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Cgil e Uil: “È una manovra di bilancio ingiusta. Si toglie ai fragili per dare ai ricchi”
Il sindacato confederale, ad eccezione della Cisl dei Laghi, sciopererà venerdì 16 dicembre con un presidio in Prefettura. Filetti (Cgil) e Massafra (Uil): "La manovra del Governo Meloni aggrava la condizione di tanti lavoratori e famiglie"
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Lo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil, è stato spalmato su quattro giorni, da martedì 13 a venerdì 16 dicembre e ogni provincia può decidere in quale giorno scioperare. Il sindacato a Varese ha scelto la giornata di venerdì con un presidio che si terrà a partire dalle ore 9 alla prefettura di Varese. Durante la mattinata una delegazione sindacale, costituita dalle segreterie provinciali di Cgil e Uil, verrà ricevuta dal Prefetto.
«È uno sciopero contro una manovra finanziaria che aggrava la situazione già difficile in cui versano i lavoratori e le loro famiglie – dice Stefania Filetti, segretario della Camera del Lavoro di Varese – La legge di Bilancio del Governo Meloni non dà risposte rispetto al sostegno al reddito, risposte che riguardano il qui ed ora. Con un’inflazione nominale che si attesta al 12% e un’inflazione reale ancora più alta, che erode una grande fetta del potere d’acquisto dei lavoratori, con il caro energia che è già nelle bollette di famiglie e imprese, che stanno ricorrendo massicciamente alla cassa integrazione, le scelte fatte dal nuovo Governo alimentano disuguaglianze sociali e povertà. Lo slogan della Meloni e cioè che “tra il non far niente e il protestare si può andare a lavorare” altro non è che la trasformazione della povertà in una colpa».
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LAVORATORI SEMPRE PIÙ POVERI
C’è una forte preoccupazione del sindacato sul peggioramento che intere categorie di lavoratori, già penalizzati per il tipo di lavoro svolto, subiranno a causa di questa manovra. «Stiamo parlando di quei lavoratori già poveri – spiega Filetti – donne e uomini che svolgono mansioni umili a basso valore aggiunto, nonostante siano importanti nella qualità dell’erogazione di alcuni servizi da parte dello Stato, pensiamo, per esempio, ai lavoratori addetti alle pulizie negli ospedali. Ecco, in questi casi si sommano sulle loro posizioni diverse decisioni del Governo, compresa quella dell’allargamento dell’utilizzo dei voucher-lavoro fino ai diecimila euro. Si spostano risorse dai più fragili alle fasce di reddito più alte. Non c’è nulla sulla precarietà e si fa una distribuzione di soldi senza chiedere un minino di condizionalità nei confronti delle imprese per il buon lavoro».
IL RDC HA AIUTATO MOLTE PERSONE A SOPRAVVIVERE
L’esecutivo ha avviato con la manovra di bilancio anche il percorso per lo smantellamento del Reddito di cittadinanza (Rdc), decisione che Stefania Filetti commenta in modo perentorio: «i va nella direzione opposta a quella della salvaguardia del welfare. Il Rdc ha aiutato moltissime persone a fare la spesa in questi anni di difficoltà, soprattutto coloro che risiedono nei territori dove non c’è lavoro. È stato un sostegno che ha aiutato le persone che non potevano lavorare. Inoltre, non è stato rifinanziato il fondo per chi non riesce a pagare gli affitti, mentre per quanto riguarda le pensioni a quota 103 ne beneficeranno pochissimi e la legge Fornero è ancora lì e i soldi li vanno a prendere dall’Opzione donna che è stata ridotta a un vero e proprio percorso a ostacoli. Un bel riconoscimento, dopo tutto il lavoro di cura non valorizzato che le donne hanno fatto e continuano a fare».
CON I VOUCHER FACCIAMO UN SALTO INDIETRO DI 20 ANNI
La manovra contiene 136 articoli suddivisi in 16 capitoli, disposizioni che prevedono una spesa di circa 32 miliardi di euro. «Se 22 miliardi sono stati previsti per misure a contrasto del caro energia di famiglie e imprese, il resto è a vantaggio di chi?». Si chiede Antonio Massafra, segretario provinciale della Uil. «Se è vero che le risorse sono poche – continua Massafra – come ci ha detto la Meloni nell’incontro del 7 dicembre, allora questa è già una buona ragione per spenderli bene. Invece questa manovra colpisce chi sta peggio, non aumenta il potere d’acquisto, ma aumenta la precarietà e non combatte l’evasione fiscale. La dimostrazione è la reintroduzione dei voucher con i quali facciamo un salto indietro di vent’anni».
Secondo il segretario provinciale della Uil, come aggravante c’è l’assenza totale di una politica industriale. «Il Governo non indica in quale direzione deve andare il Paese – spiega Massafra – Eppure, alcune indicazioni c’erano già, a cominciare dalle pensioni all’opzione donna, dalla pensione di garanzia per i giovani al ripristino del meccanismo di indicizzazione per la rivalutazione delle pensioni».
CON LA FLAT TAX I DIPENDENTI PAGANO IL TRIPLO DI TASSE
E se le medicine da ingoiare dovranno essere sempre le stesse, Massafra ricorda che gli effetti collaterali sono già stati sperimentati. «L’austerità blocca la crescita – sottolinea il sindacalista – tra l’altro in un Paese che da anni fatica a fare investimenti a causa dell’enorme debito pubblico. Una manovra dovrebbe dare risposte alla disoccupazione che alimenta le povertà creando un forte disagio sociale: sofferenza nel sud del Paese e insofferenza al nord. C’è poi la partita fiscale che è un capitolo importante: noi siamo per la progressività e non per la flat tax. La ragione è semplice: con la flat tax pensionati e lavoratori dipendenti pagano il triplo delle tasse, rispetto a chi guadagna il triplo. Si toglie ricchezza a chi la produce e la si consegna a chi evade».
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