è una minoranza che guarda al passato e che auspica il ritorno al Concilio di Trento.

Mi riferisco al fatto che qui in Lombardia, non in Iran, si sono riaperti a Bergamo e a Brescia, i seminari minori dove si possono rinchiudere ragazzini di soli 11 anni per avviarli al percorso per diventare prete. Una cosa semplicemente inaudita, che qualcuno ha definito come un vero e proprio abuso sui minori. Ma é forse possibile pensare che un ragazzino di 11 anni possa sentire la vocazione per accedere al sacerdozio? Oppure è una vera e propria violenza? Va bene la crisi della vocazioni, ma non né possibile approfittarsene della fragilità di un bambino per rispondere alla crisi che sta attraversando la Chiesa sul tema delle vocazioni. Se sono queste le risposte che la Chiesa vuole darsi al prossimo Sinodo, c’è solo da preoccuparsi con il rischio oggettivo al ritorno al passato.

Per non parlare dei ritardi per il superamento del regime concordatario, il tema dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche e la nomina degli insegnanti di
religione, tutte norme quelle attualmente in vigore, che sono palesemente in contrasto con la nostra Costituzione. Inutile sottolineare che sulle conclusione del prossimo Sinodo, almeno qui in Italia, aleggia un grande pessimismo. Si spera che dalle periferie possa venire quel rinnovamento che il centro teme.
Emilio Vanoni

Pubblicato il 27 Ottobre 2022
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