9 dicembre 1862 prima campanella al Daverio di Varese, il secondo istituto nato in Lombardia

In un convegno a Palazzo Estense ripercorsa la lunga storia costellata da momenti di forte crescita, l'attuale cisi dei percorsi tecnici e la visione per il futuro

È il padre di tutti gli istituti tecnici della provincia. Tra i più storici dell’intera Lombardia, secondo solo a quello di Milano. Nel Salone Estense di Varese questa mattina si sono ripercorsi i 160 anni di storia dell’istituto tecnico Daverio di Varese.

Una storia importante per la città e il suo sviluppo, costellata da rapporti di profondo amore e di altrettanto odio con il Comune, che ne era proprietario: « sempre a causa di motivi economici» come ha raccontato il professor Salvatore Consolo, oggi dirigente tecnico in aspettativa dal Cairoli ed ex docente della scuola di via XXV Aprile.

LA NASCITA DEL DAVERIO

La dirigente Nicoletta Pizzato ha voluto ricordare il percorso che è stato parallelo a quello dell’Italia, regno nato appena l’anno prima . Il 9 dicembre 1862, infatti, nell’allora “Casa delle scuole”, che sorgeva dove oggi c’è il tribunale, si tenne la prima lezione all’istituto tecnico nato come prosecuzione della scuola tecnica, che doveva la sua istituzione alla tradizione tedesca. Il legame tra formazione e comune era forte tant’è che, il professor Consolo ha ricordato, in consiglio comunale si trattò dell’esuberanza degli studenti e della necessità di costruire una cancellata. La creazione del cancello, che delimitava il territorio scolastico, causò il trasloco del monumento del Garibaldino che prima era collocata proprio in quella che oggi chiamiamo Piazza Cacciatori delle Alpi.

Ad aprire il convegno è stato il sindaco Davide Galimberti che ha voluto sottolineare l’importanza della sala che accoglieva l’evento, la sala del consiglio comunale, luogo deputato alla discussione del bene pubblico e che un giorno i ragazzi presenti, tutti i rappresentanti delle classi del Daverio, potranno magari svolgere incarichi amministrativi. 

In sala molti ex studenti, ex doventi, ex dirigenti. Uniti da ricordi di pezzetti di strada fatta da un istituto che ha cambiato 4 sedi:  dopo la casa delle scuole si trasferì nella sede che oggi ospita la Righi, poi nell’edificio che oggi è della Dante fino ad arrivare, alla fine degli anni ’50, nella sede attuale, inaugurata nel 1960. 

LA FASE DI MASSIMA ESPASIONE

Al professor Consolo è spettato il compito di ricordare i primissimi anni fino all’età fascista, poi l’ex vicepreside storica Colombo ha affrontato il momento della massima espansione del Daverio che aveva succursali in tutta la provincia, da Saronno, a Sesto Calende e Bisuschio: « Un lavoro da pazzi per il preside che girava come una trottola».  Poi, piano piano, la crescente popolarità dell’indirizzo tecnico economico portò le singole succursali a diventare autonome e a staccarsi, fino ad arrivare all’ultima  affrancazione avvenuta negli anni ’90 dal tecnico di Bisuschio. 

Generazioni di varesini, dunque, si sono formate in quelle aule, ottenendo l’ingresso nel mondo del lavoro grazie a un tessuto economico che poggiava proprio sui periti sui ragionieri.: « Molti nomi famosi che oggi,  proprio perchè hanno carriere impegnative – non possono essere con noi a festeggiare: su tutti ricorderei il Ministro Giancarlo Giorgetti e il Presidente di Elmec Rinaldo Ballerio».

festeggiamenti 160 anni

LA CRISI DEI TECNICI

Un percorso popolare e gettonato che è durato finché, la riforma della scuola, ha cancellato anni di tradizioni: « Si è passati all’improvviso dai ragionieri, periti turistici, geometri a nomi di percorsi professionali incomprensibili – ha commentato la dirigente Pizzato – AFM, RIM, CAD.  Sigle che hanno creato confusione. Da qui la progressiva diminuzione di interesse da parte dei ragazzi e la fase di contrazione. Così, con il nuovo secolo, il Daverio ha vissuto il percorso inverso andando a riunire nuovamente i percorsi scolastici che aveva gemmato come, appunto, Costruzioni ambiente e territorio del Nervi o l’ITPA Casula che aveva prodotto sperimentazioni molto ricche di opportunità».

La crisi degli istituti tecnici è stata rimarcata anche dal direttore dell’Ufficio scolastico Giuseppe Carcano: « Nel Varesotto il 42% dei ragazzi studia in un istituto tecnico. Un risultato comunque importante se lo confrontiamo con altre province. Ma sono proprio i tecnici a ridurre il mismatch tra offerta e domanda di lavoro, quelli che dialogano con le imprese per preparare i giovani a diventare lavoratori. È importante la formazione universitaria ma non meno essenziale è quella di chi si prepara nel corso dei 5 anni di istruzione superiore. Nel nostro territorio, inoltre, abbiamo anche le fondazione degli ITS per la istruzione superiore che garantiscono una separazione laboratoriste specifica e mirata».

IL FUTURO

Con 160 anni di storia sulle spalle, il Daverio Casula Nervi si appresta ad affrontare il futuro: « Oggi noi abbiamo una scuola di 16.000 metri quadrati, che ospita 43 classi – riassume la dirigente Pizzato – abbiamo 117 docenti di cui solo 62 di ruolo. Stiamo cambiando, molti sono andati in pensione e presto altri lasceranno. Il futuro sarà affidato alle nuove generazioni che, però, vanno ancora nominate. Di certo, la scuola di domani sarà diversa: la mia generazione aveva bisogno della scuola per formarsi, oggi i ragazzi hanno tutti gli strumenti per l’apprendimento a disposizione. Ma hanno bisogno di qualcuno che li guidi nei percorsi di apprendimento, stimoli il loro senso critico, foraggi la loro voglia di sapere e la curiosità. Il Daverio Casula Nervi è oggi un istituto proiettato al domani, abbiamo un’aula  innovativa che dovremo moltiplicare e siamo nella rete regionale per le metodologie sperimentali. La nostra storia, però, ci mette al centro del territorio dove siamo con 180 convenzioni con società piccole e grandi di tutti i settori dove i nostri ragazzi possono mettere in pratica le loro conoscenze. Avvieremo poi un quadriennale turistico che rivoluzionerà completamente il modello scolastico attuale, dove competenze e abilità saranno al centro: capacità critiche, di problem soling, di lavoro in team, di studio e appofondimento. Il turismo oggi è in crisi, i genitori hanno paura a scegliere questa carriera. Ma tutti noi sappiamo che è un settore in ripresa e che avrà bisogno presto di professionalità tecniche, esperti in grado di progettare, costruire e realizzare eventi. Noi partiremo anche da qui guardano al futuro».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 15 Dicembre 2022
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