Timur Sardarov: “MV Agusta non lascerà Varese: queste moto devono rimanere italiane”
Il CEO dell'azienda della Schiranna parla dopo l'acquisizione del 25,1% delle quote da parte di KTM. «Vogliamo triplicare la produzione in tre anni e aprire alcuni spazi della fabbrica ai varesini». E chiude la porta alle moto elettriche
L’acquisto da parte di KTM del 25,1% delle quote di MV Agusta Motor spa – una operazione da 30 milioni perfezionata nei giorni scorsi – ha riportato al centro della scena il leggendario marchio motociclistico varesino. Tra speranze di rilancio e i timori che accompagnano sempre questo genere di “passaggi” finanziari. Per fare il punto della situazione abbiamo incontrato e intervistato Timur Sardarov, il CEO dell’azienda della Schiranna, che ci ha ricevuti nella sala riunioni che guarda verso il lago di Varese. Non per caso.
Nel corso dell’intervista Sardarov, soppesando con attenzione ogni parola e camminando davanti alle finestre quasi a voler cercare ispirazione da quel panorama unico, ha ribadito con forza il fatto che Varese rimarrà la casa di MV. Anzi, ha anticipato la volontà di coinvolgere sempre di più la città e i varesini: Sardarov ha lasciato intendere che in futuro alcuni spazi dell’azienda diventeranno maggiormente fruibili dal pubblico mentre all’interno dei capannoni continuerà la produzione di bolidi da sogno.
Così come li conosciamo oggi: magnifici e rombanti, senza per il momento dare spazio alle moto elettriche. Un futuro preparato a dovere da personale competente: il CEO russo sottolinea come il 25% dei lavoratori siano ingegneri. «MV Agusta è come un’università». E l’area della Schiranna ne è l’aula magna.
Sardarov, iniziamo dal passato. Quando è venuto a contatto per la prima volta con MV Agusta? E qual è invece il suo primo ricordo del marchio, da appassionato di moto?
«Era il marzo del 2016, stavo andando a Sankt Mortitz per il matrimonio di un mio amico e passai a Varese. Era domenica, quel giorno la fabbrica era chiusa e Giovanni Castiglioni mi accompagnò a visitarla. Mi spiegò che l’azienda stava entrando in concordato preventivo e quello fu il mio primo incontro imprenditoriale con MV Agusta. Per quanto riguarda le moto, sinceramente non so quando le incontrai per la prima volta. Ho la passione per i motori ma non ho un ricordo particolare».
Veniamo all’attualità. A Varese ci ricordiamo di quando KTM rilevò il marchio Husqvarna e per prima cosa chiuse lo stabilimento di Cassinetta. Perché questo non dovrebbe avvenire anche con MV?
«C’è una grande differenza rispetto ad allora. MV Agusta è un marchio tradizionale italiano e non può essere portata altrove. Queste moto non possono essere prodotte in Austria o in Cina come fanno altre aziende. MV Agusta deve essere disegnata e costruita dagli italiani. La storia dice che il management può essere non italiano, ma l’importante è che faccia il meglio per l’azienda. Dopo questo accordo vorremmo, se sarà possibile, assumere più persone e rinnovare questa azienda che è un gioiello: vogliamo aprirci all’esterno, al pubblico, e abbiamo in mente un progetto bellissimo anche dal punto di vista strutturale: ci saranno nuovi spazi che potranno essere sfruttati anche dalla comunità, dai cittadini di Varese, con cui l’integrazione sarà sempre più stretta».
Per il momento KTM è entrata nel capitale per il 25,1%. L’accordo prevede un aumento in futuro di questa quota?
«Non lo so, non lo sappiamo. Non c’è un accordo specifico in questo senso. Io considero Varese la mia casa da quando sono qui e allo stesso modo MV Agusta. Il mio lavoro qui è quello di fare di MV una grande industria, di assicurare all’azienda una stabilità per il futuro indipendentemente da chi abbia la proprietà. Vale per la società ma anche per i lavoratori e per le loro famiglie».
Come incide l’ingresso in società di KTM sulla capacità produttiva dell’azienda?
«KTM non inciderà sulla produzione. Siamo noi che incideremo sulla produzione. Come ho già detto, le moto continueranno a essere costruite qui alla Schiranna e sicuramente vogliamo crescere: il programma è quello di triplicare la produzione nei prossimi tre anni. Questo è uno dei pilastri dell’accordo e la nuova linea produttiva che abbiamo iniziato a costruire fa parte di tutto il discorso di crescita».
Sardarov e una MV SuperveloceNella nuova gamma presentata a Milano c’è un primo scooter elettrico. Ci sono altri progetti riguardo alle moto elettriche?
«Varese è una delle più belle aree del mondo e spero che non senta il disturbo dei rumori delle nostre moto (scherza ndr)! MV Agusta produce motociclette bellissime, leggere, veloci e appassionanti e in questo momento non ha l’idea di produrre moto elettriche. In futuro vedremo».
La storia di MV Agusta è strettamente legata al mondo delle corse. Nell’accordo con KTM c’è idea di tornare a correre in MotoGP? Ci sono poi sviluppi riguardo all’off-road o alla Moto2?
«Di certo un ritorno in MotoGp sarebbe molto eccitante ma non è attualmente sul tavolo. Per ora non lo sappiamo e non abbiamo discusso di questo con KTM: anche in questo caso vedremo in futuro. Per quanto riguarda la Moto2 è tutto in via di definizione. Riguardo l’off-road invece stiamo lanciando il progetto Lucky Explorer di cui siamo molto orgogliosi: vedremo quale sarà la risposta della comunità e del mercato. Io intanto, dopo la nostra intervista, uscirò a provare il prototipo della 9,5, la più grande delle “Lucky”».
Nella vostra strategia di marketing ritenete sia una valida opzione l’utilizzo di testimonial?
«MV Agusta è un brand di lusso. Dobbiamo lavorare con certi ambassador capaci di attirare l’audience – e quindi la clientela – che noi pensiamo sia adatta per MV Agusta. Continueremo a collaborare con queste persone ma anche con determinati marchi in tutto il mondo».
Ci parli delle novità di gamma.
«Abbiamo appena finito di realizzare il nuovo motore “9.5” (sarà utilizzato per diverse moto e non solo su quella che porta lo stesso nome ndr). Pochi giorni fa poi sono state presentate la nuova Superveloce 1000 Serie Oro, la più classica 921S e il nuovo scooter elettrico (Ampelio ndr) creato in collaborazione con Kymco. Tutti potranno essere disponibili in circa dodici mesi ma ci stiamo preparando per presentare numerosi altri prodotti. E ne arriveranno ancora negli anni a venire. Generalmente presentiamo i vari modelli 12-18 mesi prima della loro uscita: le moto che sveliamo adesso le vedremo nel primo trimestre del 2024. Quelle che studiamo d’ora in avanti saranno prodotte nel 2025/26. Mi piace ricordare come il 25% dei lavoratori di MV Agusta sono ingegneri, la nostra azienda è come una università».
Non possiamo che concludere chiedendole qual è la sua moto preferita?
«Beh, mi piacciono tutte. Ma più di tutte la Superveloce».
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